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A dir la verità non è affatto difficile parlare bene di questa gara: al di là dell'ottima organizzazione che Maurizio ha già descritto, quello che credo piaccia anche a chi davvero non può definirsi un trailer, è la sensazione di far parte di un grande evento, un po' come i ragazzini che giocano nello stadio cittadino prima del grande derby. Si parte un'ora dopo l'Ultrabericus Integrale, quindi si riesce a vivere tutta la festa della partenza di quel migliaio di coraggiosi che vanno ad affrontare una fatica veramente ardua, ritornando anche in tempo per godere l'emozione dell'arrivo dei primi, capaci di superare le difficoltà del percorso in appena cinque ore e mezza. Le note dell'Inno alla Gioia, dalla Nona Sinfonia di Beethoven, sono l'accompagnamento musicale più azzeccato per il coronamento degli sforzi di questi atleti che dimostrano grande felicità per il risultato e sembrano quasi non aver patito le fatiche improbe sopportate per tornare in piazza dei Signori.
Il "nostro" Urban, invece, è una versione mignon della corsa dei grandi, pur condividendone i primi e gli ultimi dieci chilometri. Le difficoltà altimetriche e tecniche dei passaggi sono superabili anche da runner "stradaioli" come il sottoscritto e devo dire che con il terreno asciutto la gara perde tutte le caratteristiche che lo scorso anno me la fecero definire "l'incubo fangoso". Ci sono sì alcune salite che è consigliabile affrontare con molta cautela, ma i tratti corribili sono veramente tanti: anzi, alcune lunghe discese e certi tratti nei boschi pieni di cambi di pendenza e di curve invitano ad un continuo rilancio dell'azione di corsa, facendo in definitiva aumentare il ritmo di corsa. Per non parlare poi del tratto finale, con una lunga picchiata verso la cupola della basilica palladiana e l'ultimo chilometro, tutto segnato dalle frecce gialle, che fa pregustare il ponticello da superare di slancio e l'ultima curva che porta al traguardo, per un arrivo veramente spettacolare nel salotto buono della città.
Personalmente, credo che sia vincente la scelta, sempre più diffusa, di abbinare i trail "veri" alle rispettive versioni short, accessibili a qualunque runner con un sufficiente allenamento sulla mezza maratona: innanzitutto permette anche a chi non ha la stoffa del trailer di sperimentare quest'affascinante tipologia di gara, in secondo luogo può avvicinare nuovi appassionati alla disciplina e infine, elemento non trascurabile, può aumentare i numeri dei partecipanti a queste manifestazioni, dando più ossigeno a chi le organizza, specie in tempi non facili come gli ultimi anni.