L’etica è anche il modo di sapersi comportare. Non è un concetto eminentemente religioso, ma è anzitutto una dimensione che rende umano e vero il nostro vivere comune. Alcune norme che regolano il vivere sociale sono necessarie. Non una prigione, ma un argine che rende belle e sicure le attività umane. Si può parlare di etica anche nel mondo delle corse a piedi? E perché no! Vediamo alcune situazioni:
- La visita di idoneità. Il podista italiano si sottopone ogni anno ad una visita di idoneità. Il protocollo prevede: spirometria, elettrocardiogramma, prova da sforzo, analisi delle urine. La visita dura mediamente 40/45 minuti. Su questo argomento si assiste ad una certa varietà di interpretazioni. Mi riferisco qui non tanto al podista quanto alla classe medica. La tutela della persona è fondamentale. Per praticare uno sport impegnativo come la corsa è necessario che tutto sia a posto e che il ‘motore’ funzioni bene. Il podista va educato a rispettare i propri limiti, il medico sportivo a rispettare quanto prevedono le norme.
- Prima della gara. Ogni gara, su strada, pista o montagna, ha un suo regolamento. Leggendolo con attenzione ci si fa un’idea precisa su percorso, orari, quota di partecipazione, ecc. E’ assolutamente fuori luogo scansionare il pettorale di un altro atleta, modificarlo e stamparlo per utilizzarlo in gara. Stessa cosa dicasi per chi ha l’idea di correre senza pettorale. Non è il caso: quella strada su cui si corre in gara, smette di essere ‘pubblica’ per alcune ore, e viene affidata alla responsabilità degli organizzatori per ciò che concerne la chiusura al traffico, l’assistenza medica dei partecipanti e altro. Nel ‘prima della gara’ un comportamento onesto consiste nell’allenarsi con dedizione e passione senza ricorrere all’aiuto di sostanze che possono favorire il rendimento, ma nuocere alla salute. Che ne dite delle morti premature nel mondo dell’atletica?
- Comportamento in gara. La prima cosa da trattare è lo smaltimento rifiuti. Soprattutto in zona ristori si vedono spesso scene che ricordano una discarica a cielo aperto: bicchieri di plastica (o bottigliette) dappertutto sul fondo stradale, asfalto bagnato, confezione di gel vuoti. Alcune gare hanno previsto cestini per i rifiuti. La cosa è da perfezionare, perché occorre mettere i cestini almeno 400mt dopo il ristoro (e non dopo 30 metri!), i cestini devono essere ampi in modo che il lancio effettuato a 9-15 km orari possa centrare l’obiettivo! Altro comportamento da tenere in gara è senz’altro il rispetto del percorso, che va seguito senza tagliare rendendolo più corto. In questi anni podisti.net ha documentato situazioni grottesche e davvero imbarazzanti. Un altro punto da rivedere (ed eliminare) è senz’altro l’assistenza in gara tramite accompagnatori soprattutto in bici, ma anche in moto e auto. O eventualmente da podisti senza pettorale.
- Il dopo gara. Molte corse, soprattutto quelle più lunghe, prevedono spogliatoi per cambiarsi, zona massaggi, ristoro finale. La stanchezza è molta, ci si scambiano battute e impressioni. Anche in questo caso il principale problema è lo smaltimento dei residui: tanta carta e plastica viene lasciata al suolo… In una gara che ho corso qualche anno fa e che terminava su una spiaggia, la scena era ancora più impressionante. E’ utile fare di tutto per sporcare il meno possibile, ricordando che siamo in centinaia (forse migliaia) a calpestare gli stessi (pochi) metri quadrati.
L’etica, in realtà, è un cammino di liberazione e di armonia. Ci sono sicuramente altri ambiti del nostro amato sport che hanno bisogno di un ordine migliore. Vi invito a farci conoscere il vostro pensiero su altre ‘situazioni podistiche’.