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Mag 03, 2020 Sebastiano Scuderi 3656volte

Troppi adempimenti necessari, si rischia di non riprendere

A Foglizzo si correva in tre affiancati: regolare anche oggi... A Foglizzo si correva in tre affiancati: regolare anche oggi... S. Scuderi - R. Mandelli

PREMESSA

Da più parti si levano “grida di dolore” sul futuro del Podismo inteso come manifestazione collettiva organizzata, un mercato, mi si lasci passare il termine, molto appetitoso per tanti operatori del settore e anche per le Istituzioni che avrebbero dovuto curarne tutti gli aspetti (Federazione ed Enti).

Il Podismo è nato da una crisi, quella energetica, ora è minacciato da un’altra crisi molto più drammatica per le conseguenze immediate sulla vita delle persone, e future sull’economia (paragonabili a quella del ’29), dunque bisogna subito pensare a come affrontare tutto ciò.

La FIDAL ha cercato di dare se non una risposta, quanto meno uno scenario al quale fare riferimento, vediamo nelle condizioni attuali come si potrebbe operare.

PROTOCOLLO NON STADIA

Obbligo fondamentale: DISTANZIAMENTO SOCIALE.

Questo punto penalizza in modo determinante la nostra attività.

ORGANIZZAZIONE.

E’ necessario evitare assolutamente assembramenti il giorno della manifestazione e, quindi:

  1. Iscrizioni e relativo pagamento da parte delle Società, da effettuare con congruo anticipo e invio dei pettorali e pacchi gara alla Società, che provvederà alla consegna ai suoi tesserati.

Per i Runcard (non appartenenti a società): unica possibilità il ritiro il giorno precedente la manifestazione presso l’organizzatore.

Per i fuori regione, ammesso che possano partecipare, uno sportello dedicato la mattina della manifestazione, oppure per i più lontani che devono arrivare nei giorni precedenti, presso gli alberghi prenotati, come vidi fare a Cesano Boscone una trentina di anni fa.

  1. Impossibilità di utilizzo di locali come spogliatoi e docce. I gabinetti possono essere solo chimici e sanificati ogni 20 utilizzatori; naturalmente assicurare almeno un metro di distanza e mascherina da parte di coloro che sono in coda.
  2. Ristoro finale con sacchetti sigillati per ogni partecipante da ritirare all’arrivo.
  3. Risultati da pubblicizzare attraverso lo speaker e non con affissione, che provocherebbe ammassamento.

I premi saranno inviati alle Società per la consegna ai propri atleti.

  1. Predisposizione di cesti per spazzatura specifica, igienizzazione mani, mascherina e guanti fino alla partenza e dispenser per igienizzazione mani.
  2. Percorsi obbligati e differenziati per atleti, accompagnatori, personale di servizio e GGG con cartellino di riconoscimento. Ingressi presidiati da personale sanitario per rilevazione della temperatura.
  3. Parcheggi dedicati a spina di pesce e intervallati per evitare ogni possibilità di contatto a meno di un metro, controllati onde evitare furti o atti vandalici.
  4. Nessun gazebo delle Società e nessuna consegna borse per evitare pericolosi assembramenti.
  5. Personale di controllo per il rispetto delle disposizioni.

GARA

Partenza mutuata dal cross e dalla pista con griglia formata da corsie ciascuna di larghezza 1,5 metri, con serie di 10 concorrenti servirebbe un fronte di 15 metri e un rettilineo di almeno 400 metri per consentire il rispetto della distanza minima fra i 10 partenti nella fase di distacco.

Ogni partenza dovrebbe avvenire con almeno 10” di intervallo: con 1000 partecipanti in poco più di 16 minuti sarebbe completata questa fase.

Durante la gara non è ammesso restare in scia se non almeno a cinque metri e lateralmente a due metri.

La classifica dovrebbe essere redatta sulla base del real time, e questo rende necessaria la presenza dei cronometristi o dei chip, con spese relative a carico dell’organizzatore.

Problema di difficile soluzione: come stabilire le serie, sarebbe necessario avere i tempi di ognuno, oppure far partire in base all’età dai più giovani ai più anziani; questo per evitare il più possibile i sorpassi, la fase più critica nel rispetto della distanza di sicurezza.

Per le gare che superano i 10 km, ma anche (in estate) quelle entro i 10 km, i ristori lungo il percorso possono essere effettuati solo con bottigliette chiuse e barrette sigillate, ma nessuna possibilità di spugnaggio; a meno di preparare delle docce apposite, ma questo comporterebbe ulteriori spese.

La complessità delle realizzazioni con lievitazione delle spese, che non possono essere coperte totalmente dalla tassa d’iscrizione,  e l’impossibilità di poter allestire stand e quindi di avere sussidi da parte degli sponsor, a cui si aggiunge un aumento gravoso della  responsabilità civile e penale dell’organizzatore  - ricordiamo che l’esonero di responsabilità NON ha alcun valore legale trattandosi di disposizioni di Pubblica Sicurezza e, quindi, non negoziabili - rendono in questa “fase due” l’organizzazione di qualunque manifestazione non stadia un azzardo da valutare con molta attenzione e responsabilità.

Solo quando il virus sarà completamente debellato, allora si potrà tornare al Podismo che tutti amiamo. In attesa di un futuro migliore si può tornare a correre da soli o in compagnia, affiancati: basta rispettare la distanza di due metri, un “sacrificio” accettabile.

  

Alleghiamo le sensatissime, “libere riflessioni sul tema” di Carlo Degiovanni, organizzatore di gare in area torinese.

2020, addio alle gare: pessimismo o realismo?

Un chiarimento è d’obbligo, in premessa. Le gare sono appuntamenti sportivi che prevedono una struttura organizzativa e la presenza di un numero di atleti che gli organizzatori auspicano il più alto possibile. La corsa è un gesto biodinamico che prevede un attimo di sospensione contemporanea di entrambi i piedi da terra; la camminata non prevede neppure questo obbligo. Sia la corsa che la camminata possono (anche) essere fatte in solitudine o in limitata compagnia.

Chiarito il quadro di riferimento, qual è il senso di questo scritto? Provare a discutere liberamente sulle reali prospettive di ripresa dell’attività agonistica. Personalmente mi sto convincendo che per il 2020 il discorso “Gare” sia sostanzialmente chiuso. Molte le manifestazioni già annullate e molte ancora legate al filo della speranza, quasi del miracolo che faccia in modo nel breve che… “è stato solo un brutto sogno”!
Ed in questo caso la precarietà è democratica, perché interessa sia le gare di Paese che le grandi manifestazioni internazionali.

Se ciò dovesse verificarsi, credo che Federazione ed Enti debbano anche fare una seria riflessione su costi di riaffiliazione e tessere per il 2021: ma non è ancora il momento di affrontare questo tema.

Veniamo al dunque: provo ad esporre in termini sintetici le mie perplessità alle quali potrete aggiungere le vostre o sottrarne alcune delle mie:

1 – Non so, e non è solo un mio limite, quando sarà passata l’emergenza; ma so, e di questo penso siate tutti convinti, che la ripresa dello sport, specie dilettantistico sia pure “no stadia”, non sarà tra le priorità della ripresa della vita “normale”.

2 – Quando potremo, in quanto atleti, circolare “liberamente” tra Regione e Regione e tra Stato e Stato?

3 – Dove si potranno trovare le risorse economiche per allestire le gare? Le grandi aziende stanno ritirando le proprie disponibilità ed ai piccoli commercianti e/o partite iva sarà opportuno non chiedere nulla avendo ben altri problemi da affrontare. Si toccherà con mano che le quote di iscrizione richieste, da taluni giudicate eccessive, non permettono da sole l’allestimento di mezza gara.

4 – Quanti sono gli atleti che, con questi chiari di luna, sono disposti a preiscrizioni a manifestazioni precarie?

5– Quale sarà lo staff medico e infermieristico (obbligatorio) disponibile a supportare la sicurezza sanitaria in gara? Penso che se e quando sarà “passata la nottata” altre saranno le priorità.

6 – Siamo sicuri che il volontariato organizzato (Soccorso Alpino, Protezione Civile ecc.) e quello non strutturato non ci richiedano una pausa per potersi dedicare a emergenze più importanti o al giusto riposo dopo questo infinito periodo di stress operativo?

7 – Cosa ci risponderà il servizio 118 quando gli chiederemo (obbligatorio) la disponibilità al preallarme per eventuali esigenze derivanti da infortuni in gara?

8 – Quale sarà il Sindaco che concederà le necessarie autorizzazioni, e quale piano di sicurezza richiederà, anche in presenza di gare a cronometro che qualcuno (secondo me, sbagliando) giudicherebbe più gestibili?

9 – Immagino che la semplice certificazione medico–agonistica non sarà ritenuta sufficiente, almeno nel corso dell’anno. Dovremo fare tutti i tamponi pre-gara?

10 -  ultimo punto di questo limitato rosario: gli Organizzatori sanno bene che allestire una manifestazione presuppone tempi che variano dai 2 mesi all’anno per tutte le incombenze da espletare, burocratiche e pratiche. Per le manifestazioni di settembre – ottobre siamo già fuori tempo massimo.

Come detto, l’elenco potrebbe non essere esaustivo ma, come tutti i comuni mortali, potrei sbagliarmi. Se così sarà, il 2020 sarà un anno senza gare sperando che possa almeno lasciarci la consolazione di praticare la corsa o la camminata, queste ultime indispensabili per mantenere viva la nostra passione.

Una considerazione Post Scriptum: ho avuto modo di sentire parecchi colleghi organizzatori o meglio “pluri-organizzatori”; c’è rammarico, ma anche la presa d’atto che, forse, un anno di pausa fa bene anche a noi (loro). Un anno, per scoprire altre passioni sempre accantonate e per mantenere in piedi la “baracca”.

 
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