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Ott 01, 2020 Simona Bacchi – Alessandro Mascia 1356volte

Ripartiamo da San Marino

Amici ritrovati prima del via Amici ritrovati prima del via Daniela Gianaroli

Quell'emozione di euforia mista a timore, tipica delle prime volte: anche se nelle prime volte gioca un ruolo fondamentale l'incoscienza, la mancanza di esperienza. Queste sono le sensazioni che ci hanno accompagnato nel ritorno alle maratone dopo il lungo periodo di stop forzato per l'emergenza covid.
La  comunicazione della maratona di San Marino è uscita all'ultimo minuto, tant'è che alcuni di noi si sono trovati impreparati, sprovveduti di certificato medico rinnovato; nata come maratona a staffetta è stata aperta anche agli atleti individuali solo un paio di settimane fa.
Iscritti al volo, nonostante un tempo limite iniziale di 5 ore e mezzo, poi prolungato a 6 ore, e un dislivello di quasi 800 m; rassegnati alla possibilità di finire fuori tempo massimo pur di tornare a respirare quell'aria mista di adrenalina ed energia che regalano il pettorale e il gruppo di amici maratoneti che non incontravamo ormai da troppo tempo.
Tutto si era fermato a fine febbraio, quando il clima era ancora fresco; stesso clima che abbiamo ritrovato  nell'ultima domenica di settembre a Borgo Maggiore nello Stato di San Marino, ai piedi del monte Titano, dove partiva questa maratona a giri: 7 volte lungo un anello da 5900 mt e un andirivieni nell'ultimo passaggio per raggiungere la metratura regolamentare (misurata con “odometro”, assicurano gli organizzatori).
Circa 350 gli atleti, distribuiti tra maratona individuale e staffette di 5 partecipanti a batteria; noi singoli siamo partiti alle 9.35 dal centro, da qui un buon tratto in discesa ci portava all'interno di due gallerie pedonali in costante salita. Di seguito il percorso è stato ricavato sulla corsia a monte della circonvallazione, rigorosamente chiusa al traffico nel nostro senso di corsa. Le discese e le salite non particolarmente impegnative ma costanti per lunghi tratti ben presto hanno fatto emergere una forma fisica poco abituata a corse così lunghe.  Un bel panorama sul mare nella seconda parte, e ad ogni passaggio il naso all'insù per ammirare la rocca a strapiombo sulla roccia. Un breve ma impegnativo strappo di salita portava nuovamente al centro del paese e quindi al traguardo.
Un ristoro sempre rifornito di solidi e liquidi e la presenza di numerosi bagni pubblici comunali sul ciglio della carreggiata  hanno appagato ogni esigenza. Nemmeno il tifo e la musica al passaggio dal via sono mai mancati; e per finire, la gioia di portare al collo la medaglia, piccola ma significativa. Ciò che però ha reso tutto speciale è stato finalmente poter ritrovare gli amici che più sono mancati, quella "famigliarità" che crea un legame nonostante le distanze e le differenze. 

 

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