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Mag 18, 2021 3168volte

Giudici di gara: gran brutto "mestiere"

Giudici in azione Giudici in azione

Non se ne parla mai abbastanza dei giudici di gara, a pensarci bene in fondo è giusto così, i protagonisti sono gli atleti; d’altra parte, molto banalmente, senza giudici non ci possono essere le gare o se fanno un cattivo lavoro vengono fuori male.

L’occasione per parlarne è la recente manifestazione “Cinisello Balsamo Running Festival”, gara che prevedeva 6-12-24 ore su un circuito di 1000 metri, parte in pista e parte nelle immediate vicinanze dello stadio Gaetano Scirea. Una manifestazione che pare proprio ben riuscita, lo dicono i numeri; 294 atleti classificati tra le varie lunghezze, un successo certamente trainato anche da Simone Leo, noto ultramaratoneta e vice presidente del gruppo sportivo Impossible Target, ASD di riferimento e società organizzatrice della manifestazione. 

Una gara dura per tutti gli atleti, ma altrettanto per i giudici, chiamati a coprire tutto l’arco delle 24 ore, anzi qualcosa di più, perché ovviamente si deve arrivare prima per verificare che tutto sia a posto, e dopo, fino a che le classifiche non siano definite. 

Un compito lungo e faticoso, una delle tante situazioni dove supporto e collaborazione da parte di chi organizza sono elementi fondamentali. Ecco, qui qualcosa non ha funzionato, in particolare nel momento più complicato, nel corso della notte; ho parlato sia con i giudici, che con Simone Leo (nell’occasione anche speaker) e viene da dire che, come minimo, ci siano state parecchie incomprensioni. Doveva essere previsto gratuitamente il ristoro (caffè, the, panini, etc), in realtà salvo qualcosa è stato tutto a pagamento (a proposito, 5 euro per una birra, senza scontrino…insomma). Non era previsto un gazebo chiuso, dove riporre le proprie cose e riposare, di tanto in tanto, invece una mini mini casetta di legno che i giudici (14) dovevano condividere con fotografo e addetti al crono. Si potevano (dovevano) prevedere delle brandine, o almeno delle sedie a sdraio, piuttosto che una panca di legno. La mattina del 16 maggio, dopo una notte letteralmente in piedi, una colazione ci poteva stare. Qui i giudici si sono ….attrezzati da loro, acquistando e pagando il necessario di tasca propria. Poi ci sarebbero da registrare degli atteggiamenti un po’ intransigenti e di scarsa disponibilità degli organizzatori, ma diciamo che questo potrebbe avere a che fare con la personale percezione di ognuno e la risolviamo così.

Ho preso ad esempio questa specifica situazione, ma altre simili sono capitate in passato; spesso non “ci si fa caso” ai giudici, salvo quando si debba contestare qualcosa. Succede in particolare quando gli organizzatori affrontano una prima esperienza, era proprio il caso di questa manifestazione, mille cose a cui pensare, ti sfugge sempre qualcosa. Però è un peccato quando tocca proprio a chi svolge il proprio “lavoro” di giudice, sono volontari che fanno questo per passione ed entusiasmo, figure poco conosciute e riconosciute. 

I giudici raramente chiedono, men che meno pretendono, certamente in cuor loro si aspettano qualcosa. Credetemi, si emozionano quando dopo una prova su strada viene dato loro il pacco gara riservato agli atleti. Oppure quando in pista viene portato loro un panino e una bottiglietta di acqua alla loro postazione. Eh, già, capita di non potersi muovere per ore per svolgere il proprio dovere. 

Non me ne vorranno quelli di Impossible Target che hanno organizzato questa manifestazione (anzi, bravi a mettere in piedi una "prima", proprio di questi tempi), e se vorranno esprimere la loro opinione ovviamente hanno tutto lo spazio che vogliono su questa rivista. Ho preso a spunto questa situazione, dove oggettivamente qualcosa non ha funzionato, soprattutto per richiamare l’attenzione degli organizzatori verso il GGG, gruppo giudici gare.

 

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