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Mag 01, 2018 Alexio D'Alessio 2450volte

Ostia Antica (RM) - 13^ Per Antiqua Itinera

Alexio D'Alessio in gara Alexio D'Alessio in gara Foto Leonardo Ciacci

Partecipo per la terza volta a questa gara, che quest’anno rappresenta la quinta delle undici previste per il Trofeo AVIS riservato a donatori runner ed in più è la prima delle due definite “gara blood”, che assegnano un punteggio maggiore a chi vi prende parte.

Arrivo sul posto di ritrovo, un circolo tennis, un’ora prima della partenza e mi dirigo dove si ritirano i pettorali ed i pacchi gara (alimentari).

A mezzora dallo start raggiungo alcuni compagni di team per la foto societaria; faccio un po’di stretching e, a dieci minuti dalla partenza, mi metto dietro il gonfiabile.

Il mio obiettivo è migliorare il 41’14” dello scorso anno, ma so già che sarà difficile, dato che è previsto un gran caldo, quasi estivo, che io soffro da morire.

Il percorso è di 9,750 km: prevede il primo km e mezzo su asfalto, seguito da circa 7,5 km di sterrato e strada bianca, infine gli ultimi 700 metri di nuovo su asfalto.

Si parte, con il sole ed la temperatura sui 26°, leggermente ventilato solo in alcuni punti: dopo poche centinaia di metri ed un paio di curve a gomito, ci immettiamo nel borgo, in una strada stretta, che costeggia il castello di Giulio II, con fondo di sanpietrini; qui si sta attenti più che altro a non scontrarsi con qualche altro runner.

Per fortuna, questo tratto è breve; ci immettiamo sulla strada asfaltata, in leggera discesa, che ci fa varcare il cancello degli scavi di Ostia antica, pieni di turisti che vengono ”disturbati” dal nostro passaggio; questo tratto asfaltato ed abbastanza largo arriva fino al km 1,7, dove inizia lo sterrato che ci porterà fino al nono km.

Per i primi 2 km, nonostante le difficoltà di percorso, riesco a tenere un’andatura intorno ai 4’15” al km; successivamente, mantengo un ritmo uniforme, di poco superiore ai 4e18 min/km, ma già sento la necessità di passare sui pochi tratti ombreggiati che incontriamo e penso che non riuscirò a mantenere questo ritmo fino alla fine.

Al 5° km la mia media è di 4’18, ma sento la necessità di fermarmi al ristoro con sola acqua posizionato circa 200 metri dopo, dove mi svuoto sulla testa un paio di bicchieri d’acqua, mentre ne bevo due, facendo fatica a ripartire.

Questo km ed i successivi li corro sopra i 4’30”; nella seconda parte della gara mi superano una decina di runners, che non riuscirò più a riprendere.

Dopo il cartello del 9° km finisce la strada bianca e ritorna l’asfalto per gli ultimi 700 metri di percorso: non riesco però ad accelerare per recuperare qualche posizione, nonostante ci siano quasi unicamente rettilinei, con una doppia curva a gomito negli ultimi 200 metri; al termine della seconda s’intravvede l’arco di arrivo distante circa 150 metri.

Con un impeto di orgoglio , negli ultimi 50 metri riesco a sopravanzare un runner che mi precede e e a non farmi superare da un altro che sopraggiunge a tutta velocità dalle retrovie.

Concludo la mia “fatica” con il real time di 43’15”, alla media di 4’26”/km, che mi varrà l’83° posto assoluto sui quasi 600 finisher (oltre duecento in meno rispetto al 2017).

I vincitori risultano essere: Roman Prodius (LBM Sport), al maschile, in 32’09”; Michela Ciprietti (Podistica Solidarietà), al femminile, che si classifica 15^ assoluta, in 37’14”.

Una gara sempre ottimamente organizzata e con un lauto ristoro finale; particolari sono i trofei consegnati, tutti riproduzioni di anfore e piatti romani. Due le cose da migliorare: il ristoro intermedio che, causa caldo, doveva necessariamente essere più corposo (ma la sera stessa della gara la società organizzatrice ha chiesto scusa con un comunicato), e l’intralcio dei passanti nelle due curve a gomito finali, che ci vedevano costretti a passare sui marciapiedi.

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