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Ott 10, 2018 Massimo Muratori 2506volte

Baunei (NU): Ultratrack Supramonte Seaside

Un passaggio 'quasi' normale Un passaggio 'quasi' normale Massimo Muratori

6 ottobre - Che non fosse una gara per “mammolette“ lo si evinceva dai freddi numeri: 90 km con 4.500 mt di dislivello positivo, un terreno che veniva annunciato come molto tecnico e, dulcis in fundo, solo 20 ore come tempo massimo. Per gente del mio calibro ce n’era a sufficienza per non tentare nemmeno l’impresa e  deviare sulla più umana (ma non troppo)  43 km, che con i suoi 2.500 mt D+ , e pratica da sbrigare in massimo 9 ore, ha permesso anche a chi scrive di giungere tranquillamente entro il tempo massimo e lasciar dietro una dozzina di concorrenti.

Chi invece non voleva correre rischi poteva optare per una competitiva da 16 km con 1.600 mt D+  e passo libero per tagliare il traguardo.

Completava la kermesse sarda una passeggiata non competitiva di 16 km che ha tratto in inganno più di un camminatore, grazie ai suoi 1000 mt di salita, concentrati in un tratto di canalone di tre km, che con pendenze da sky race portava al primo ristoro comune a tutti i percorsi.

Gli organizzatori dell’ASD Artzia hanno avuto il non trascurabile merito di portare al via delle gare competitive ben 440 atleti, a cui aggiungere i partecipanti alla non competitiva il che, stando a quanto annunciato dallo speaker alla partenza, portava il numero complessivo a quasi 700 atleti.

Il percorso che posso descrivere, cioè i 43 km, ci ha presentato quello che penso sia un panorama completo del territorio sardo almeno per quanto riguarda la regione dell’Ogliastra, con un primo tratto di 5 km su un sentiero tagliato a picco sul mare a 200 metri di altezza, e relativo spettacolo di baie, insenature, pinnacoli di pietra che svettavano dal mare per centinaia di metri: il tutto reso ancor più spettacolare da una splendida giornata di sole che, come direbbero i più, illuminava panorami “mozzafiato”.

Il fiato invece era mozzato al sesto km quando il sentiero svoltava di 90 gradi iniziando la citata salita di 900 metri in poco più di 3 km, all’interno dello stretto canalone con suggestivi passaggi  sotto archi in pietra o in tratti dove una pioggerella che filtrava dalle rocce sovrastanti donava un gradito refrigerio al trailer in ebollizione causa sforzo, oltre a una visione che pareva una caduta di cristalli illuminati dal sole sorgente.

Una volta in vetta ci attendeva il primo ristoro con liquidi vari e crostate alla marmellata, dopo di che iniziava uno dei pochi tratti corribili su una strada carraia di alcuni km che ci avrebbe portato in una lunga discesa poi all’interno di un bosco al 18° km; qui un’altra impegnativa salita fino a quasi i 500 metri di quota esigeva la sua dose di fatica; al 23° km il solo vero ristoro della nostra gara, e ne approfitto abbondantemente mangiando salame, formaggio, noci, nocciole e polenta in cipster, il tutto annaffiato  da ottima birra locale: sarà la mossa vincente perché i successivi ristori saranno molto spartani, praticamente solo liquidi con un po’ di frutta.

Due parole sull’ubicazione di questo punto di ristoro posto sull’altipiano del Golgo e nei pressi della chiesa di San Paolo: una piccola chiesa completamente bianca circondata e protetta da un alto muro a secco di pietre scure. L’effetto è decisamente da film western non mancando nemmeno alcuni cinghialetti semiselvatici che grufolano sotto le piante alla ricerca di ghiande. Ci si sente fuori dal mondo e lontani dalle sue frenesie.

Da qui comoda discesa fino al 27° km e poi 8 km di salita non sempre durissima ma con un lunghissimo tratto all’interno del letto in secca di un torrente dove le fettucce costituivano, a mio avviso, l’opinione dei tracciatori sulla strada da seguire visto che in realtà si passava di roccia in roccia con molti passaggi a quattro mani, dovendole  utilizzare per arrampicare: in un tratto di una quindicina di metri mi sono trovato sul traverso di una liscia parete, in parte bagnata, con una pendenza che in quel momento mi sembrava di almeno70°. Al termine di questo tratto sono riuscito a non vedere una bandella che indicava un sentiero a sinistra da dove iniziava una salita “normale“ su carraia, proseguendo invece diritto per 250 metri e scalando una roccia alta come un tir… che una volta resomi conto dell’errore non è stata per niente piacevole da ridiscendere.

A mia parziale discolpa posso dire che due concorrenti che mi seguivano a una certa distanza sono incappati nella stessa svista.

Al 35° km poco prima di scollinare a 740 metri di quota troviamo l’ultimo ristoro con i soliti liquidi ,mele e banane intere: bevo e prendo una mela da addentare velocemente perché la salita riprende ripida e i bastoncini fanno comodo, la successiva discesa su sfasciumi di pietre smosse con forte pendenza è assai impegnativa e mentre cerco di salvare le terga e non solo, penso agli ultimi concorrenti che faranno questo tratto di notte, senza provare per loro nessuna invidia.

Siamo ormai nel tratto finale e qui troviamo la gradita sorpresa di un ristoro “selvaggio” ovvero autogestito da simpaticissimi residenti che mi chiedono cosa voglio da bere;  e alla mia richiesta se hanno qualcosa da mangiare, come prestigiatori estraggono dal “cappello” una pagnotta e con una pattada ne tagliano un pezzo per me: mai pane fu più gradito e provvidenziale avendo  ormai la riserva accesa e non volendo sorbire il terzo gel della giornata.

Ultimi km in relativa scioltezza ma di buona lena cercando di non farmi raggiungere dai quattro concorrenti con i quali ci eravamo scambiati più volte le posizioni, più forti loro in discesa e più costante io in salita: piccole soddisfazioni, direte, ma abbiamo pur sempre un numero sulla pancia e per una volta che mi sento bene perché non provarci?

Alla fine, 99mo  e più di tre minuti agli inseguitori… chissà che roba !!!

Concludendo, gara da consigliare per l’unicità del percorso, tracciatura senza intoppi, ristori però da rivedere; sicurezza: come detto non è gara per mammolette, scordatevi corde di sicurezza e volontari a ogni piè sospinto. Bel pacco gara e sufficiente il pasta party.

Forse allungare un po’ il tempo sulla lunga porterebbe più persone a provarci (vedi sotto i numeri).

 

Ultra Track 90 km

 

51 partenti

28 classificati

  6 fermati ai cancelli

17 ritirati

 

Trail 43 km

 

126 partenti

111 classificati

    8 fermati ai cancelli

    7 ritirati

Consentitemi la patriottica menzione d’obbligo per il vincitore della 43 km,  Roberto Gheduzzi,  del Team Mud & Snow

 

 Basic 26 km

 

263 partenti

260 classificati

    3 ritirati

 

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