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Gen 07, 2019 4137volte

San Giorgio su Legnano (MI) – 62° Campaccio dai giovanissimi agli assoluti

Partenza gara Elite maschile Partenza gara Elite maschile Foto di Roberto Mandelli

E’ decisamente bello iniziare l’anno, sportivamente parlando, potendo assistere al Campaccio, che quest’anno ha spento le 62 candeline; e se poi la giornata è climaticamente perfetta come quella di oggi, "che volere di più dalla vita”?
L’inizio non era però stato dei più felici per via dei lavori che hanno reso irraggiungibile il pratone a fianco dello stadio Alberti, costringendomi a parcheggiare un po’ più lontano del solito. Camminando verso lo stadio ho però potuto vedere che erano già numerosi gli atleti che stavano “provando il percorso” nonostante mancasse più di un’ora alla partenza della prima prova; guardandoli, la sensazione che ho avuto è che il terreno fosse in ottime condizioni, cosa che poi mi ha confermato nel pregara chi tornava dalla ricognizione.
A proposito del percorso, non essendoci lo storico responsabile, quest’anno la responsabilità di disegnarlo è toccata a due suoi collaboratori e a Davide Zanaboni con un risultato eccellente, e nessuno si è accorto “del cambio di mano”.   
Delle gare master ha scritto Lollini

http://www.podisti.net/index.php/in-evidenza/item/3153-san-giorgio-sul-legnano-mi-62-cross-del-campaccio-gare-master.html

omettendo solo, per modestia, il suo eccellente 18:41 che lo colloca al 150° posto su 261 classificati, 30° di categoria: a dimostrare che nella nostra 'famiglia' si parla di sport dall'interno, per esperienza diretta e non per sentito dire.

Da parte mia dico che sono state tutte delle belle gare con un super Tore Gambino letteralmente dominatore della sua batteria dove ha subito preso la testa della gara senza mai mollarla e aumentando sempre più il suo vantaggio nei vari passaggi. Più combattuta la seconda batteria, quella riservata alle categorie SM45 e SM50, che si è risolta solo nel terzo e ultimo giro, a favore di Stefano Simi.  
Anche la terza batteria, quella riservata ai “diversamente giovani” (citazione di Gianni Mauri) e a tutte le categorie femminili, che si confrontavano su due soli giri, si è risolta con una lunga volata a due e vinta dal neo SM55 Massimo Martelli su Giacomo Lia.
Poi è toccato alle gare giovanili e, nonostante Gianni Mauri ripetesse a ogni partenza che l’importante era divertirsi, anche quelle sono state gare vere, ma con grande sportività. Allora onore anche a loro sperando magari, in un prossimo futuro, di fare i loro nomi nelle gare élite. Allora complimenti a Iolanda Donzuso e Lorenzo De Fanti vincitori nelle categorie Ragazze/i; a Elisa Gortan e Simone Valduga primi nelle categorie Cadette/i; a Karolina Sasinovà e Andrea Azzarini i più veloci nelle categorie Allieve/i. Un momento di paura si è vissuto nella gara Ragazzi quando, al rientro sulla pista del centro sportivo, un ragazzo si è accasciato sul prato. Pronto l’intervento dei sanitari, richiamati da Rosanna Massari che stava conducendo le premiazioni della gara femminile; questi lo hanno assistito e, nonostante si fosse già ripreso, lo hanno portato fuori dal campo in barella. Il ragazzo, così mi ha poi detto il suo Presidente, dopo quattro giorni di febbre aveva voluto correre ugualmente con le conseguenze di cui sopra. L'ho rivisto poi seduto fuori dalla tenda della Croce Rossa circondato dalle sue compagne di squadra che continuavano a fotografarlo, per loro un eroe!
Intanto cresceva l’attesa per le gare Elite in programma, per esigenze di diretta RAI, dalle 13,40 con i prati che si stavano man mano riempiendo di spettatori, ma anche di tanti partecipanti che, dopo aver corso la loro gara, si sono fermati ad applaudire i campioni più famosi.
Come si leggeva nel comunicato stampa di ieri, vari problemi di visti e di voli hanno un po’ modificato l’elenco delle e dei top, senza però modificarne l’assoluta qualità.
Molto applaudita prima del via Sara Dossena, una beniamina di questo 62° Campaccio, anche se gli occhi degli addetti ai lavori erano tutti puntati sulla turca di origini keniane Yasmin Can che, forte delle tre medaglie d’oro ai campionati europei di cross, era la grande favorita della vigilia. E Yasmin non ha deluso le aspettative e, con una gara dove ha tenuto da subito un ritmo gara sostenuto, ha iscritto il suo nome nell’albo d’oro del Campaccio vincendo con il tempo di 19’21”. Alle sue spalle l’etiope Silenat Ysmaw che ha chiuso in 19’37” mentre a completare il podio la keniana Caroline Chepkemoi in 19’46”. Quarta la recente vincitrice della maratona di Firenze, l’israeliana - anche lei di origini keniane - Lonah Chemtai Salpeter che ha tagliato il traguardo in 19’58”. Quinto posto per Sara Dossena che ha tagliato il traguardo salutando la folla come se fosse su una passerella, e non al termine della sua fatica durata 20’24”, e che dopo il traguardo si è fermata e ha aspettato e applaudito l’arrivo della giovane neo campionessa europea di cross under 20, Nadia Battocletti, sesta in 20’51”.
Previsioni rispettate nella gara maschile con gli etiopi Selemon Barega e Hagos Gebrehiwet a darsi battaglia praticamente per tutti i 10 km del percorso, e con loro l’ugandese Albert Chemutai e gli italiani Daniele Meucci e Yeman Crippa. Anzi, alla partenza ha fatto scalpore non vedere fra i primi Barega che è invece partito nelle retrovie del gruppo recuperando però le prime posizioni dopo circa 1,5 km di gara; ed è stato forse lo sforzo di questa partenza ad handicap ad aver influito sull’esito finale della gara perché, in effetti, fino al 9° km Barega ha dato l’impressione di poter lottare alla pari fino alla fine, mentre poi non è riuscito a contrastare l’allungo decisivo di Gebrehiwet che si è così vendicato della sconfitta subita a Bruxelles in un 5000 metri che, dicono gli esperti, rimarrà nella storia dell’atletica.
Tornando al 62° Campaccio, Gebrehiwet ha vinto in 29’18”, mentre 29’22” è stato il tempo di Barega, secondo. Al terzo posto l’ugandese Albert Chemutai che non è riuscito, nonostante la volata finale, a recupere Barega rimanendogli dietro di un solo secondo (22’23”).
Ha tenuto molto bene fino all’inizio del quinto giro Yeman Crippa che poi ha dovuto cedere ai tre africani, chiudendo, soddisfatto per il risultato ottenuto, al quarto posto in 29’56”. Al quinto posto Daniele Meucci che è rimasto nel gruppo di testa per oltre 7 km prima di dedicarsi a difendere la posizione conquistata in 30’11”. Se Sara Dossena è stata la beniamina della gara femminile, Yeman Crippa è stata la star indiscussa della gara maschile come dimostrano le richieste di autografi e selfie ricevute prima e dopo la gara.

Cala il sipario sul 62° Campaccio, l’appuntamento è per il 6 gennaio 2020!   

 

PS. Per chi l'ha visto solo in tv, resta lo 'spettacolo' di Roberto Mandelli issato su una scala, come da sua esigenza tecnica, e di Sara Dossena, top-runner in top, che si esibisce in un coraggioso e apprezzato duepezzi. Il cronista Stefano Rizzato, meno fantasmagorico e similaunico del collega Bragagna, ha qualche difficoltà con gli accenti, pronunciando per esempio "Lìbertas Pòrcia" quella che è Libèrtas Porcìa, società alle porte di Udine non tra le più ignote, dato che ne proviene una certa Alessia Trost; e poi parla di "binari ìnfidi" anziché infìdi. Definisce infine Barega, di cui sospetta un 'bisogno fisiologico' per giustificare il ritardo in partenza (altri hanno parlato di un cappellino da buttare, come se uno perdesse trenta secondi per farlo; altri ancora di scarpa slacciata, che è ipotesi più verosimile), "uno dei dieci prospetti dell'atletica mondiale", dove "prospetto" forse alluderà alle prospettive che il personaggio lascia intravedere. Quasi scusabile l'ignoranza su chi fosse il numero 62 che comandava il primo chilometro ("non l'abbiamo nella lista": fa venire in mente quando Monetti padre, commentando le prime fasi di una maratona e non conoscendo Vito Sardella in testa, lo definì "uno di quei buontemponi che amano farsi vedere"). Al commento tecnico di Giorgio Rondelli non si può chiedere anche l'eleganza stilistica: poteva risparmiarsi di dire che i corridori "si vanno a posizionare nelle posizioni di testa", poi si vedrà nel "sussieguo". Ma la lingua italiana è una lingua viva: se si applaude "petaloso", perché non "sussieguo"? (basta capire cosa significa). [F. Marri]

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Roberto Mandelli
Fonte Classifica: TDS