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Apr 12, 2019 Maddalena Roversi Monaco 2062volte

Vienna, correre nella bellezza con un po’ di mestizia

Correre senza far male agli animali! Correre senza far male agli animali! M. Roversi

7 aprile - Eravamo oltre 40.000 alla partenza, divisi necessariamente in due larghe corsie al Vienna International Centre. Prima della partenza, il fiume umano è stato attraversato da un famosissimo valzer dedicato a un grande fiume ‘reale’, il bel Danubio blu. Però non ho visto nessuno danzare, mentre tutti quanti abbiamo poi battuto le mani a tempo quando gli altoparlanti hanno sparato "Radio Gaga" dei Queen, che dopo il film dell'anno scorso stanno spopolando come nella loro migliore stagione.
Ho partecipato soprattutto perché il gruppo di cui faccio parte è la costola italiana di un team nato in Austria 8 anni fa e composto esclusivamente di atleti vegan, un folto gruppo che conta anche su alcuni veloci corridori, visto che alla maratona ci sono stati tempi di 3:04:42 e nella mezza di 1:22:43. Non io, che di solito finisco la mezza mentre i keniani finiscono quella intera! Però sono molto contenta perché sto lentamente migliorando, e posso affermare quanto pensavo durante la gara: se corri in un bel posto, corri meglio. Sarà banale, ma è vero, lo provo su di me. E se è vero che non siamo passati nel pieno centro intorno al Duomo di S. Stefano, devo dire che gli splendidi palazzi vecchi e nuovissimi, i larghi viali alberati, il parco e la "ruotona" del Prater, beh... sono esaltanti!
È davvero un'architettura imperiale oggi come ieri, e lo dico in senso buono!
Il pacco gara, che in me suscita sempre desiderio e fierezza in quanto giusto premio per il combattente, conteneva frutta, acqua, magnesio e una merendina vegan piuttosto sostanziosa, insieme con un blocchetto di sconti da usare in negozi di vario tipo e in una specie di galleria del vento in cui si può svolazzare per un po', premio piuttosto curioso!
Il blocchetto l'ho regalato a un'amica viennese la cui figlia adolescente ha subito apprezzato lo sconto per la stanza del vento. Inoltre per tutto il giorno i bus, tram e la metropolitana erano gratuiti per tutti gli atleti, cosa utilissima per me che dopo la corsa mi sono trovata letteralmente persa e non avevo in tasca nemmeno 50 centesimi!
Una cosa mi ha colpita: subito prima della partenza ho visto i corridori dei vari team abbracciarsi e augurarsi buon divertimento, lo hanno fatto anche quelli del mio con me, dicendomi esattamente "goditi la corsa!".
Mi ha un po' commossa, non so se succede in tutte le gare perché era la prima volta che correvo con un gruppo.

Il giorno dopo, avendo l'aereo di ritorno la sera, ho deciso di fare un giro un po' kitsch, quello sul bus a due piani che fa il giro con la voce che racconta tutto della città: tre ore! Credetemi, è utilissimo! La prossima volta che andrò a Vienna so quali musei, castelli e parchi visitare, passarci accanto e vederne gli esterni mi ha molto ispirata.

Un atleta è morto. Proprio al momento dell'iscrizione mi ero stupita che agli organizzatori non interessasse niente del mio certificato medico sportivo. Di fatto mi è stato spiegato che pur essendo il soccorso pronto e garantito, sta al singolo partecipante, maggiorenne e vaccinato (almeno per quelli della generazione sopra i 30 anni dovrebbe essere cosa certa) la responsabilità della propria salute. Confesso che ho subito pensato "è morto facendo una cosa che gli piaceva". Mi dispiace per chi ha lasciato, che ora soffrirà molto invece di festeggiarlo, ma spero che col tempo, superato il dolore, lo ricorderanno col piacere che provava lui nel correre.

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