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Gen 03, 2018 Paolo Reali 2504volte

Maratombola di Ostia: 30 dicembre di sport e non solo

Gruppo di maratombolanti Gruppo di maratombolanti Luca Bonanni - Foto4Go

Avete presente quelle idee un po’ folli, che nascono così per gioco, quando provi ad unire una passione a una necessità, ne parli con un amico, e nel 99% dei casi ti senti rispondere “ma tu sei matto”? Fortunatamente nell’1% dei casi trovi l’amico che inaspettatamente, invece di cercare di farti demordere, alimenta la tua folle idea. E così Mauro Firmani, energico e volenteroso organizzatore, 4 anni fa partendo dal desiderio di fare una tombolata con una novantina di amici, tanti quanti i numeri, ne ha parlato con Gianluca Adornetto e gli altri amici delle Marathon Truppen, un gruppo di amici/maratoneti che spesso troviamo come pacer nelle più importanti competizioni: ed è nata la Maratombola!
All’inizio sarebbe dovuta essere una corsetta informale nella pineta di Ostia, tra 90 amici, con tanto di estrazione dei numeri della tombola abbinati al proprio pettorale. Oggigiorno, solo chi vi ha partecipato il 30 dicembre è in grado di dire ciò che la creatura è diventata. Una maratona su asfalto e sterrato, completamente chiusa al traffico all’interno della Pineta di Castel Fusano, cronometraggio TDS, rifornimenti ogni 5,3 km con ogni ben di Dio: sali, acqua, coca cola, the caldo, birra, uvetta, marmellate, pizza, prosciutto, frutta, maglia tecnica, medaglia (oserei dire una delle più belle mai viste) e dulcis in fundo tombolata finale con possibilità, tramite, la cartella inserita nel proprio pacco gara, di vincere il pettorale di una manifestazione del 2018. I 160 partecipanti hanno infine potuto degustare un finale a base di pizza, salame e mortadella, pandoro e spumante! In tutto questo, son avanzati pure un bel po’ di soldini per fare beneficenza. E scusate se è poco.
I podisti provenivano un po’ da tutte le regioni del nostro variegato Paese, alcuni di questi giunti lì grazie al passaggio di Armando Quadrani dalla fermata Lido del trenino, e tutti hanno potuto ritirare la maglietta con il loro pettorale, vestirsi con indumento da gara sotto il gazebo allestito della società Trail dei due Laghi.
E così giungevano le 9 del 30 dicembre, orario di partenza: veniva cantata rigorosamente in lingua madre (anche se nel testo fornitoci dal Firmani era riportata anche la traduzione in italiano), You’ll Never Walk Alone” divenuto popolare come l’inno ufficiale della squadra di calcio inglese del Liverpool:
When you walk through a storm
Hold your head up high
And don’t be afraid of the dark
At the end of the storm
Is a golden sky
And the sweet silver song of a lark
Walk on through the wind Walk on through the rain
Though your dreams be tossed and blown
Walk on walk on with hope in your heart
And you’ll never walk alone You’ll never walk alone
Walk on walk on with hope in your heart
And you’ll never walk alone
You’ll never walk alone.

“Quando cammini nel bel mezzo di una tempesta tieni bene la testa in alto e non aver paura del buio: alla fine della tempesta c’è un cielo d’oro, e la dolce canzone d’argento cantata dall’allodola: cammina nel vento, cammina nella pioggia. Anche se i tuoi sogni saranno sconvolti e scrollati va avanti, va avanti con la speranza nel tuo cuore, e non camminerai mai da sola, non camminerai mai da sola; va avanti, va avanti con la speranza nel tuo cuore e non camminerai mai da sola, non camminerai mai da sola”.

Con queste parole nella mente si partiva. I partecipanti, a ogni transito sulla linea di partenza e arrivo, potevano verificare il proprio parziale cronometrico nonché beneficiare dell’incitamento dei presenti. Il percorso si è rivelato impegnativo dal punto di vista muscolare, in quanto misto; in più si sono aggiunte le insidie delle radici affioranti dei pini, anche se ben segnalate, e l’assenza di compattezza del terreno causa le precipitazioni dei giorni precedenti.
Commovente poi Mauro nella lettera di ringraziamento a quanti hanno contribuito all’esito felice della manifestazione. Ora, riflettendoci e constatando lo spirito solidale che ha animato i presenti, non si può non ribadire come la corsa in generale e la maratona in particolare siano discipline benefiche per l’essere umano, che è “corpo animato”.

L’anno podistico si è chiuso in bellezza, senza velleità di tempo, ma con una bellissima lezione; se alla base c’è una sana voglia di divertirsi e fare sport senza secondi fini, anche i progetti più impensabili si realizzano, e a maggior ragione una maratona come questa, che si prefigge un fine nobile e sociale, è da ritenere un valore aggiunto. La fatica? La stanchezza? Chi l’ha vista? Non esiste! Ha solo una genesi mentale: passa non pensandoci. Può darsi che la si senta in gara, ma tagliato il traguardo svanisce come d’incanto, essendo tanta la felicità. Non è la felicità lo scopo della vita?

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