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Dic 16, 2020 Fausto Dellapiana 1524volte

Roncola (BG) – La mia solitaria maratona di Reggio... alla bergamasca

Sir Marathon in corsa Sir Marathon in corsa Foto Dellapiana

Domenica 13 dicembre. Mentre mi reco al Parco Callioni per la “Maratona del Tricolore del Senatore”, vedo che, pur essendo ancora presto, le luci accese nelle case sono più numerose del solito. Oggi è un giorno speciale: come da tradizione bergamasca, stanotte Santa Lucia ha portato i doni. Mi immagino le voci gioiose dei bimbi di fronte al tavolo pieno di dolci e regali; mi immagino anche la tristezza da parte di molti per l'assenza dei nonni nel condividere questa piccola gioia. Per alcuni è solo rimandata, mentre per altri non ci sarà più, in quanto il “malo male” ha chiamato a sé molti nonni. A questo pensiero un velo di malinconia mi prende. Giunto sulla pista ciclopedonale, mi rendo subito conto che il “malo male” ha preso qualcosa pure a me. 

Mi manca la gioiosa confusione che si respira in palestra prima della partenza.

Mi manca la voce di Roberto (Brighenti), che descrive il palmares dei top candidati alla vittoria, ma che ha anche una parola per quasi tutti i partecipanti, che chiama per nome, benché molti di loro siano candidati alla maglia nera (io sono uno di questi).

Mi manca la … prima curva della gara, nella quale devo spostarmi velocemente, in quanto,essendo partito nelle prime posizioni, devo lasciare via libera agli atleti più veloci (uhmm, quasi tutti!).

Mi manca, nei primi chilometri, la discussione con Mario sulla differenza tra classifica e ordine di arrivo. Sono anni che ne discutiamo … per l'ultima volta!

Mi mancano sia l'incitamento sia le imprecazioni (beh, poche, per la verità) delle persone che già dal primo mattino popolano le vie di Reggio.

Mi manca il “cinque” di Paolo (Manelli), che dai meandri dell'organizzazione si materializza al terzo chilometro per salutare i suoi amici … tutti i partecipanti alla gara.

Mi manca il caloroso invito (anche in molte occasioni in cui la temperatura era gelida) degli addetti al terzo ristoro a partecipare alla maratona del Ventasso, voci di sirene che non ho mai ascoltato, con grande gioia della mia schiena.

Mi manca la squisita accoglienza degli abitanti di Montecavolo, che in alcune occasioni, oltre alle calde parole, hanno pure offerto un caldo caffè.

Mi manca la visuale all'uscita dal paese, che - forse unica occasione offerta in una maratona - offre la possibilità di scorgere atleti distanti un paio di chilometri più avanti.

Mi manca la salita (strano, ma vero) prima del ristoro posto al 25° chilometro, che mi dà la possibilità di rallentare e di fare il ristoro in tutta tranquillità, senza sembrare … scoppiato!

Mi manca il cioccolatino offerto al 27° chilometro dall'anonimo spettatore alle ragazze di tutte le età ed al … nonno goloso.

Mi manca il simpatico ed un po' bizzarro spettatore, che staziona da sempre al 32° chilometro, in calzoncini e con il gilet di pelle che copre il torso nudo. Offre agli atleti (?) il suo personale ristoro: lambrusco, birra, salame ed altri prodotti simili.

Mi manca la musica dei Nomadi, che gli amici del team Paterlini diffondono ad alto volume: siamo al 35° chilometro.

Mi manca il saliscendi del parco, che indica che la fine è vicina.

Mi manca il lungo rettilineo finale. Qui spesso ci tiene compagnia il suono dei clacson degli automobilisti. Non ho mai capito se è un incitamento o altro ...

Mi manca l'abbraccio finale di Paolo, che mi dice: “A te gh' l' è caveda!”

… mi manca la MARATONA DI REGGIO!

Ma il “malo male” non mi ha tolto la voglia di essere presente, di correre anche a distanza quella che da 25 anni è l'impegno fisso della seconda domenica di dicembre. Diverso il luogo, diversa la compagnia - oggi sarò solo - ma … stessa la distanza: 42195 metri! (su percorso omologato FIDAL). Stessa anche la tensione pre gara: notte quasi insonne, conati di vomito prima della colazione; quella di oggi sarà una maratona con la “M” maiuscola: “Maratona tricolore per il Senatore” (titolo conferitomi da Paolo 15 anni fa; sono ancora in attesa delle indennità, ma sappiamo come va la burocrazia).

Un breve accenno alla “gara”. Oggi si corre con il cronometro. Beh, gara importante, quindi da portare a termine (dopo circa 700 maratone corse, tutte finite, non mi fermerò di certo). Passaggio alla mezza in 2h 43'. Nelle ultime maratone corse qui il mese scorso, con un tempo di passaggio simile, la proiezione finale era di circa 5h 40/45'. Controllo il passaggio a cinque giri dalla fine: tempo 4h 07'. Realizzo che posso fare un tempo giusto giusto per l'occasione, basta che mi impegni un po'. Corro la seconda parte più veloce della prima.

Tempo finale 5h 25' 42”.

25: come le edizioni della Maratona di Reggio Emilia (24 + 1)!

42: come la lunghezza di una maratona!

“Malo male”, mi hai tolto molto, ma noi Bergamaschi siamo resilienti e ci stiamo riprendendo. 

Io, “Sir Marathon”, mi sono ripreso la Maratona di Reggio Emilia, anche se fatta alla Roncola, sulle rive del Brembo!

 

 

 
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