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Lug 16, 2022 1194volte

Baggiovara, 33 gradi e il resto, eppure ci siamo ancora

Baggiovara, 33 gradi e il resto, eppure ci siamo ancora Roberto Mandelli

Baggiovara (MO), 15 luglio – La Padània è proclamata zona rossoarancio per il caldo (oggi le temperature hanno toccato i 37, alle 19,30 in cui si partiva stavamo sui 33), in attesa di tornare zona rossa per il Covid vero o presunto; eppure, il calendario della sagra di Baggiovara (paesone poco a sud di Modena, il cui nome risale ai Bajuvari o Bavari che lo occuparono ai tempi delle invasioni barbariche; podisticamente parlando, km 10 della ex maratona d’Italia) non ammette deroghe, e dopo la pausa virale riprende con la sua data (settimana più, settimana meno).

Il volantino recita “16° Memorial Bondi”, ma sono ben più di 16 anni che ci si ritrova qui; i meno giovani (come Paolo Giaroli) ricordano anche i tempi, 30 e più anni fa, che si svolgeva in marzo una combattutissima gara a staffetta, grosso modo su questo tracciato ma con passaggio da Casinalbo. I più aggiornati sanno che qui c’è il distributore di benzina più economico della provincia (oggi la verde sta a 1,86) e dopo la gara passano a fare il pieno. Stare però attenti al proditorio autovelox piazzato dal limitrofo comune di Formigine sulla tangenziale, che passa lontanissima dal centro urbano, infossata in un canale, ma è giuridicamente utile per fare cassa (notare che nello stradone, a due carreggiate separate, è stato prima abbassato il limite da 110 agli striminziti 90, e poi installato l’apparecchietto).

Economico invece il prezzo del gnocco fritto venduto alla sagra: 0,50 al pezzo, la metà di quello che fanno pagare a Modena con la scusa dell’autofinanziamento sociale (tutti, ma proprio tutti, hanno bisogno di soldi). Con la conseguenza che nel dopo-gara alla cassa parrocchiale di Baggiovara c’è una fila di 50 persone, e qualcuno desiste.

Nel mezzo, si corre: perché? Campionesse come Sonia De Carlo (la bocca sempre atteggiata a un sorriso tra il garbato e il triste) o Simona Bedeschi si ristorano dalle gare impegnative appena organizzate e corse, e anziché aduggiarsi di ripetute solitarie fanno il loro allenamento in compagnia; Paolino e Maurito Malavasi vengono qui per abitudine e come ultima rifinitura prima del trail marathon in terra friulana; Angelo Giaroli ha lasciato che il suo sodale Cuoghi si cimentasse per l’ennesima volta alla Bologna-Casaglia-San Luca (scartata da altri per esosità), ed è venuto qua, in buona compagnia non necessariamente podistica. Solitario è come sempre Leandro Gualandri, però in compagnia della inseparabile Fp2 portata fino alla partenza. La scultorea Alessandra, con la sua amica, aveva pensato di fare qui l’ultima sgambata prima del trail della Nuda previsto sul nostro appennino domenica prossima, per cui avevano già pagato: ma oggi arriva la notizia che la gara è stata de-Nudata avendo raggiunto… non più di 11 Nudisti preiscritti.

Società come la Guglia o la Madonnina hanno innalzato le loro tende nel solito campo fresco (non Largo…) alle spalle della chiesa; ma incredibilmente, a vincere per numero di partecipanti non sarà il Cittanova, ma a pari merito lo Sportinsieme e la Rocca di Formigine, che ne iscrivono ben 30 ciascuna, superando i 26 della Madonnina.

Naturalmente c’è chi parte anche mezz’ora prima (Verzoni ricostruisce la storia del suo intervento chirurgico studiato col dottor Guaitoli in modo da battere Marri; non pervenuti i Montesanpietrini dopo l'astinenza fotografica di Marzaglia), ma all’ora canonica siamo – a occhio – un centinaio buono, che disciplinatamente attendiamo l’arrivo dell’ambulanza e l’OK dei vigili per partire, superando un cavalcavia quasi all’inizio e un altro quasi alla fine (ricorda il giro a tappe di Carpi, commenta Gelo). Come sempre, poco dopo il 4° km, in uno dei rari tratti ombreggiati, c’è Debbia col suo ristoro di tè fresco e di acqua tiepidina. Un altro po’ di sterrato, poi il secondo cavalcavia, la rituale deviazione nel campo di grano mietuto e infine l’arco gonfiabile dopo 6,700 km. Per i 2 euro di iscrizione, mezzo chilo di spaghetti, altro ristoro di tè e acqua, e doccia all’aperto ricavata dalla traversa di una porta da calcetto. Fotografi locali con un almeno paio di scatti ciascuno per ogni concorrente (più le foto on demand): chissà se è ancora vivo quel fotografo del podismo antico modenese, che aspettava a cento metri dal traguardo, e se un podista gli faceva segno con pollice e indice della mano, scattava, e la settimana dopo portava la stampa per 1000 lire. Ma forse è sepolto a Baggiovara, uno dei pochissimi cimiteri modenesi con posti ancora disponibili.

Cadono i governi ma si studia il modo di non far cadere né onorario né pensione ai poveri onorevoli scadenti in procinto di tornare a vendere bibite allo stadio; l’inflazione galoppa, il dollaro ha pareggiato l’euro così chi si iscriverà a New York o Chicago pagherà il pettorale 50 euro in più; va su pure l’indice erretì, la quarta dose è partita in tutta Italia (Mandelli è già tetradosato), non ancora nella progreditissima Emilia-Romagna. Ma chissene… come cantava Gianni Morandi quando non si tingeva i capelli e gli bastavano capolavori del genere per andare in testa alla hitparade di Luttazzi, e chissene importava se nelle hitparade del resto del mondo c’erano canzonucce come Pretty woman, The house of rising sun, A hard days night, ignote alle mamme cui bastava Canzonissima.
E bando alle nostalgie: oggi si correva a Bazvèra, e ci vuol altro per fermare noi irriducibili.

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