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Mar 13, 2018 Alexio D'Alessio 2424volte

La mia sesta RomaOstia, senza personale

La ASD Sempre di Corsa Team La ASD Sempre di Corsa Team Foto Alexio D'Alessio

Partecipo a questa manifestazione per il quinto anno consecutivo e per la sesta volta in assoluto: il mio obiettivo è fare meglio dell’ora 34 minuti e 24secondi dello scorso anno.

Questa gara è da svariati anni la mezza maratona più partecipata d’Italia; per il 2018 è l’unica gara sul suolo italiano che ha il prestigioso riconoscimento Gold Label della IAAF.

Dopo il raduno di squadra e le foto di rito, a circa un’ora dalla partenza mi cambio e consegno la borsa ai camion dell’organizzazione, che la traferiranno ad Ostia.

Dopo un breve riscaldamento, ad un quarto d’ora dalla partenza, ciascuno entra nella griglia di competenza.

Dopo le handbike ed i diversamente abili, alle 9e15, avviene lo start della prima onda, di cui occupo l’ultima griglia disponibile.

Appena partiti, vien giù una leggera pioggerellina che - a tratti - scenderà per tutta la gara, accompagnata dal vento proveniente da SE, che in alcuni momenti dà fastidio; fortunatamente la temperatura è abbastanza piacevole.

Il primo tratto è costituito dal ponte del laghetto in leggera discesa, per poi immetterci - dopo circa 500 metri - su viale Europa, con una curva secca a sinistra; in questo primo frangente si deve far attenzione a non sbattere contro qualche runner, per poi (fino ai 3,5km), percorrere delle vie abbastanza larghe del quartiere EUR.

Nonostante il “traffico”, effettuo il primo km a 4’25” e il secondo addirittura a 4’13”; cerco così di rallentare per conservare le forze, difatti i tre successivi km li faccio al passo programmato.

All’incirca al 3,5km, imbocchiamo la ”1000 pini”, la Colombo, che con i suoi saliscendi ci porta verso il mare di Roma.

Nonostante il primo tratto di leggera salita, il passaggio ai 5km lo effettuo a 4’24” di media: sarebbe meglio rallentare di qualche secondo per arrivare abbastanza fresco alla famigerata salita del camping.

Prima di giungere al ristoro (il primo) c’è una breve salitella, percorro questo km in 4’50”; quel che perdo nelle salitelle, cerco di recuperarlo nei tratti di leggera discesa.

Intorno al 7° km mi superano i pacemaker dell’ora e trentacinque, il mio ritmo è più o meno quello che volevo; difatti, al 10°km la mia media è di 4’8, nonostante al km 9,6 sia iniziata la famigerata salita “del camping”, una salita al 2-3% ma lunga quasi un km e mezzo che mi stronca, dato che superato il tappetino di rilevamento tempo, sono costretto a camminare per circa 20 secondi, incitato da chi mi supera. 

Questo km risulterà il più lento della gara, avendolo corso in 5’38”: da qui in poi non riesco ad andare più forte di 4’40”, anche nei tratti più favorevoli, e cerco di arrivare il prima possibile al traguardo.

La media al 15° km è diventata di 4’35” e peggiora ancora di più al 20° km arrivando a 4’39”, dato che alcuni km li corro quasi a 5’00”.

Sono “cotto” e non capisco perché, mi riprendo leggermente nel tratto in leggera discesa che porta al “biscotto” finale di 250+250 metri; raschiando il fondo, faccio gli ultimi 100 metri a 4’00” e concludo nel real time di 1h37’46”, ad una media di 4’38”, molto insoddisfatto per aver mancato il mio obiettivo personale e non di poco.

Dopo l’arrivo, seguendo un percorso prestabilito, ci sono consegnate la classica mantellina antipioggia, il sacco ristoro, un gelato, il the caldo e la bella medaglia. Mi dirigo poi verso il parcheggio camion, per ritirare la mia borsa.

Per la cronaca, i vincitori, sui 9172 arrivati, circa 800 in meno del 2017, sono: tra gli uomini, il favorito della vigilia, lo statunitense Galen Rupp, che, con il tempo di 59’47” (sarà l’unico sotto l’ora), stabilisce il suo pb, sfiorando di pochi secondi il record nazionale; tra le donne vince l’etiope Haylu Tesfaye in 1h09’02”, 19^ assoluta.

I primi italiani sono, tra gli uomini, Khalid Jbari, 13°assoluto, con il tempo di 1h07’51”; tra le donne, 6^ assoluta, la nazionale Rosalba Console, in 1h13’45”.

Da migliorare è sicuramente il numero di bagni chimici presenti in zona partenza, che sono sempre di meno, e ti vedono costretto ad usufruire della vegetazione circostante; il village molto scarno e con diversi stand vuoti nel pomeriggio di apertura.

Non si riesce a capire la differenza di 2500 atleti tra iscritti ed arrivati, con questo numero che ogni anno scende di quasi 1000 unità.

Apprezzata, nel pacco gara, la mantellina per coprirsi prima della partenza; da rivedere la qualità della t-shirt, che con l’avvenuto cambio dello sponsor tecnico, sembra di qualità inferiore rispetto allo scorso anno.

Una gran bella manifestazione, con una grande organizzazione “dietro”, ma con la quota d’iscrizione che ogni anno aumenta e che è già arrivata a costare quasi come una maratona.