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E vabbé, come sempre, la fiera delle illazioni. A cominciare da quello che crede o non crede alla complicità, eccetera. Vorrei però sottolineare, cara redazione di Podisti.net (che come ben sapere stimo fin dalla sua nascita, che la diffamazione a mezzo stampa è un reato GRAVE. Credo che a redattori, proprietari di pagine social, commentatori random questo concetto dovrebbe essere spiegato ogni giorno: non conta se uno è un criminale o meno, anche di fronte ad una condanna definitiva. Conta se lo si sputtana, giusto per usare parole comprensibili a tutti. Nella vita quotidiana, ma soprattutto a mezzo stampa è VIETATO SPUTTANARE chiunque. Possa solamente in secondo piano il problema enorme dei processi mediatici: i processi si fanno in tribunale. Tutto il resto è, a dir poco, cattiva educazione. Ma nel caso di un mezzo di comunicazione diventa pure un crimine. Grave. Non è stata forse queste redazione a combattere la presenza online di una pagina di giustizieri del nulla legata al mondo dello sport, oggi sospesa e per almeno un annetto ancora dalla Fidal? Tra l'altro, in attesa del processo di civile per risarcimento danni che le persone sputtanate hanno intentato. E che sicuramente vinceranno. Rovinando per sempre la banda bassotti dello sputtanamento. Personalmente, mi arrogo solamente i merito, a sentenza avvenuta, di averli fatti sbattere fuori, spero in eterno, dai social. Insomma: se uno ha le prove di una scorrettezza, il suo DOVERE è di denunciare a giudici e federazione. NON di sputtanare. Grazie e buon lavoro.
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Risponde Stefano Morselli:
Si chiama giornalismo di indagine.
L'atleta è stato squalificato dalla gara grazie alla nostra indagine.
L'atleta coinvolto a sua insaputa (il 155) si difenderà, se verrà imputato, con il nostro materiale.
La Fidal aprirà certamente un'indagine grazie alla nostra denuncia.
Sa di cosa mi pento? di non aver sputtanato con nome e cognome una delle piu' grandi maratonete italiane quando nel 2006 (potrei sbagliare l'anno) si fece spingere su tutti i cavalcavia della maratona d'Italia di Carpi, ed aver invano atteso che la FIDAL aprisse d'ufficio l'indagine grazie alla nostra "tiepida" segnalazione.

03/01/2024
Risponde Stefano Morselli:
Gentilissimo Marabini, il Tribunale Federale ha emesso la sentenza di colpevolezza nei confronti di Laudicina dopo che lo stesso ha confessato e confermato la ricostruzione dell' "Ispettore Gadget"-