Trans d’Havet 2022: Zambon e Olivi inarrivabili
23 Luglio - Clima letteralmente arroventato quello che ha dominato l’undicesima edizione di Trans d’Havet, che si chiude oggi a Valdagno. Quasi 650 si sono presentati sui due parterre di Piovene Rocchette, da cui si è staccata la Ultra Marathon 80k, e Recoaro Terme, scenario delle partenze sia della Recoaro Marathon 40k, sia della Montefalcone Half Marathon 24k.
Vittoria di giornata ad Alessio Zambon (Vicenza Marathon-La Sportiva), davanti a Vittorio Marchi (ASD Team Km Sport) e Jimmy Pellegrini (Bergamo Stars Atletica-Skinfit-HokaOneOne); per le donne, ad Alessandra Olivi (ASD Scarpe Bianche-Scarpa/Mico), vincitrice su Marialuisa Tagliapietra (United Trail&Running) e Marta Cunico (Ultrabericus Team ASD).
Nella Recoaro Marathon di 40km trionfo bis di Diego Angella (Atletica Brescia-Marathon-Scotto-Gialdini) su Christian Modena (Lagarina Crus Team) e Matteo Andriola (Unione Sportiva Aldo Moro). Al femminile successo firmato da Irene Saggin (Ultrabericus Team ASD) su Gaia Signorini (Runners Team Zanè) e Angela Trevisan (GP Turristi Montegrotto).
Infine, la Montefalcone Half Marathon con i suoi 24km ha incoronato Ruggero Pianegonda (Sport Race ASD), vincitore su Luca Marchioro (Skyrunners Le Vigne Vicenza) e Michele Meridio (Runners Team Zanè-Brooks Trail Runners). Prova donne invece assegnata a Giulia Zaltron (Marunners) che ha chiuso davanti a Veronica Maran (Skyrunners Le Vigne Vicenza) e Liliana De Maria (Facerunners ASD).
La gara Ultra80k
Era la prova più attesa dopo due anni di stop forzato per effetto della pandemia e in 250 si sono presentati alla mezzanotte in linea di partenza a Piovene Rocchette. La “sgambata” di approccio al Summano e poi al Novegno, prime asperità del programma, ha visto subito i gran favoriti mettersi a fare le lepri, con l’alto atesino Jimmy Pellegrini a marcare per primo il ruolino al transito del chilometro 21 sul Monte Novegno, tallonato nell’ordine dal thienese Alessio Zambon e dal veronese Vittorio Marchi, quindi da Roberto Mastrotto e Fabio Di Giacomo. Ruzzolato sulle creste del Summano, il chiampese Mastrotto accusava il colpo e dopo aver perso smalto era costretto al ritiro, sfumandosi il sogno di bissare un successo raccolto con grande sforzo nel 2018.
Chi invece di smalto ne aveva da vendere era il portacolori del team Vicenza Marathon – La Sportiva, Zambon, che in men che non si dica grattava metri e minuti e sbucava per primo alla galleria numero 51 sul Pasubio, mettendo dietro già a debita distanza sia Marchi che Pellegrini. Da quel punto in poi, Zambon non ne aveva più per nessuno, spingendo sull’acceleratore fino a Pian delle Fugazze per poi governare il grande distacco raccimolato. A Campogrosso Marchi inseguiva attardato di 14 minuti, mentre Pellegrini era già indietro di 20 minuti. Sfruttando così le ultime ore di clima mite Zambon raggiungeva la “Cima Coppi” sul Carega poco prima delle 7.30 per lanciare la discesa del vallone di Campobrun, ottimo tratto per lasciar correre le gambe e magari mettere anche ulteriori minuti dietro di sé. Ma di fatto non c’era già più storia con il podio maschile pressoché composto. Solo la coppia Marchi-Pellegrini si concedeva qualche tentativo di riavvicinamento, ma sempre controllato dal veronese, altrettanto saldo in seconda piazza.
Sul traguardo valdagnese Alessio Zambon fermava il cronometro sul tempo di 10:32:12, staccando Marchi di 19’34” e Pellegrini di oltre mezz’ora.
Gara liscia come l’olio, o quasi, per la vincitrice in campo femminile, Alessandra Olivi che ha chiuso con il tempo di 13:09:00. Memore di altre due edizioni corse in situazioni climatiche assolutamente diverse, quest’anno la veneziana aveva puntato tutto sulle prime ore di gara, per approfittare delle temperature più miti, non sforzando invece sotto il caldo crescente della mattinata sul Carega. Giusto qualche sguardo gettato alle spalle nei primi ristori per vedere quanto distassero le dirette inseguitrici. Non vedendo traccia alcuna decideva di lasciar andare le gambe spensierata verso il traguardo. Il podio rosa si completava, con abbondante distacco, nel segno di Marialuisa Tagliapietra (14:00:31) e Marta Cunico (14:37:49).
“Trans d’Havet rimane una gara fuori dal normale – ha spiegato il vincitore, Alessio Zambon – una di quelle che, vedendone il profilo ogni giorno quando guardo fuori dalla finestra, pensi che un giorno potresti anche vincerla. Ma sono quei sogni un po’ come dire che un giorno mi comprerò una Ferrari. Li fai, ma non pensi a quando mai potrebbero diventare realtà. Verso le Gallerie mi sono accorto di avere una possibilità, mi sono sentito di avere una gamba che non so dove ho trovato, allora ho spento il cervello e acceso il cuore e sono arrivato fin qua. Mi dispiace per i ritiri di Roberto Mastrotto e Francesco Rigodanza perché sono loro ad avermi portato qui e ad avermi insegnato moltissimo, ma credo anche che avranno altre occasioni per dimostrare quanto siano dei grandi atleti.”
“Nelle passate edizioni che ho corso ho sempre trovato molto freddo – è il commento di Alessandra Olivi – oggi invece le condizioni erano radicalmente opposte e ho sempre cercato di correre bene nella prima parte, bevendo molto e guardandomi poco alle spalle. Nella seconda parte invece ho potuto gestire meglio senza scoppiare sotto il sole.”
La gara Marathon40k
Non delude i pronostici il bresciano Diego Angella, che dopo aver trionfato nella scorsa edizione, oggi è andato a riprendersi lo stesso podio, migliorando di qualche minuto il tempo finale registrato nel 2021. Anche per lui i validi avversari non mancavano, a partire dal recordman di casa Ultrabericus Trail, Christian Modena. I due si sono tenuti a bada ma senza mai crearsi reali problemi, con Angella sempre saldo davanti e Modena costretto a stargli alle calcagna. Distacchi sempre ridotti tra loro, ma sufficienti per il bresciano a tenersi la testa della corsa per l’intera gara. Sul traguardo Angella fissava il cronometro sul tempo di 04:26:45 (04:29:18 quello del 2021), Modena chiudeva alla sue spalle con un tempo di 04:37:30, mentre terzo arrivava Matteo Andriola (05:02:01).
Gara donne che parte invece compatta con un gruppetto di favorite tutte decise a fare l’andatura salendo a Campogrosso, con le varie Saggin, Danieli, Dal Bosco, Signorini, Trevisan e Merlo, poi ritiratasi. A fare la selezione ci pensava a quel punto la salita a Bocchetta Fondi, che sfibrava il gruppo, alla testa del quale si metteva l’ultraberica Irene Saggin che staccava Martina Dal Bosco di 8’. Nel tratto che dirige su Cima Marana, si facevano sotto anche Gaia Signorini e Angela Trevisan che scansavano proprio la Dal Bosco, costringendola alla quarta piazza sulla finish line. La Saggin siglava il tempo migliore con un 05:30:53 che la assestava saldamente sul gradino più alto del podio, nell’ordine davanti alle rivali Signorini e Trevisan.
“Già in partenza ho fatto il mio passo – ha raccontato Angella – nonostante un problema ad una caviglia che ancora mi porto dietro. Pensavo mi avrebbero ripreso in discesa, dove ancora tengo un po’ indietro per non avere male. Salendo al Fraccaroli ho tirato quindi un po’ di più per tirare il freno nella parte successiva. Nei falsipiani ho preferito avere costanza perché sulle gambe si sentivano ancora i 60 km della Ultra Dolomites della scorsa settimana, dove ho rimediato anche uno stiramento dietro un ginocchio.”
“Non mi aspettavo di arrivare prima – ha commentato Irene Saggin, fiera portacolori dell’Ultrabericus Team – dopo due anni difficili, con le gambe che non andavano. Poi il cambio di dieta mi sta permettendo di riprendermi bene. Sono partita calma, con il mio ritmo e poi è andata. Avevo anche paura di esagerare, sapendo di non avere molte gare nelle gambe correndo quindi il rischio di esplodere in ogni momento. La gara rimane bellissima, mi preoccupava un po’ il Boale dei Fondi, ma alla fine sono riuscita a salire con buona costanza. A Campogrosso eravamo ancora molto ravvicinate in almeno cinque sei atlete e ho deciso di non chiedere notizie. La gara mi ha riservato anche un bel volo, confermando il tracciato molto tecnico e divertente.”
La gara Half Marathon24k
Gara corta e relativamente più veloce, la Half Marathon maschile ha premiato Ruggero Pianegonda dopo un tenace botta e risposta continuo in salsa vicentina con Luca Marchioro. I due sono saliti appaiati lungo tutta la costante scalata che da Recoaro Terme scavalla praticamente solo con il valico del Passo di Rodecche, dopo circa 10 km. Ad aver quel quid in più però era Pianegonda, premiato anche dal fairplay di Marchioro che lo correggeva in un leggero errore di percorso. I due chiudevano con un distacco di appena 14”. Alle loro spalle, bronzo a Michele Meridio, oggi impegnato più in una gara con se stesso, per gestire meglio i ritmi con costanza e non sgasando al massimo, soprattutto con un piano gare ancora fitto per lui.
Al femminile, infine, trionfo per Giulia Zaltron, alla sua prima in casa Trans d’Havet eppure molto a suo agio in salita dove ha di fatto costruito la sua vittoria su Veronica Maran e Liliana De Maria.
“Abbiamo quasi sempre fatto gara insieme con Luca (Marchioro – ndr) – è il commento di Ruggero Pianegonda – volevo togliermi la soddisfazione nel mio piccolo. In discesa ho provato a staccarlo ma era sempre alle mie calcagna, ho insistito quindi sul finale, tirando un po’ di più e alla fine è andata bene.”
“Amo il caldo – ha esordito Giulia Zaltron – quindi ho gestito bene tutto il percorso su una distanza che è pienamente mia. Ho sofferto un po’ in discesa dove ne risento un po’ sulle ginocchia e infatti non vedevo l’ora che terminasse quel discesone finale.”
Trans d’Havet è resa possibile grazie a circa 450 volontari che anche in questa edizione si daranno appuntamento sulle Piccole Dolomiti per assicurare il migliore svolgimento possibile della manifestazione in ogni sua sfaccettatura. Grazie quindi ai patrocini delle Amministrazioni interessate dal percorso (Piovene Rocchette, Santorso, Schio, Posina, Valli del Pasubio, Vallarsa, Ala, Crespadoro, Recoaro Terme e Valdagno), alla Squadra Trasmissioni Protezione Civile A.N.A. di Vicenza, alla Croce Rossa Italiana con i comitati di Schio e Valdagno, al C.N.S.A.S. con le stazioni di Schio, Arsiero, Rovereto, Ala, Verona, Recoaro Terme e Valdagno, alle Squadre Protezione Civile A.N.A. di Vicenza, ai Gruppi Alpini delle sezioni di Vicenza e Valdagno e alle Sezioni C.A.I. di Valdagno, Recoaro Terme e Arzignano. Impossibile dimenticare poi il prezioso sostegno degli sponsor.
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