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Ott 02, 2022 1310volte

Il norvegese Eldrup fa il vuoto al 2° Ultratrail Lago Maggiore

Il norvegese Eldrup fa il vuoto al 2° Ultratrail Lago Maggiore Roberto Mandelli

Verbania, 1° ottobre – Non ricordo mai, in oltre mezzo secolo che bazzico questo sport, un primo arrivato che termina un’ora e 50 minuti davanti al secondo (il mio defunto padre citava un nostro compatriota che agli albori del ciclismo vinse una gara lungo l’Europa con mezza giornata di vantaggio, ma col grosso sospetto che avesse corso… dietro motori). Qui ovviamente i motori non c’entravano, e il live tracking assicura che Erland Akra Eldrup, classe 1992, è un mostro, capace di prevalere negli 81 km del tracciato più lungo, con 5200 metri di dislivello e quota massima innevata a 2166 metri, in 9.24:41, mentre il secondo, Gabriele Teodorani, romagnolo classe 1985, è arrivato in 11.15:09, quasi in volata (un minuto e mezzo) sul più giovane altoatesino Thomas Eichbichler.

Al sesto posto assoluto, primo femminile, è giunta Denise Sacco in 11:55:17, quasi un’ora davanti a Giulia Zanovello; mentre terza è giunta un’altra norvegese, Maria Erichsen, dopo un’altra abbondante mezz’ora. 60 gli arrivati, di fronte a 105 iscritti: un calo rispetto agli 82 finisher del 2021, ma va notato che quest’anno c’era l’alternativa di un nuovo percorso, di 52 km +3100 D e quota massima a 1500 metri, che da 79 iscritti ne ha ritrovati 65 al traguardo.

Ha vinto Filippo Canetta in 6.13:48, con 9 minuti su Lorenzo Aimar; tra le donne, nessuna insidia per Marta Poretti prima in 7.32:49.

Confermato il percorso dei 37 km +2100 D: qui sono arrivati in 104 su 121, regolati da Alberto Pieropan in 3.43:59. La classifica dei primi 5 mostra l’internazionalità della gara: secondo a sei minuti il danese Anders Poul, terzo l’italiano Saverio Ottolini, seguito dal francese Pierre Jaoumouillé e dallo svizzero Beat Neff. Sportivamente impegnativo il cognome della vincitrice, Elena Platini (peraltro, italiana, come da famiglia originaria piemontese, 4.27:10), quasi mezz’ora sull’altra piemontese Silvia Guenzani.

Infine, i 18 km (che coincidevano col tratto finale delle altre gare), in linea da Cànnero Riviera a Verbania, sostanzialmente sul lungolago tra i 190 metri della partenza/arrivo e i 465 del punto più alto a metà gara: dislivello dichiarato di 700 metri, che secondo il mio Gps appaiono 800, ma con distanza limata a 17,250. È il percorso che ha raccolto più proseliti, 173 arrivati competitivi più 28 non competitivi: è una bella idea, da pochi organizzatori praticata, quella di accogliere anche i non competitivi, vale a dire quelli che non soggiacciono alle esose leggi italiane dei certificati medici. Noto che in classifica sono presenti ben 18 concorrenti dagli USA, moltissime donne (Catherine, Sarah, Lindsay…), che appunto non sono obbligate alle trafile medico-burocratiche nostrane: la bella biondina longilinea Erin (che potrebbe essere mia figlia) mi supera all’ingresso finale in Verbania e, anche approfittando del tracciato un po’ incerto tra lo struscio e l’aperitivo del tramonto, alla fine mi darà 26 secondi. Mi accontento di arrivare col tedescone da Stoccarda Stefan Lendermann, con cui avevamo corso a vista dall’ultima cima del km 11 fino al traguardo, fotografandoci vicendevolmente: non era giusto sprintare, e le foto mediate dall’organizzazione (un po’ carucce) ci mostrano esattamente affiancati, la mia mano destra e la sua sinistra unite, anche se la classifica ufficiale ci separa di un irrealistico secondo (portando il mio 2.52:14:39 a 2.52:15, con un arrotondamento al decimale superiore che neanche l’ufficio tasse pratica).

Ma non cerchiamo il pelo nell’uovo: in fondo, eravamo partecipi marginali di una gara di contorno, sebbene godibile e bellissima, probabilmente tutta corribile dal momento che il vincitore Luca Levati ha registrato 1.25:32, con una rimonta nel tratto in discesa se è vero che al rilevamento intermedio (ristoro del km 9, alla seconda delle tre salite principali) era 5 secondi dietro Marco Vittone, finito però solo settimo evidentemente per qualche guaio; così al posto d’onore è Paolo Boneschi, a 1’10” dal primo. Prima donna, Simona Cargnino in 1.40:41, un quarto d’ora sulla seconda, Valeria Baldoni.

Dicevo della gara in linea, l’unica non partita da Verbania ma da Cànnero Riviera, più vicina al confine svizzero, esattamente da un parco sulla riva, dedicato al walking. Trasporto su tre pullman, abbastanza stracarichi (le mascherine, ovviamente, sono un ricordo del passato), e sbarco un’abbondante ora prima del via fissato per le 16,30 in modo da consentire per le 21 (dato l’ampio tmx di 4:30 concesso) la chiusura di tutte le gare.
In realtà, ci sarà larga tolleranza, fino all’ultimo classificato degli 81 km, sopra le 18 ore cioè verso mezzanotte…; mentre le ultime tre arrivate della gara corta, tutte USA, staranno agevolmente sotto le 4 ore: la protrazione degli arrivi giustifica il fatto che al nostro finish non troviamo più la bionda e simpatica speaker che avevamo visto all’opera almeno da mezzogiorno (Mandelli l’ha voluta ricordare nel suo collage, insieme al nostro gruppo di partenti della ‘corta’ e a Cànnero vista dall’alto durante la prima salita, forse la più dura coi suoi 200 metri verticali in 2,5 km).

Percorso, come mostrano anche le foto, con larghi spazi panoramici, in parte acciottolato (e la pioggia caduta in nottata provoca qualche scivolone: peggio per me, che ho voluto portare al loro ultimo viaggio le mie scarpe ricevute come premio dopo un trail di Zoldo nel 2017), in parte scalinato, ben presidiato, e segnalatissimo con qualche falla solo nell’ultimo km (e qui, l’americana, il tedesco e l’italiano si consultano in qualche punto più problematico, risolvendo ogni cosa in pochi secondi, appena adocchiato il segnale successivo e comunque con l’occhio al cupolone del Palaconvegni).

Ci aspettano un ristoro finale molto ricco e vario, comprensivo di maccheroni al pomodoro e di un buono birra da ritirare al bar adiacente (dove, peraltro, si mangia dignitosamente a prezzi onesti); docce calde a 100 metri in linea d’aria dall’arrivo e dal parcheggio auto (grande, ma insufficiente, salvo valersi abusivamente degli spazi riservati allo staff…).

Bella esperienza, che invita ai prossimi appuntamenti in zona: con la Lago Maggiore Marathon di domenica 6 novembre, che prevede la possibilità di iscriversi a quattro distanze, 42km (da Arona a Verbania, sul percorso ritrovato della prima edizione del 16.10.2011, cui il sottoscritto era presente), 33, 21 e 10 km, anche in forma non competitiva.  Poi la Mezza dei due laghi (da Gravellona, in pratica lo sbocco a monte di Verbania) il 5 marzo 2023, e l’altra mezza da Stresa a Verbania il 14 maggio. E infine, la nuova edizione dei nostri trail.

 

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Fabio Marri
Fonte Classifica: SDAM-Comitato organizzatore

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