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Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

Lo sanno tutti che la gara sui 1609,34 metri non viene disputata alle Olimpiadi e quindi per sapere dove si svolge il meeting del miglio più importante al mondo bisogna guardare altrove. Verrebbe da dire che è la Diamond League il circuito giusto. Invece no. Si tratta dell’italianissimo “Club del Miglio” che già nel 2020 ha ospitato la gara più veloce dell’anno. Era lo scorso 5 Settembre ed a San Donato MI, in occasione del 30° Miglio Ambrosiano – Don Kenya Mile, Matthew Ramsdem fermò i cronometri sul tempo di 3’51”23. Secondo il nostro Yeman Crippa in 3’52”08, a soli 12 centesimi dal primato nazionale, conseguito invece dall’albanese David Nikolli. Terzo posto per Ryan Gregson in 3’52”38. Furono le tre migliori prestazioni stagionali a livello mondiale.

Il prossimo 4 settembre, nella bellissima cornice di una Arena Civica rinnovata nella pista, ma anche in altre parti, va in scena la seconda edizione del Trofeo Don Kenya Run www.trofeodonkenyarun.it. Cediamo quindi la parola a Matteo Vecchia, il patron di Don Kenya per conoscere i protagonisti di quella che si può definire l’Olimpiade del Miglio:

Li elenco in ordine sparso, cominciando dal mio amico Yeman Crippa, che non ha bisogno di presentazioni, continuando con Matthew Ramsden, l’australiano vincitore dell’edizione 2020, gli irlandesi Travers e Andrew Coscoran, il belga Stin Baeten, il danese Lindgreen, lo statunitense Otolle, il britannico Alex George. I due pacer delle principali batterie saranno il polacco Czerwinsky ed il gambiano Jammeh. In totale avremo otto atleti reduci dai giochi di Tokio.

Beh, direi che il titolo dell’articolo non è poi così provocatorio. Altri azzurri?

Tantissimi e tutti di grande valore: Yassin Bouih, Mohamed Zerrad, Nasim Amselek, Abdikadar, Guelfo, Arese, Ala e Ussem Zoghlami, Federico Riva, Chiappinelli, Massimi, Valduga, Jacopo De Marchi, Melloni, Ferraris, Geninazza, Zahir, Ellasmine, Guerra, Zanetti e di certo mi sto dimenticando qualcuno.

Al femminile invece chi sarà della partita?

Avremo Gaia Sabbatini, Federica Del Buono, Ludovica Cavalli, la lussemburghese Vera Hoffman, la canadese Seccafien insieme alle italiane Majori, Mattagliano, Bortoli e Palmero, con Biscuola a far da lepre. Oltre naturalmente a Giulia Aprile che viene a difendere la vittoria dello scorso anno.

Grande livello anche per i master

Teniamo molto anche a loro ed abbiamo messo in palio dei premi per chi batterà i record della gara di categoria siglati l’anno scorso, in modo da stimolare i master a partecipare numerosi. Penso che per quanto riguarda i primati italiani, siano sicuramente in pericolo il record M40 attaccabile da Gambino e Ferraris e quello M45 da Rainieri (ndr: ricordiamo che l’anno scorso Davide Raineri, con 4’10”30, sbriciolò il record mondiale SM45 che già gli apparteneva).

Il programma del Trofeo Don Kenya Run non finisce qui

Esatto. Non meno importante sarà la parte giovanile dove avremo anche per i cadetti il miglio, sognando che qualche giovane ragazzo attacchi il record italiano. Faremo poi una gara a inviti sui 2000 metri siepi femminili, dove Martina Merlo proverà a correre sotto il primato nazionale di 6’14”. Nella starting list ci saranno anche l’irlandese Finn e le azzurre Palumbo e Dalla Monta.

Complimenti per avere messo in piedi una riunione di atletica con la A maiuscola 

Sono molto contento della risposta alla partecipazione da parte di tutti gli atleti élite che con il sorriso rispondono sempre presenti quando li chiamo per correre. Con molti di loro sono sicuramente legato da un rapporto di amicizia. Poi quest’anno c’è stato un forte interesse da parte di atleti stranieri e anche questo mi fa piacere. Vorrei aggiungere un ringraziamento agli sponsor delle due gare che ci hanno permesso in un anno difficile di organizzare al meglio questo grande fine settimana.

Quindi la festa non finirà sabato 4. Per domenica cosa avete programmato?

Il giorno dopo, una grande novità. Abbiamo organizzato la Don Kenya Race, gara di 6300 metri. E’ il classico giro intorno all’Idroscalo. Una bella occasione per tutti coloro che vogliono divertirsi e sfidarsi su un percorso veloce. Speriamo di avere molti partecipanti. Di sicuro ci saranno al via Gambino, Matvichuk, Ghenda, Rognoni e Soffientini e tra le donne l’azzurrina Giovanna Selva che quest’anno ha corso molto forte. Abbiamo anche previsto una classifica speciale su entrambe le gare del weekend. Invito tutti a venire a correre e tifare perché sarà un grande spettacolo di atletica.

Io ci sarò e Vi suggerisco caldamente di fare altrettanto

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

Eliud Kipchoge è il miglior maratoneta di tutti i tempi e non lo dico da oggi. Non sono un amante dell’autoreferenzialità, ma quanto avvenuto negli ultimi tre anni, ovvero da quando scrissi su queste colonne che Kipchoge era il miglior maratoneta di tutti i tempi (cliccate qui se volete leggere il pezzo precedente), non ha fatto altro che rinforzare le mie convinzioni nei confronti del keniano che a 37 anni si è regalato forse l’ultimo successo di una carriera superlativa anche a livello di continuità. Ecco quindi l’aggiornamento delle sue impressionati cifre a livello cronometrico e di palmares:

Vittorie in carriera - 87% ovvero tredici vittorie su quindici gare disputate. E quando non ha vinto, una volta è arrivato secondo e l’altra, in mezzo al terribile acquazzone di Londra 2020, solo ottavo, ma con dei problemi fisici. E che vittorie, in quanto stiamo parlando principalmente di gare appartenenti World Marathon Major ovvero il circuito delle sei 42km più importante al mondo. Più Rotterdam ed Amburgo, non proprio sagre paesane ed Enschede (NL), gara comunque di ottimo livello, corsa in ottica Olimpiadi dove è entrato nel giro dei pochissimi eletti ad aver fatto doppietta. L’etiope Abebe Bikila e il tedesco dell’est Waldemar Cierpinski gli altri due. Vabbé, ci siamo capiti, solo Bikila…

Cronometro – Con la dovuta premessa che Eliud Kipchoge è l’attuale detentore del record del mondo (2h01’39”) e dimenticandoci “l’infortunio” di Londra 2020, nelle gare “normali” è sempre stato capace di stare sotto le 2h05'30" dell’esordio ad Amburgo.

Diciamo gare “normali”, perché alle Olimpiadi non conta certo il tempo, così come non sarebbe corretto mettere sullo stesso piano le prestazioni/esibizioni, velocissime quanto non omologabili, di Monza 2017 (2h00’24”) e Vienna 2019 (1h59’40”).

2013: Amburgo 2h05'30" - Berlino 2h04'05"

2014: Rotterdam 2h05'00" – Chicago 2h04'11"

2015: Londra 2h04'42" - Berlino 2h04'00"

2016: Londra 2h03'05" – Rio de Janeiro (Olimpiadi) 2h08’44”

2017: Berlino 2h03'32"

2018: Londra 2h04'17" - Berlino 2h01'39"

2019: Londra 2h02’37”

2020: Londra 2h06’47”

2021: Enschede (NL) 2h04’30” – Sapporo (Olimpiadi) 2h08’38”

Ed abbiamo parlato esclusivamente di maratona, perché a diciotto anni, in una garetta minore, in fondo era solo la finale mondiale dei 5000 metri, Kipchoge fece fuori nientepopodiméno che Hicham El Guerrouj e Kenenisa Bekele… Tuttavia io voglio limitarmi alla maratona e confermo che per il sottoscritto Eliud Kipchoge è il miglior maratoneta di tutti i tempi, crono e palmares alla mano. Se concordate o avete altri candidati, scriveteci.

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

Lunedì, 09 Agosto 2021 00:09

Amdouni, ma cosa hai combinato?

Brutto gesto del maratoneta Morhad Amdouni durante la finale olimpica maschile svoltasi ieri a Sapporo. In occasione del rifornimento al km 28, il trentatreenne francese, in quel momento settimo ed ancora nel gruppo con i primi, invece di prendere una bottiglietta di acqua al tavolo, ha fatto cadere tutta la fila e preso l’ultima. In tal modo ha fatto saltare il rifornimento ad altri concorrenti che lo seguivano, in quanto come potete immaginare, se stai correndo a 20 km all’ora non puoi fermarti, tornare indietro e magari fare anche due chiacchere con i volontari come capita a tutti noi durante una non competitiva di paese. Gesto ancora più grave se si pensa che la gara si è corsa con temperature elevate. E senza nessun vantaggio, in quanto Amdouni ha terminato i 42 chilometri perdendo dieci posizioni e scivolando al diciassettesimo posto… "A pensare male si fa peccato, ma molto spesso si azzecca", ha detto una volta Giulio Andreotti. A nostro avviso il gesto è chiaro, con buona pace del fair play e per il quale il barone De Coubertin, suo connazionale, si sarà rivoltato nella tomba. In ogni caso alleghiamo un video, anch'esso tratto da Eurosport.com affinché possiate farVi un'opinione.

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

Domenica, 01 Agosto 2021 19:03

Citius, Altius, Fortius… est Italica

Henri Didon era un padre predicatore francese. Fu anche scrittore, educatore e promotore di sport giovanili, ma è ricordato principalmente per aver coniato nel 1891 il motto “Citius, Altius, Fortius” per una competizione sportiva giovanile a cui stava assistendo il suo amico Pierre de Coubertin, il padre dei giochi olimpici moderni.

Il barone lo fece adottare dal Comitato Olimpico Internazionale fin dalla sua fondazione nel 1894, anche se fu usato per la prima volta alle Olimpiadi di Parigi del 1924. Per completezza d’informazione quest’anno il CIO ha aggiunto la parola Communiter, per riconoscere il valore unificante dello sport e l'importanza della solidarietà, commettendo peraltro un grossolano errore grammaticale. Oggi tuttavia non vorremmo soffermarci su questo punto, ma fare una riflessione sul significato del motto originale alla luce dei successi odierni di Tamberi e Jacobs.

Citius, Altius, Fortius, ovvero più veloce, più in alto, più forte. Le Olimpiadi coinvolgono ormai moltissime discipline, ma sono nate in uno stadium o meglio in uno stadion, per usare il termine originale in greco. Nella culla dell’atletica leggera, anche se ai tempi non si chiamava ancora così. E dunque sapere che il più veloce è un italiano, chi salta più in alto è un italiano e scoprirlo questo pomeriggio, nel giro di pochi minuti, come italiano (e podista…) mi inorgoglisce molto.

Quindi oggi vorrei rispondere al motto, o meglio completarlo e sperando di non prendere un granchio come il CIO, direi che possiamo titolare: Citius, Altius, Fortius… est Italica. Il più veloce, quello che sale più alto e dunque in sostanza il più forte è un italiano, anche se forse ci vorrebbe pure un oro nel peso, ma direi che va già molto bene così.

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

Domenica, 25 Luglio 2021 22:38

Ibra (non quello del Milan) cerca lavoro

Pubblichiamo molto volentieri l’appello che arriva da Tommaso Ravà, di cui Vi abbiamo già parlato quando ha aiutato Mahamat Ali Hissein proveniente dal Ciad. Questa volta l’amico in questione è soprannominato Ibra, ma viene dal Gambia, è più giovane e non ha nulla a che fare con il centravanti del Milan.

“Ragazzi un appello per il mio amico Ibrahim: ibra è un ragazzo del Gambia di 22 anni che si allena nel nostro gruppo di Atletica da 2 stagioni. Per me e i miei figli è ormai parte della famiglia. Il suo permesso di soggiorno però è in scadenza e nonostante lavori regolarmente e si mantenga nella sua casa, le forme fiscali del suo impiego non gli permetteranno il rinnovo. Il periodo è ovviamente difficile per tutti, ma la nostra solidarietà sportiva è forte, cerca un lavoro con busta paga qualsiasi esso sia. Ha un bel portamento, parla inglese ed italiano ed è una persona di estrema onestà e correttezza. Molto più onesto di me, ve lo giuro!!”

Per saperne di più potete contattarlo sul suo profilo Facebook oppure scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

Venerdì, 09 Luglio 2021 14:23

Quando correre diventa un reato

La pandemia, variante Delta a parte, ci sta dando un po’ di tregua e tutte le attività sportive, seppure con le dovute precauzioni, sono riprese. Correre in orari proibiti o lontano da casa non è più un problema, tuttavia esiste ancora un tipo di corsa che non bisognerebbe fare. E’ quella dei “furbetti del cartellino”, ovvero quei dipendenti pubblici che dopo aver timbrato fanno di tutto invece di cominciare a lavorare. E’ di oggi la notizia dell’operazione “Timbro Libera Tutti” portata a termine dalla Guardia di Finanza di Palermo. Purtroppo, tra le varie attività svolte dalle 28 persone coinvolte, oltre allo shopping, la spesa al supermercato, la sosta lunga al caffè e tanto altro, il video diffuso dalle forze dell’ordine ritrae anche un runner che peraltro appare in buona forma. Si vede che pratica sport con molta costanza... Il dipendente interrompe la corsa solo per entrare nel palazzo e timbrare. Dopo questo particolare “recupero” che difficilmente troverete descritto su una tabella di allenamento, riprende tranquillamente la sua seduta di allenamento. Correre è salutare, ma così non va bene.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

SERVIZIO FOTOGRAFICO  -  CLASSIFICA GENERALE

Vi ricordate quelle belle gare estive, organizzate un po’ alla buona, ma con tanto divertimento ed agonismo? Quelle serali nei paesi che si concludevano immancabilmente seduti ad un tavolo con una birretta in mano? Di cui da un paio d’anni sentivamo tanto la mancanza? Ecco, questa sera, giovedì 1/7/2021, i nostri desideri si sono avverati, ma non solo, in quanto la cinquepuntozero organizzata per la prima volta dal PAR Canegrate ha aggiunto a tutti questi elementi i connotati di una super competizione ufficiale. La gara infatti era sotto l’egida della FIDAL ed il percorso di 5 chilometri preventivamente omologato. Quindi per tutti i partecipanti i risultati saranno inseriti nel loro database ufficiale della Federazione.

Al via un bel parterre du Roi: Michele Fontana, che aveva appena corso una 10 k in 29:28; Salvatore Gambino, fresco di personal best agli assoluti di Rovereto con 14:22 sui 5.000 metri; Andrea Soffientini, che vanta un 14:07 su analoga distanza; Andrea Astolfi, anche lui sotto i 3 minuti al chilometro in questa specialità e poi Aymen Ayachi, Ademe Cuneo ed altri ancora. Anche tanti giovani o giovanissimi, come Mequanint Navoni, classe 2001 e 14:23 sui 5.000 metri; Carlo Luciano Bedin (classe 2002-15:20); Giulia Collico (del 2000-18:21); Camilla Galimberti, 18 anni, 4:44 sui 1500 metri, all’esordio sulla distanza. Per terminare con gli evergreen, quelli che non mollano mai, tipo Dario Rognoni, Claudia Gelsomino, Dereje Rabattoni, Marco Oreste Brambilla, giusto per citarne alcuni.

La gara si è sviluppata su un giro unico sostanzialmente senza nessuna asperità salvo un paio di “rampe assassine” verso la fine del terzo e del quarto chilometro. Purtroppo al momento non siamo ancora in grado di fornire i tempi per un problema al sistema cronometrico, anche se abbiamo visto Claudia Gelsomino molto soddisfatta per avere probabilmente stabilito il nuovo primato italiano over 50. Sempre restando al femminile a vincere è stata Giulia Sommi. L’atleta del CUS Pro Patria Milano ha preceduto la biellese Arianna Reniero e Roberta Donati. In campo maschile arrivo al fotofinish che premia la rimonta di Davide Copeta del CS S.Rocchino, davanti a Michele Fontana, Salvatore Gambino, Andrea Astolfi ed Ademe Cuneo, tutti sotto il muro dei 15 minuti.

Ovviamente oltre agli ottimi risultati dei primi classificati, il livello medio degli starter ha assicurato a tutti un bel “trenino” a cui agganciarsi per battere il proprio personal best e sentendo i commenti a fine gara sono stati in diversi a togliersi questa soddisfazione. Molto bello anche il “terzo tempo” presso l’Oratorio San Luigi, perfettamente organizzato così come la gara, con birre a iosa e gustosi panini. Ecco, diciamo che chi non ha fatto a pezzi il proprio personale si è poi certamente rifatto distruggendo le salamelle.

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

Buona la prima a Vignate. Consentiteci di utilizzare questa frase, spesso abusata, ma in questo caso assolutamente appropriata, per descrivere il pomeriggio di atletica che ha avuto luogo ieri, sabato 19 giugno a Vignate (MI), dove era in programma il 1° Miglio di Vignate – memorial Ruggero Tagliaferri, atleta ed allenatore di Athletic Team Pioltello e poi nell’Atletica Vignate 1984, prematuramente scomparso nel 2019. Ruggero sarebbe stato molto contento di vedere il centro sportivo affollato di Ragazzi/e, Cadetti/e impegnate nei 60 metri, 1000 metri e salto in lungo, prima delle gare sulla distanza anglosassone. Per tutti i risultati ed i meravigliosi servizi fotografici di Monica Cappato e Andrea Lo Faro, potete cliccare qui e navigare sulla pagina del Club del Miglio dedicata al calendario.

Parlavamo di centro affollato, così come gli insufficienti parcheggi che lo circondano, presi d’assalto da atleti ed accompagnatori. In mancanza di meglio, molti hanno lasciato l’auto in sosta vietata. E così, in strade periferiche di questo piccolo centro, dimenticate da Dio, ma non dai locali Vigili Urbani, è stata una strage di multe. Ora io non mi permetto di entrare nel merito delle ammende comminate, faccio solo notare che in caso di un sovraffollamento del genere, le forze dell’ordine oltre a staccare dei biglietti da lasciare sui parabrezza, avrebbero dovuto anche svolgere un’attività di supporto agli automobilisti. Mentre io (che ho parcheggiato regolarmente) non ho visto in giro una pattuglia né all’arrivo, né quando ho lasciato il centro, né tantomeno nei miei giri di riscaldamento e defaticamento pre e post gara. A questo punto speriamo solo che i soldi raccolti servano per fare qualche miglioria all’impianto.

Venendo ai risultati del Club, festeggiamo due nuovi record italiani: SM85 con Pietro Ferrari (Road Runner Milano) in 12’35”30 ed SF70 con Annamaria Vaghi (Atletica Pavese) in 7'26"98. Ci ha provato, ma senza riuscirci, anche Giuseppe Lombardo che a dispetto del cognome è un ligure. Il sessantacinquenne ha corso in 5’29”12, ovvero alla media di 3’24” al km. Mica male.

Nelle due batterie femminili la più veloce è stata Ilaria Arini dell’Atletica Bellinzona in 5’26”48, davanti a Matilde Confalonieri e Dayana Aleksova, per un derby italo-svizzero che è continuato tra i maschi. Anche qui successo rossocrociato con Roberto De Lorenzi (Unione Sportiva Capriaschese) in 4’25”04 che ha preceduto Luciano Bedin ed il connazionale Fabio Caramella.

Sabato 17 luglio 2021 si disputerà la 22^ Edizione del Miglio di Lonato, ma attenzione, si correrà presso il Centro Sportivo Sanpolino a Brescia. E’ l’ultima tappa del Club del Miglio prima delle vacanze estive. Ricordiamo tre aspetti importanti relativamente alle iscrizioni: 1) vanno inserite nel portale FIDAL dalle società di appartenenza entro il martedì precedente la gara 2) le iscrizioni dovranno poi essere confermate entro il giovedì sempre sullo stesso sito federale 3) per chi non ha corso il miglio negli ultimi anni è bene inserire un tempo di accredito o comunicarlo al Club del Miglio in maniera di predisporre delle batterie equilibrate che sono alla base di un sano divertimento oltre che da stimolo per ottenere i migliori risultati personali.

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

A soli 75 anni, l'11 giugno ci ha lasciato Paola Pigni, un’autentica icona dell’atletica femminile italiana. Per chi non la conosceva bene, dai notiziari avrà forse appreso che stiamo parlando di una donna capace di vincere medaglie ad olimpiadi, mondiali ed europei, di conquistare record mondiali su tutte le distanze del mezzofondo a partire dai "suoi" 1500 con 4.12:4 nel 1969 a Milano. Un crono che in seguito migliorò di una decina di secondi. E sui 3000, 5000, 10000… ultimo in ordine cronologico quello sui 1609,34 metri, una distanza che sta particolarmente a cuore a me ed a tutti i frequentatori del circuito del Club del Miglio. Insomma una campionessa a tutto tondo, peraltro in un periodo dove il doping anche al femminile era una piaga molto diffusa specialmente nei paesi dell’est europeo. Chissà quante altre soddisfazioni avrebbe potuto prendersi se avesse potuto combattere ad armi pari. Quando il professionismo, almeno ad occidente, nell’atletica era l’eccezione, non la regola. Infatti per diversi anni Paola si allenava al mattino presto ed alla sera, dopo una giornata di lavoro.

Malgrado questo splendido curriculum, la grandezza di Paola sta nella sua opera di autentica apripista della corsa femminile. Combattendo contro regolamenti e pregiudizi. Oggi ci sembra normale che una ragazza possa fare atletica, allenarsi su tutte le distanze, correre la maratona. Cinquant'anni fa non era così. Infatti Paola cominciò con i 100 ed i 200 metri e ci volle tutta la sua tenacia per riuscire a spostarsi nel mezzofondo, diventando una regina sui 1500 metri, a quei tempi la distanza più lunga compresa nel programma olimpico al femminile.

Non ho informazioni precise, ma ritengo che Paola sia stata anche la prima maratoneta italiana. Giusto 50 anni fa (31 dicembre 1971), decise di fare questo esperimento alla maratona di San Silvestro di Roma. Per capire meglio il contesto, nel 1966 Roberta Gibb, vistasi respinta l’iscrizione in quanto donna, si nasconde tra i cespugli e s’inserisce nel gruppo della maratona di Boston, protetta e coccolata dai maratoneti maschi. L’anno successivo sono sempre gli altri concorrenti a fare da guardia del corpo a Kathrine Switzer (iscrittasi inserendo solo la sigla del nome) evitando fisicamente che venga placcata dai giudici e fermata in gara. Ricordiamo che la maratona femminile fu disputata per la prima volta solo ai giochi di Los Angeles del 1984.

Paola Pigni chiuse la sua gara in 3.00:47. Pochissimi mesi prima, il 19 settembre a New York, Beth Bonner, con 2:55’22” era stata la prima donna a vincere la maratona di New York, e la prima atleta ad abbattere il muro delle tre ore in compagnia della seconda classificata, Nina Kuscsik, che l'anno dopo avrebbe di nuovo abbassato il record, ma francamente non è delle prestazioni cronometriche che vorrei parlare.

Quello che ci tengo a dire è che se oggi tante ragazze italiane possono correre liberamente su tutte le distanze, se possono decidere di andare anche all’estero a correre una maratona, un ringraziamento particolare dovrebbero farlo proprio a Paola Pigni. E’ bello vedere quanta strada sia stata fatta anche nell’emancipazione sportiva delle donne. Restando tuttavia ben consapevoli come questo percorso di emancipazione non sia assolutamente terminato, e non ci riferiamo solo alla corsa. Ancora oggi dobbiamo registrare femminicidi posti in essere da stranieri, ma anche da nostri connazionali, solo perché alcune donne vorrebbero semplicemente decidere cosa fare della loro vita.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

 

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