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Lug 18, 2018 Paolo Francesco Gino 3310volte

Vito Piero Ancora: le sue 1100 maratone e ultra

Vito Piero Ancora: le sue 1100 maratone e ultra Club Supermarathon Italia

Venerdì 6 luglio a Bad Blamau, Austria, Vito Piero Ancora ha corso la sua maratona e ultra numero 1100, a distanza di un anno , un mese e tre giorni da quando corse la numero 1000; ciò accadde durante la QuadrOrtaThon 2017. Il 2018 è cominciato nel migliore dei modi per il numero uno nazionale. Cornice dell’avvenimento le serie delle 10 maratone organizzate dai colleghi austriaci in Stiria. Erano presenti ai festeggiamenti quattro amici italiani Angela Gargano, Carla Gavazzeni, Michele Rizzitelli, me medesimo ed uno indiano Silvabalan Pandian.

1100 è un numero come tanti altri nella carriera del mio amico e “maestro” Piero, soprattutto è una conferma della sua indole e caparbietà; una vera macchina da guerra che solca le strade di tutto il mondo. Si è scritto tanto su di lui e tanto si scriverà ancora, specie in quest’anno dove le serie di maratone sembrano piovere dal cielo. Tanti sono gli aneddoti e le avventure vissute insieme, ne ho raccolte un po’ delle mie e alcune sono inedite. Potrebbe l’incipit del libro che si potrebbe scrivere.

11 Maggio 2014: Heilbronner Marathon in Germania nel Wuttemberg. Una chicca la foto sotto mostra Piero con il KWAY (lo scafandro come lo chiama lui) che gli copre copiosamente il braccio destro. In effetti sotto il Kway si nasconde una vistosa fasciatura autodafè. L’avambraccio è spezzato. Il giorno prima avevamo corso a Bodenfelde 500 km a nord nella Bassa Sassonia un’altra corsa in una foresta su una montagna dove pioveva a catinelle. Ci fecero scendere da una pista da sci ripida con l’erba zuppa impossibile stare in piedi e anche sdraiati. Si poteva solo lasciarsi scivolare per quasi 500 metri. Cercare di controllare la velocità ruzzolando a come un pallone da Rugby. In quei ruzzoloni il braccio è andato. Eravamo al 25 esimo l’importante era finire senza cadere ancora e non farsi catturare dai medici all’arrivo. Nonostante il dolore, Piero mi distacca e arriva mezz’ora prima. Quando arrivo io un medico in mi assale in inglese e mi dice che l’amico è grave e bisogna portarlo subito in ospedale. Rimango stupito e conoscendolo so che l’unico fattore che lo rende grave è il fatto di non mangiare di certo può finire una maratona senza un braccio e con mezza gamba. Lo cerco ed infatti è stato fasciato ed è pronta l’ambulanza per portarlo via, non riesce a scappare perché la Wermacht lo piantona e aspettano me per accompagnarlo. Piero cerca di divincolarsi ma non c’è niente da fare. Allora provo a tranquillizzare il medico e gli dico che il mio amico prima di salire sull’ambulanza deve andare in bagno e mangiare qualcosa di caldo. Abboccano e lo lasciano andare ma una infermiera modello Fraulein Rottermeier lo segue come in mastino. Lo aiuta a prendere una zuppa e lo imbocca con aria severa. Mentre viene accudito dalla Rottermeier io ispeziono i bagni, il corridoio ha una seconda apertura sul giardino e va al al parcheggio anche se davanti c’è l’ambulanza. Spiego il piano a Piero e dico alla Rottermeier che almeno in bagno lo accompagno io… Mi fa un sacco di storie ma mi irrigidisco alla fine acconsente ma dice che resterà di guardia. Rimane un po’ perplessa guardandoci mentre andiamoe a pisciare in giardino, invece che al bagno. Il medico e l’altro infermiere stanno spipolando col telefonino quando gli passiamo sotto il naso. Saltiamo sul camperino, Piero si nasconde dietro, devo ripassare dall’ambulanza per uscire. Questa volta il medico alza la testa dal telefonino e mi guarda perplesso. Io abbasso il vetro e con tono beffardo gli dico facendo il verso a Stanlio e Olio: Arivedarci !! Una delle scene più esilaranti della mia vita e chissà se la Rottermeier è ancora là ad aspettare che finiamo di pisciare in giardino?? Comunque facciamo 500 km a sud e arriviamo come se niente fosse a Heilbronn il mattino seguente. Vito si presenta nascondendo la fasciatura sotto il Kway e lo terrà così per tutta la corsa. Tenendo il braccio rigido riuscirà a chiudere la maratona in 5 ore e 13 minuti, con qualche smorfia di dolore. La settimana seguente verrà operato d’urgenza e dopo 15 giorni col braccio al collo di nascosto correrà il Passatore: questo è Piero...

Domenica 2 maggio 1999: la prima maratona di Piero a Torino. E’ un mattino piovoso, nonostante la stagione. Invitato da un amico per caso a correre la sua prima, i due prendono il pullman organizzato da un'associazione milanese da Milano per Torino. Il viaggio sembra non finire mai. L’attesa è spasmodica. Un po’ di paura e tanta adrenalina; sul pullman si fa baldoria per distrarsi , animatore della comitiva un simpatico e arzillo vecchietto. A un certo punto si mette in mezzo al corridoio e dice: “Allora ragazzi chi di voi che correrà la sua prima maratona?”. Piero alza la mano. Il vecchietto con una fascia in testa e un giubbotto pieno di patacchini si avvicina con fare imperioso, gli punta il dito con fare minaccioso e pronuncia questa formula: “Soffrirai. Soffrirai. Soffrirai. Ma alla fine la amerai per sempre!!”. Era Beppe Togni.

Domenica 8 settembre 2013: 700esima nel 2013 durante la nostra Maratona del Presidente a Forlì racconto “Maestro Piero”. «Tutte le mattine che con la mia “bicicletta” vado a trovare Piero nella vecchia Milano, provo un piacere avvolgente, caldo e sicuro come una tazza di caffè in inverno. Le nostre passeggiate partono dalle sue “antiche mura” e attraverso i platani di Viale Papiniano scendono in tutta l’Italia e l’Europa vicina. Le strade scorrono come i suoi racconti e le sue favole sul mondo sconosciuto della corsa. Le spiagge di Procida, dove era ambientato il film, lasciano spazio alle piazze delle gare e ai panorami di tutto il nostro amato paese. Passo dopo passo mi spiega mille tecniche e astuzie, e nonostante il primo impatto in cui mi sentivo impacciato, alla lunga siamo diventati buoni amici. Il maestro vede in me un ragazzo con un'ingenuità che lo fa divertire e uscire da certi schemi; è infatti ben disposto ad offrirmi il suo appoggio nell'imparare a muovermi sicuro in questo mondo sfaccettato, ma anche a far poesia e ironia su certi aspetti troppo seriosi. A volte i personaggi nuovi che incontriamo alimentano il suo interesse. Subito ne coglie il valore, poi fa una piccola metafora, con una tecnica che prende ispirazione da ciò che lo ha circondato in tante gare: “Ma guarda un po’ questo! Mi sembra… “. E tante sono davvero divertenti!». Dice di se: «Ho sempre fatto sport, prima il ciclismo, poi il tennis e infine la corsa. Lo sport è stato sempre la mia filosofia e condotta di vita» «Queste poche parole racchiudono in sé la capacità di quel che sono i suoi pensieri e il suo grande esempio. Un Maestro, un essere che ha risolto i problemi essenziali della vita, è libero, possiede una volontà forte ma, soprattutto, è colmo di amore, di bontà, di dolcezza e di luce per tutti. Per diventare come lui, quanto lavoro, chilometri e perseveranza sono necessari!..Un esempio vivente, una sorgente, che attira l’ammirazione degli sportivi e degli uomini. Ecco perché attorno a lui quando corriamo ci sentiamo dei “discepoli felici...”».

Mercoledì 6 agosto 2014: 3° giorno della prima edizione delle 10in10 in Orta diventa primo Recordman Italiano. E’ una giornata storica per la maratona italiana, per il Club e, soprattutto, per noi che siamo qui. Una giornata che chi è qui se la ricorderà per sempre. E’ il giorno della grande tacca. Oggi, Vito Piero Ancora, il mio maestro ma un po’ il maestro di tutti, segna la grande tacca. Farà la 762 esima maratona e molto, molto a malincuore passerà il record di Beppe Togni, il grande nonno che ci ha lasciato sei mesi fa. Chi c’era, si ricorderà che, quando siamo passati al terzo chilometro a Brescia, sulla bella lapide bianca c’è scritto per sempre “761”. Un numero sacro che lui ha voluto mettere accanto alla sua foto. Capite, quindi, la sacralità del momento e, per quanto la storia debba andare avanti, il ricordo e la presenza di Beppe rimanga sempre con noi. Beppe oggi correrà ancora con noi e correrà per sempre, e non solo a parole. C’è qui Sara, la sorellina che tutti vorremmo avere. Molto amica, specie verso la fine, di Beppe. Ebbene darà il via e correrà davanti a noi per un piccolo tratto con le scarpe che Beppe gli aveva lasciato e con una piccola foto del nonno sulla schiena. La grande bellezza non è solo un film che ha vinto un oscar, la grande bellezza é chiudere gli occhi e ricordare solo pochi attimi, poche foto della nostra vita, attimi sacri, oserei dire, che non verranno mai più dimenticati dalla fatica, dalla sofferenza quotidiana e dalle migliaia di chilometri percorsi. Ebbene, quell’attimo sacro da ricordare per sempre la grande bellezza sarà quando Piero sorpasserà la Sara”. Ovviamente, Sara Jurkic non si è limitata a farsi superare dal nuovo primatista, ma ha concluso, con gli altri 32 concorrenti, la sua maratona in 6:13:00. Per un Vito Piero Ancora che raggiunge quota 763, c’è un Fabio Bitini che raggiunge la quota minima per entrare nella grande famiglia del Club Super Marathon Italia. Alla cerimonia di iniziazione e al discorso ufficiale di benvenuto ci ha pensato Mario Ferri, che ancora una volta ha dato fondo a tutta la sua vena creativa. Poi spumante per tutti.

Martedì 26 aprile 2016: in un ristorante milanese c’era stata la celebrazione delle 900 maratone e ultra portate a termine dal “Maestro” Vito Piero Ancora, capoclassifica del Club Super Marathon Italia. Presenti un folto numero di soci lombardi. Questa la dedica sulla targa che gli donai: «Siamo fatti della sostanza dei sogni. Tu Piero sei il nostro sogno. Grazie Maestro».

Sabato 3 giugno 2017: all’interno della manifestazione QuadrOrtaThon la gara panoramica al Santuario della Madonna del Sasso ove Piero, festeggiò le 1.000 al Lido di Gozzano così scrissi: «1.000 sono tante e tanto c’è da raccontare, ci vorrebbe un sito solo per lui per ripercorrerne tutte le avventure e imprese, Il Maestro che da anni brilla per classe e perseveranza, un risultato ottenuto con milioni di chilometri di spostamenti, notti insonni e lunghe attese. La maratona è un divertimento, un battito di ciglia, un giorno di festa. Piero ne ha ultimate 1.000 senza una piega, arrivando fresco come una rosa e nemmeno un capello fuori posto».

Più tecnicamente così lo descriveva Stefano Severoni in occasione delle 1000.
E’ nato a San Vito dei Normanni (Brindisi) il 27 giugno 1953. Dal 1991 è domiciliato a Milano dove ha lavorato alle dipendenze del Ministero della Giustizia come capo tecnico responsabile per gli impianti e per la Legge 626. Già ciclista dilettante, ma valido tennista, si è avvicinato alla corsa frequentando il centro della Pro Patria dove giocava a tennis. Con la maglia del glorioso sodalizio meneghino, divenuto poi Cus Pro Patria Milano, si è tesserato nel 1999 e ha iniziato a frequentare il mondo delle maratone: in appena tre anni ne ha portate a termine una sessantina. Single, grande donatore di sangue, corre per liberarsi dallo stress, adora viaggiare per gare, visitare musei e gallerie, “fotografare” con gli occhi gli splendidi panorami e monumenti proposti da certi percorsi. Il nostro Vito Piero Ancora nella sua quasi ventennale carriera atletica ha partecipato a tantissime gare e macinato tanti chilometri. Nel 2001 ha iniziato con la maratona a Siracusa il 28 gennaio fino alla Maratona di San Silvestro del 31 dicembre, collezionando 31 partecipazioni sulla distanza dei 42,195 km. L’esordio nelle ultradistanze risale al 2000 con la classica 100 km del Passatore (28-29 maggio) in 12h43’34”. Con gli anni la sua frequenza alle ultramaratone è stata sempre più consistente numericamente, gareggiando anche nella 6, 12 e 24 ore. Soprattutto nel 2011 Piero ha partecipato a 24 manifestazioni per un totale di 1˙279,408 km percorsi. Il suo record sulla distanza dei 100 km a Seregno (MI) nel 2002 con il tempo di 11h27’09”. Non si può dimenticare la 48 ore d’Europa a San Vito al Tagliamento nel 2007 con 302,228 km, che gli vale il 2° posto assoluto. Nel 2016 Piero ha corso 61 maratone e 22 ultramaratone per un totale di 3.676,871 km. Mentre alla fine dello scorso anno segnava un totale di 963 maratone/ultra corse nella sua carriera atletica soprattutto nel territorio italiano, ma anche con qualche apparizione all’estero. Al di là di quelli che sono i numeri e le statistiche, anche dai commenti sopra riportati appare che il nostro Vito Piero Ancora ha saputo trovare nella corsa sulle lunghe distanze una sua dimensione: svolge una salutare attività sportiva all’aria aperta, si diverte, sta con gli amici, visita luoghi diversi, apprezza cibo e bevande che gli vengono offerto, non disdegna anche di cantare al termine di una delle sue numerose fatiche. Per tutti un esempio di sportività, mentre purtroppo si ripetono notizie di atleti che cadono nel tranello del doping. Correre è vita e fa aggiungere vita agli anni. Il famoso detto «Mille e non più Mille» per il Piero non ha proprio senso.
Complimenti Vito Piero Ancora, per gli amici il “Maestro”!
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Scheda Atleta:
Nome: Vito Piero. Cognome: Ancora. Data di nascita: 27/06/1953. Luogo: S. Vito dei Normanni (BR). Domicilio: Milano. Società: Cus Pro Patria Milano. Categoria: SM6. Nazionalità: Italia. Specialità: maratone e ultra.
Migliori Prestazioni:
Gara Prestazione Anno Luogo
42,195 km 3h56’49” 2006 Vigarano Mainarda (FE)
50 km 5h07’01” 2007 Sanremo (GE)
100 km 11h27’09” 2002 Seregno (MI)
6 h 53,257 km 2007 Luco dei Marsi (AQ)
12 h 98,192 km 2005 Montelupo Fiorentino (FI)
24 h 184,217 km 2004 San Giovanni Lupatoto (VR)
48 h 302,228 km 2007 San Vito al Tagliamento (PN) 

 

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