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Set 30, 2020 1996volte

Formigine prova a rompere… la nebbia il 18 ottobre

Giorgio Reginato osserva la piazza adiacente al ritrovo Giorgio Reginato osserva la piazza adiacente al ritrovo Roberto Mandelli

Sarebbe stata, e sarà comunque, la quarantesima edizione della corsa della Carovana (così detta perché la località è proverbiata per la storica presenza tzigana), quella che ogni anno invitava i podisti modenesi e reggiani ad una 21 km competitiva autunnale. Quest’anno la prudenza è d’obbligo: dal marzo in provincia solo la corsa di Monchio ha più o meno rispettato il calendario annuale (sia pure limitandosi alla non competitiva, che poi è stata bissata qualche mese dopo); il Coordinamento podistico provinciale, come Conte, ha dichiarato il prolungamento dell’emergenza fino a tutto il 2020, e insomma, chi organizza lo fa di sua iniziativa (sebbene qui si dichiari l’egida di Aics e Uisp, e l’omologazione del Coordinamento podistico).
Il coraggio di ricominciare non tuttavia è mancato ai formiginesi, che per il 18 ottobre tentano di rompere, non il ghiaccio ma la nebbia dei punti interrogativi e del dolce far niente di troppi organizzatori, confermando la propria corsa, seppure ridotta a 7,5 km non competitivi, con numero chiuso a 450 e partenze scaglionate ogni 3 minuti per gruppi di 20: cosicché, in caso di pienone, in un’ora e un quarto si dovrebbero risolvere tutte le partenze.

L’iscrizione, obbligatoria e attraverso il portale Uisp di Atleticando.net, costerà i soliti 2 euro (che poi l’organizzazione devolverà in beneficenza a favore dello sport giovanile), e darà diritto a una borraccia, lo stesso premio che arrivò in una delle ultimissime gare della zona prima del blocco, quella di Rubiera.

Rispetto assoluto delle regole: mascherina se si è a meno di 2 metri (e speriamo proprio che non diventi obbligatoria sempre e ovunque, come alcuni comuni hanno già deciso: magari, i comuni che durante il lockdown esibivano con orgoglio il podista sorpreso col drone ad allenarsi in solitudine, ma adesso autorizzano 1216 spettatori al coperto del Palasport di Modena, e spandono lacrime di coccodrillo quando appaiono le foto della movida reclamata dai baristi dell’happy hour).

A Formigine, niente ristoro finale, niente tende societarie ma premi per le società con almeno 10 iscritti. “Evitiamo di cadere nella tentazione di fare aggregazione”, recita saggiamente il volantino: proprio questa è l’incognita. Perché il podismo modenese, al pari di quelli delle province circostanti, ha di anno in anno perso i caratteri agonistici per adagiarsi sul modello di “aggregazione”, di adunate di massa, dove la minoranza corre e la maggioranza si incammina, già da un’ora prima del via… ma verso i ristori, arraffando quanto più può e lamentandosi se manca il panino imbottito con cui imbottire il marsupio o simulare di essere incinte per la merce nascosta sotto la maglietta o l’elastico dei pantaloncini.

Sarebbe una bella sorpresa se questo genere di frequentatori facesse il suo ravvedimento operoso, accettando il ritorno a un sano passato, a una corsa dove si va per correre e non per fare colazione "a-gratis" (a-pagare si fa sempre in tempo). I precedenti delle ultime settimane non sono ottimali: si canta vittoria se alle corse vanno in cento… vedremo il 18 ottobre.

Per info, 348 533 55 71.