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Dic 24, 2021 1766volte

Nell’atletica indoor l’Italia è da terzo mondo

Vigilia di Natale, la voglia sarebbe quella di raccontare soltanto storie belle, ma noi preferiamo sempre la verità e quindi non possiamo che condividere con Voi il nostro fastidio leggendo il calendario del World Athletics Indoor Tour 2022, il circuito di gare al coperto sotto l’egida della federazione mondiale.

Si comincerà il 22 gennaio, con tre tappe in contemporanea a Parigi (F), Manchester (UK) e Birmingham (USA) per finire il 9-10 marzo a Shenyang, in Cina, sempre che il Covid non ci metta lo zampino. Quindi restano ancora delle incertezze, ma un punto fermo c’è.  Malgrado ben 38 meeting sparsi in tutto il mondo (cliccate qui per i dettagli), la settima edizione del Tour non transiterà per l’Italia. Come peraltro già successo nelle sei precedenti, non è una novità.

Mentre passerà, restando solo nel vecchio continente, per Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Ma non solo in grandi nazioni paragonabili a noi. In quanto ci bagnano il naso anche Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Polonia, Repubblica Ceca, Serbia e Slovacchia…

Siamo nel terzo mondo degli impianti. Praticamente non ne abbiamo. Con un minimo di tribuna c’è solo Ancona. Padova è per pochi intimi. Parma è molto carina, ma la pista è lunga circa 160 metri e quindi non omologabile. Per carità, non vogliamo certo puntare il dito sul poco che c’è ed anzi cogliamo l’occasione per fare i complimenti a loro e a chi sta cercando di fare rivivere altri impianti. Come a Ponticelli (NA), riaperto da pochi giorni e che ha una discreta tribuna. Oppure i due mesi di running concessi all’interno del padiglione fieristico di Carrara (MS), dove è stata montata una pista per lo sprint ed un anello da 160 metri. E ci scusiamo in anticipo se nel nostro inventario ci siamo dimenticati di qualcuno.

Quindi restando in tema natalizio e felici che il comune di Brescia abbia recentemente annunciato la volontà di realizzare un impianto moderno (ad oggi non si conoscono le tempistiche), domani sotto l’albero speriamo di trovare un piano più articolato e strutturato che parta dal CONI, dalla FIDAL, dal governo. Speriamo che il sempre assente signor Mei, o gli onnipresenti Malagò e Vezzali, ci facciano capire che oltre a passare il tempo davanti alle telecamere, lavorano per lo sport italiano. Le abbiamo raccontate anche noi, ma siamo stanchi di parlare del Palasport milanese di San Siro, crollato oltre un quarto di secolo fa oppure della bella ma ormai remota esperienza di Genova o della meteora Torino.

 Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

1 commento

  • Link al commento Maurizio Podisti.Net Venerdì, 24 Dicembre 2021 21:33 inviato da Maurizio Podisti.Net

    Ebbene si, una triste realtà, se poi pensiamo quanto i nostri atleti sono stati capaci nel 2021...viene ancora più tristezza

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