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Ho letto e formulo un commento da cattolico praticante.
Durante il lockdown hanno parlato tutti, ma proprio tutti, tranne la CEI.
Mi ha stupito il silenzio dell'Istituzione perché, pur richiamando le persone (ed i fedeli) al rispetto delle leggi, è sempre possibile esprimere un'opinione sulle leggi stesse (che poi leggi non sono ma meri DPCM).
E non mi riferisco solo alle S. Messe.
Mi ha stupito, infatti, che nulla la CEI abbia osservato in merito alle condizioni delle famiglie e dei bambini; se è possibile portare a spasso il cane, perché un genitore non può far fare una breve passeggiata al figlio ?
Nulla è stato detto anche sul divieto di incontrare i propri cari bisognosi, molti dei quali sono rimasti senza assistenza domiciliare. Perché, mi chiedo (e avrebbe potuto dirlo anche la CEI), è possibile frequentare le librerie e non si può invece frequentare, seppure con tutte le accortezze del caso, i propri parenti malati e anziani ?
Peraltro, non capisco perché si possa andare al supermercato o sui mezzi e invece non si possa accedere alle chiese le quali, è noto, non è che siano proprio prese d'assalto ...
In sintesi, ed è questo il punto, la CEI in un recente passato tanto ha parlato (vedi normativa sull'immigrazione) ma ora ha preferito non interferire, adeguandosi al senso comune che non sempre è buon senso.
Peccato però che se sostieni chi ritiene la fede un sottoprodotto della cultura (ed infatti le librerie sono accessibili e le funzioni no), non puoi poi lamentarti.