Segnala il commento come inappropriato

Ringrazio per le note. Per dirla in termini chiari, la CEI con il comunicato del 26 aprile sera è "andata giù pesante". Il comunicato intitolato "Il disaccordo dei vescovi" è arrivato a breve giro di posta, appena dopo la conferenza Conte. La questione è delicata e bisogna mantenere i nervi saldi. Il Papa stamattina (28 aprile) alla messa a santa Marta ha invitato tutti alla calma. «In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, - sono state le sue parole - preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni». Qualche considerazione. Il nodo principale per l’autorizzazione delle messe sembrerebbe essere, non tanto il distanziamento e le mascherine (punti assodati), quanto la distribuzione dell’eucaristia ai fedeli. Come farla? Ritengo che per trovare soluzioni (su questa questione specifica e più in generale sulla riapertura alle messe, in questo caso), a volte sia utile anche eccedere un po'... Il pensiero non progredisce solo con la moderazione, ma anzitutto con la dialettica. In queste ore è stato apprezzato da tanti l’intervento del vescovo di Modena, citato dal direttore Marri, meno quello del vescovo di Ascoli Piceno, pieno di passione e zelo pastorale. Io li reputo validi entrambi: occorre dialogo, ma anche audacia, perché bisogna tornare a celebrare insieme. La moltiplicazione di messe in diretta Facebook non è la soluzione. Nel 2002 il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali scriveva che “Su Internet non ci sono sacramenti”. E’ proprio così. Il discorso si farebbe lungo.