“ Carissimo Fabio,
come cronista ho semplicemente riportato il testo pubblicato, e la banalità di una cronaca non merita nessun commento, nè un articolo-polpettone che mi è capitato di leggere.
Sono d'accordo su tutto. Uno può gridare ai quattro venti il numero delle proprie maratone o tenerlo per se, anche se l'esperienza di ogni giorno mi dice essere proprio quelli che affermano di non tenerci che, raggiunto un numero tondo, se lo scolpiscono sul petto e su una bella torta. Il mondo è bello perchè vario.
Veniamo al vero problema! Nella Megamarathon compaiono i più evoluti paesi del pianeta. L'Italia che corre vuole assidersi fra questi o fra quelli del terzo mondo? In Europa o in Africa? In serie A o in B. Quella postilla ci fa onore o disonore?
La maratona è la metafora dell'Italia politica, che stenta ad agganciarsi all'Europa e all'Euro. Quella postilla è l'equivalente dei ripetuti richiami al pareggio di bilancio, al debito pubblico, ecc.
Carissimo Fabio, mi dispiace che non hai colto il vero significato del mio articoletto. Che banale non è! ”