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Apr 03, 2021 2447volte

Una Pasqua di incertezza, attesa e speranza. Potendo, di solidarietà

Rino Lavelli, Isolano Motta: lo sport non ha età Rino Lavelli, Isolano Motta: lo sport non ha età Roberto Mandelli

Tutti in casa dunque, o quasi, per la festa di Resurrezione: sono scomparse nel nulla le “Sei maratone di Pasqua - a Rieti per ripartire lungo il Cammino di San Francesco”, che avrebbero dovuto svolgersi dal 1° al 6 aprile, come testimonianza dell’operosità generosa di Felice Petroni, ma che fin dall’inizio non sembravano possedere i requisiti di “gara nazionale” (oltre tutto limitata a un massimo di 50 atleti), e addirittura avrebbero previsto un irrealizzabile “pranzo di Pasqua del maratoneta”; dunque, il calendario di Podisti.net, ispirato alla prudenza per non ispirare false speranze http://podisti.net/index.php/calendario.html , per il lunedì dell’Angelo indica due soli trail in Piemonte (la regione che nelle ultime settimane ha funto da guida per il resto d’Italia), evidentemente autorizzati malgrado la clausura nazionale.
Ma lo stesso calendario ci invita a migliori pensieri per la successiva domenica 11: due altri trail, in Veneto e in Piemonte; due ultramaratone, una in circuito sul lago d’Iseo e l’altra attorno al lago Trasimeno. Entrambe confermate e coi crismi del calendario nazionale Coni, http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/7044-il-coni-ha-aggiornato-l-elenco-degli-eventi-fidal-approvati-al-26-marzo-2021.html

dunque passibili di svolgimento anche nell’eventualità del nefasto colore rosso; lo stesso valga per la 10 km di Magenta, inopinatamente (e, aggiungo con parere personale, pretestuosamente) rinviata a suo tempo. In più la maratona-kermesse dell’aeroporto di Siena, per soli vip in cerca di qualifiche o di record in vitro, e invece la maratona vera di San Felice Circeo-Sabaudia, che a 4 giorni dalla scadenza delle iscrizioni ha già superato i 500 partecipanti (cui si aggiungono quelli della 10 km) e pressoché esaurito tutta la ricettività della zona.
La settimana seguente, un altro grande appassionato del Centro Italia, Sauro Mencaroni, imperterrito lancia una nuova edizione del Giro a tappe dell’Umbria, quattro tappe con inizio il 15 alle classiche Fonti del Clitumno e conclusione domenica 18 nella annibalica Tuoro: tutto con regolare approvazione.
L’iscrizione nel registro del Coni invece manca alla Abbotts way con partenza da Bobbio la sera di venerdì 16 e conclusione a Pontremoli nella notte tra sabato e domenica: la gara doveva già svolgersi l’11, poi è stata posticipata causa il precipitare in zona rossa della ben governata Emilia-Romagna. Ma mi chiedo (con dispiacere anche da pluripartecipante a questo ultratrail): se pure le due regioni Emilia e Toscana andassero in arancione – il che tuttora sembra improbabile –, come potrebbe svolgersi una gara “non nazionale”, per la quale cioè i provenienti da fuori regione non sarebbero autorizzati a muoversi neppure se “arancioni”? Dispiacerebbe dover assistere, nel 2021 come già accadde nel 2020, a un annullamento tardivo sebbene ampiamente nell’aria da settimane. Lo stesso problema si porrà a metà maggio per l’ultratrail (sebbene più 'dolce') di Radda in Chianti, già spostato dal primitivo 21 marzo, ora annunciato per il 15-5 ma assente dal calendario Coni: si potrà aggiungerlo? Analogo discorso vale per la maratona dell’Elba, tuttora calendariata per il 9-5 ma sconosciuta al Coni (che invece “riconosce” la contemporanea maratona di Terni, già posticipata di tre mesi).
Ma torniamo al 18 aprile, terza domenica di Pasqua, giornata che comunque sembra sufficientemente affollata (e chiedo scusa se per brevità mi occupo solo delle gare più ‘faticose’): due trail nelle province di Torino e Novara, uno nella bergamasca, più la mezza di Monza e la 11 km in salita Biella-Graglia (Biella e i suoi luoghi di culto continuano a trainare, promettendo anche la “Due Santuari” del 5 giugno). Spostata invece di due mesi l’altra mezza piemontese, quella di Verbania, dal 18 aprile al 19 giugno, quando forse le promesse dei nostri politici si saranno trasformate in fiale e in iniezioni per tutti, almeno una volta.

Il buio assoluto grava invece sulle non competitive: chi non ha un tesserino agonistico non può andare a correre nelle gare ufficiali, sebbene qualche organizzatore abbia “dimenticato” di cancellare dai suoi programmi le corse di contorno alle competizioni nazionali.
Eppure l’attività motoria è raccomandata come indispensabile, a tutte le età e soprattutto nelle fasce cosiddette fragili o a rischio, per le quali muoversi e stare all’aperto è presidio da guai peggiori e contribuisce all’equilibrio psicofisico complessivo (inclusa, sissignori, anche la prevenzione del Covid).
Mi ha colpito un “Report attività” ricevuto per posta in questi giorni dalla benemerita Fondazione Onlus “Sacra Famiglia” (una ventina di sedi nell’hinterland milanese, in località che abbiamo più volte frequentato per sport, come la casa-madre di Cesano Boscone, indi Buccinasco, Desio, Abbiategrasso ecc., ma anche nel savonese: Andora, Loano ecc.), da decenni impegnata nel sostegno a disabili, anziani, psicolabili, sia a domicilio sia nei propri centri. Scrive la lettera: “Era un giorno di sole quando l’attività fisica adattata (modalità nata nel 1970 “con lo scopo di prevedere programmi motori destinati al più ampio numero possibile di disabilità”) è entrata nei nostri centri, illuminando i sorrisi e le vite di tanti nostri ospiti… per raggiungere la tonificazione muscolare, la mobilità articolare, la conservazione delle autonomie, l’integrazione sociale” – “Ora l’attività fisica adattata è particolarmente importante per aiutare a superare questo periodo difficile di restrizioni” – “La persona fragile rischia spesso di sviluppare un’immagine di sé molto negativa, un senso di impotenza e di disagio… Muoversi, fare esercizio, condividere momenti spensierati è quello di cui hanno bisogno i nostri ospiti”.

Anche in questi giorni cerchiamo di muoverci, in qualunque modo, e di far muovere i nostri familiari più “fragili”; ma non dimentichiamo quelli che non hanno più una famiglia, o in famiglia non ci possono stare. Aiutiamoli, di persona se ne siamo capaci, o con le nostre offerte, “spendendo” per gli enti assistenziali una parte di quello che abbiamo forzatamente risparmiato nell’annata più buia della nostra vita.
Che sia una buona Pasqua per loro, e sarà migliore anche la nostra.