Segnala il commento come inappropriato

A differenza di Fabio, avendo fatto il secondo giro, la mia esperienza è stata diversa. A mio avviso, la difficoltà è stato un breve tratto di fango più che la grandine. Mai mi sarei aspettato di dover fare due giri dello stesso percorso così diversi l’uno dall’altro. Se al primo giro la collinetta con il suo boschetto hanno rappresentato per i partecipanti meno veloci come me un modo per ripararsi almeno in parte dalla grandine, nel secondo è stato un passaggio che si è rivelato piuttosto complicato. Non tanto per la pendenza, quanto per la contropendenza dell’angusto passaggio che rendevano il percorso difficoltoso poiché scivoloso. E pensare che il regolamento non richiedeva neanche scarpe da trail tra il materiale obbligatorio. La presenza di qualche corda a cui aggrapparsi avrebbe potuto aiutare. Inoltre non mi ha lasciato indifferente assistere al crollo di un albero a pochi metri di distanza da me. Fortunatamente l’albero è caduto fuori dal percorso ma è stato un bel pericolo. Se la grandine è un evento piuttosto eccezionale la pioggia non lo è e forse la scelta del percorso non ha sufficientemente tenuto in considerazione questa eventualità. Inoltre mi chiedo se sia stata verificata la condizione del percorso nel boschetto prima dell’arrivo dei primi partecipanti della 26, forse si poteva valutare una deviazione vista la tipologia di percorso e le condizioni meteo. In conclusione, l’impressione è che il percorso collinare nel boschetto di fatto non fosse un vero sentiero ma un passaggio ricavato in modo improvvisato senza valutare come sarebbe potuto diventare in condizioni di pioggia. A parte questo inconveniente, comprensibile in una prima edizione, bisogna riconoscere a l’ottima accoglienza, i servizi i ristori e la cena oltre allo spazio coperto che ha permesso di cenare ed assistere alle premiazioni senza bagnarsi.