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Nov 07, 2022 1693volte

Maratona e mezza di Paestum: numeri in crescita

Maratona e mezza di Paestum: numeri in crescita Roberto Mandelli

Paestum (SA), 6 novembre – Era la seconda edizione dell’evento, dopo l’esordio del 7 novembre 2021 (https://podisti.net/index.php/component/k2/item/7978-07-11-2021-pestum-sa-1-paestum-marathon.html), sempre con l’organizzazione della Libertas Agropoli dell’attivissimo Roberto Funicello, cui fanno capo varie altre manifestazioni tra cui la mezza di Paestum e il giro a tappe del Cilento.

In una domenica dedicata dai media alla maratona di New York, e contrassegnata a casa nostra dalle maratone di Torino e Verbania, dalla 50km di Salsomaggiore e da una gran quantità di mezze, il Sud aveva da offrire questo tris di gare, che aveva raccolto 1146 iscrizioni. La maratona ha portato i classificati dai 113 dell’anno scorso ai 147 di oggi (su 161 iscritti); la mezza è salita da 474 a 511 arrivati, e la 10 km ha segnato 403 arrivati contro i 338 del 2021: per un totale dunque di 1061 contro 925 giunti sotto il tempio di Nettuno.

Per una maratona non sono grandi numeri, ma superare i cinquecento finisher della mezza è un risultato interessante a livello nazionale (lo scrive un emiliano abituato a leggere canti di vittoria quando alle 21 competitive ci sono trecento partecipanti): tanto più che la gara si svolge in un piccolo centro (nemmeno capoluogo di comunale), rinomato per i suoi eccezionali monumenti greco-romani, ma abbastanza scomodo da raggiungere coi mezzi pubblici (sono decisamente pochi i treni di lunga percorrenza che si fermano alla stazione, collocata davanti a un ingresso della zona archeologica).

La maratona è stata vinta da Youssef Aich, trentacinquenne tesserato per “Il Laghetto” di Napoli, vincitore nel 2019 della maratona di Carrara (con 2.24:35), e terzo qui l’anno scorso nella maratonina: che davanti al Tempio ha chiuso in 2.28:55 (12 secondi in più del vincitore 2021, Armando Ruggero che quest’anno si è cimentato nella mezza, arrivando secondo). Come l’anno scorso, il posto d’onore è toccato all’ex azzurro (presente alle olimpiadi di Atene del 2004, e vincitore della maratona di Roma 2005) Alberico Di Cecco, che da quarantottenne sigla un rispettabile 2.41:53; terzo Giovanni Marchitiello in 2.45:40.

Corsa ugualmente solitaria in campo femminile, dominata dalla 44enne pugliese Damiana Monfreda, settima assoluta in 3.04:07, e prima donna con tredici minuti su Francesca Angelini, e diciassette sulla terza, Monica Alfano.

I tempi piuttosto modesti si spiegano anche col forte vento da nord, che ha ostacolato i corridori nei due tratti ascendenti, dalla partenza fino al km 9, poi di nuovo dal 16 al 22 e dal 34 al 40, mentre sui tratti discendenti, svoltisi più o meno sul lungomare, spirava una brezza quasi impercettibile.

Sul giro unico della maratonina ha bissato il successo del 2021 Gilio Iannone in 1.09:35, davanti al già citato Ruggiero (1.10:06), e, più staccato, Mohamed Zouioula. Distacco abissale tra le donne, dove Luz Nadine De La Cruz con 1.22:42 ha inflitto 7 minuti a Martina Del Rosso e otto a Teresa Stellato.

Sul percorso più breve dei 10 km si sono affermati Giorgio Mario Nigro in 33:03 e Rosanna Pacella in 41:17.

Quanto alle impressioni del sottoscritto, dirò che mi ero deciso per questa gara perché “mi mancava” (a differenza delle più titolate in contemporanea), e per rivedere luoghi già frequentati in altre competizioni, usufruendo di uno squisito anfitrione come Valentino Ristallo, mezzo pestano (rectius: capaccese-agropolitano) e mezzo modenese, che torna sempre volentieri nella sua terra d’origine (e, s’intende, ha corso la mezza appena sopra le due ore: vedere foto 132 e 159 di S. Scotto Pagliara). Grazie a lui, mi è stata permessa una visita fuori orario, all’imbrunire, del parco archeologico; e dopo la gara, l’ammissione in una doccia calda (non prevista dall’organizzazione) nello stupendo parco di un resort a un km dal traguardo.

Per fortuna, dopo la pioggia della notte, la domenica è stata soleggiata ma non calda (giusta da mezzemaniche); il mare mosso non invitava certo a un tuffo ristoratore, e ci siamo accontentati di rimirarlo dall’ottimo marciapiedi di recente sistemazione, nei 5+5 km tra i lidi di Laura e Licinella. Lì mi hanno superato, nel secondo giro, gli allegri pacer delle 4h15, che scherzavano confrontando l’ineguagliabile ospitalità del sud con la freddezza nordica: notare che lei è Lisa Magnago, romana di origini altoatesine, e lui è Maurizio Colletti da Renazzo di Ferrara, che forse stavano provocando un loro ospite targato Runners Bergamo…

Anche Michele Rizzitelli dalle mille e più maratone mi supera: nessuna discussione, in maratona è il MERITO che viene premiato, e nessun politicante da strapazzo tirerebbe fuori don Milani per spiegare i danni psichici che subirà chi arriva dietro, o per invocare una classifica con lo stesso tempo per tutti (beninteso, il tempo degli ultimi). Semmai, del mio de-merito potrei incolpare un certo accumulo di grassi, e forse farei bene a rivolgermi a quei certi istruttori delle ‘farfalle’ contro cui adesso tutti mostrano sdegno (a cominciare dai principi dei luogocomunisti grami, Grasso e Gramellini del Corrierone), ma che a me darebbero una strigliata dura quanto salutare. Che se poi il pietismo politicamente corretto dovesse rivolgersi agli allenatori del passato, povero Nereo Rocco, che ai suoi giocatori diceva “ti xè tanto mona che na volta al mese te vien fora el sangue dal naso” (e più recentemente, ne ha fatto le spese il mio scolaro Giuseppe Tassi, eccellente caporedattore sportivo del “Carlino”, rimosso per aver messo nel titolo un elogio a quelle che incautamente definì “ciccione”).

C’è poco da dire, in maratona ogni kg di grasso in più, per uno della mia stazza, significa due minuti e mezzo in più (fonte: Luca De Ponti, 100 consigli per correre meglio, Edizioni Correre, p. 54), e bisogna fare delle scelte: o il cronometro, o gli spaghettoni aglio-olio-peperoncino e i cavatelli serviti nel Bistrò 73 di Paestum, la sera prima della gara vicino al km 41 (con bis nel dopogara). Per ora, punto sulla seconda opzione (quella delle foto 37 e 38 https://podistinet.zenfolio.com/p552284940 ), fin che non mi trasferirò a Desio per mettermi sotto regime e… battere Rizzitelli.

Poi, c’è una malattia da cui nessun allenatore può guarirti, la vecchiaia: che almeno in questa occasione mi garantisce il secondo posto di categoria, e in hotel mi esenta dal pagamento della tassa di soggiorno. Qualcuno è disposto a far cambio?

Tornando alla gara, dirò del buon servizio di toilette e custodia bagagli in zona partenza; della chiusura al traffico assoluta almeno fino alla zona stazione nel secondo giro (cioè dopo il km 35); dei ristori di sola acqua, regolari e abbondanti fino al km 28, quando sono comparse anche banane e gatorade. Il ristoro finale invece pare sia stato appannaggio soprattutto dei mezzimaratoneti (così ho sentito dire dagli addetti, di fronte al tavolo vuoto), e per noi che arrivavamo ben dopo le 4 ore c’era solo un boccione di gatorade (più il glorioso chinotto Neri, più spaghetti, pomodori pelati e l'immancabile flacone di gel igienizzante nel pacco gara); abbondanti, oltre i nostri meriti, le premiazioni di categoria. E su tutto, la cordialità di Funicello, Ristallo e compagni.

Il sole si avvia al tramonto sul mare quando ci dirigiamo alla vicina stazione per il rientro al nord: i treni, come già nell’andata, sono tutti in ritardo, mettendo a rischio le coincidenze di Maurizio e Lisa che ritrovo sulla banchina (foto 8 e 9 del servizio appena citato): ma, per la legge delle reazioni a catena, sono in ritardo anche i treni coincidenti e quindi la sfanghiamo tutti, non senza aver buttato soldi reali o virtuali nelle macchinette dei caffè o dei panini che abbastanza abitualmente incassano senza darti il corrispettivo. E’ l’Italia, bellezza.

 

 

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Fabio Marri - Silvio Scotto Pagliara