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Feb 01, 2023 1429volte

Una Corrida di nuovo “italiana” grazie a Aouani e Palmero

Elisa Ragazzi al traguardo,circondata da tanti protagonisti Elisa Ragazzi al traguardo,circondata da tanti protagonisti Roberto Mandelli

Modena, 31 gennaio – Sulla carta era dichiarata la 49^ edizione, ma il conteggio comprende anche l’edizione 2021 (che non si fece causa Covid) e la cosiddetta Corrida dell’Angelo, corsa il 18 aprile 2022 su tracciato ridotto a 8 km e con soli 86 arrivati. Sempre per stare alle cifre, speaker e tv embedded parlavano di 700 partecipanti, quando l’ordine d’arrivo elenca 537 arrivati; deprimente il confronto con le precedenti edizioni (666 classificati nel 2018, 652 nel 2019, 670 nel 2020).

Non mi permetto di contestare le cifre fornite per i non competitivi, quelli che nei tempi andati potevano correre solo 3 km ma spesso facevano tutti i 13,4, cosa che da quest’anno è diventata lecita (cosicché i cadetti dell’Accademia, 460 secondo il tabellone, tutti col pettorale senza numero, ci hanno storditi coi loro “Allarmi! Allarmi! Allarmi ***” per tutto il giro lungo a Cognento e ritorno).

Insomma, i non competitivi sarebbero tremila (verrebbe da dire: per i sindacati), la metà o giù di lì a giudicare dal colpo d’occhio all’ora di partenza: a tarda sera già qualche media ridimensiona “gli altri” a 2000, e sommando le classifiche delle prime 20 società esposte all’arrivo (tra cui l' "IMPS Firenza" del sempre presente Fabio Marranci), si arriva a 1200, inclusi i competitivi e i 460 futuri ufficiali. Carta canta vilàn dòrum, si diceva da queste parti, ma il sito ufficiale continua a scrivere  che la Corrida è "vissuta ogni anno dai 6.000 partecipanti e da migliaia di spettatori che la vivono sulle strade di Modena".

Lungi da me parlar male della Corrida (con quella di oggi, ne ho corse 39, e a parte Giuseppe Cuoghi ed Elvino Gennari vorrei vedere chi ne ha fatte di più), ma le sparate mi danno fastidio da qualunque parte provengano, anche dagli amici: d’altronde, a Modena fino a qualche anno fa si faceva una corsa a novembre dopo della quale i giornali titolavano “la carica dei diecimila” quando per strada eravamo sì e no duemila, ma non si poteva dirlo perché sulla base delle cifre gonfiate venivano dati premi in denaro ecc.

E’ ovvio che una gara programmata in un giorno feriale (salvo per la festa patronale di città) non possa sperare troppo nemmeno dalle località della provincia, dove si lavora o si va a scuola: sempre per citare la mia esperienza di lavoratore fuori sede, di Corride ne ho saltate parecchie dovendo timbrare il cartellino fuori provincia, o qualche volta le ho disputate sbarcando dal treno e andando direttamente alla partenza. E in ogni caso, alla Corrida dovevo iscrivermi per i fatti miei perché la mia società di allora, non essendo di Modena città, non veniva.

E questo credo accada anche oggi, quando oltretutto il prezzo non proprio economico (15 euro per la competitiva, 5 per l’altra, cioè il doppio dei prezzi correnti normalmente in zona) distoglie molti modenesi dal partecipare o perlomeno dal pagare la quota (tutti gli anni dopo la gara faccio una chiacchierata con un alto dirigente della Fratellanza, che ogni anno mi dice: uno su due non ha il pettorale, l’avranno tutti lasciato nella borsa?). Dipenderà poi da motivi economici se quest’anno, per la prima volta, non ho visto africani (nel senso di keniani, etiopi e dintorni), cosicché lo speaker Brighenti (un altro che di edizioni, se non ne ha fatte 49, poco ci manca) esultava nel dire che con la vittoria di Iliass Aouani i successi italiani hanno raggiunto quelli del Kenia. Da arcidilettante che abolirebbe gli ingaggi, privatamente gioisco, e passo ai risultati.

Vittoria assoluta dunque per l’italiano di origine marocchina Iliass Aouani, allenato da Massimo Magnani, col buon tempo di 38:26; a un minuto e 5 secondi è giunto il valdostano campione del mondo di corsa in montagna Xavier Chevrier, già terzo nel 2020 con un crono leggermente superiore a oggi (ma quest’anno le condizioni climatiche erano davvero ottimali, sole, circa 10 gradi, niente vento). Terzo, sebbene staccato di quasi un minuto da Chevrier, è un’altra celebrità, il pavullese campione italiano di maratona Alessandro Giacobazzi, che ha prevalso quasi allo sprint su Mustafà Belghiti e Ahmed Ouhda.

Tra le categorie, accorpate ogni 10 anni anziché i canonici 5, noto il primo posto M 35-40 di Andrea Soffientini in 40:39, il primo M 45-50 di Gianluca Pasetto in 45:58, il primo 55-60 di Luca Gozzoli, il sindaco prediletto da Franco Bragagna, in 48:31.

Altra vittoria assoluta di un’esordiente in campo femminile, con la torinese (ma di residenza modenese) Elisa Palmero, 23enne già protagonista alla Cinque Mulini di poche settimane fa: suo il tempo di 44’57” che le vale un 31° posto assoluto. Due minuti alle sue spalle è giunta una ragazza di casa Fratellanza, Giulia Cordazzo, che ha chiuso la sua prima Corrida in 47’ netti, precedendo di quasi un minuto la reggiana Barbara Bressi, più anziana e infatti prima della categoria F 35-45. Tra le vincitrici di categoria femminili cito la veronese Barbara Trazzi, prima F 50-60 in 55:39, tre minuti meglio dell’indomita plurititolata bolognese Monica Barchetti.

Ho già citato Elvino Gennari, “Passatore” ad honorem, che a più di 75 anni termina in 1.15, e il suo coetaneo Giuseppe Cuoghi che con 1.38:44 lascia tre competitivi dietro di sé. Ma la vera sorpresa a questi livelli “umani” la darebbe Paolo Giaroli, il reggiano che con 1.08:17 di tempo ufficiale risulta aver inflitto quasi 7 minuti al cugino Angelo (il quale a sua volta mi supera inesorabilmente negli ultimi due km). Ma Paolo è un galantuomo e si preoccupa subito di informare l'organizzazione: si è ritirato per un'indisposizione e non ha tagliato il traguardo, chissà che l'etere non abbia trasmesso i droplet del suo trasponder a meno di metri 1,82 dal tappetino... E' salvo anche l'onore di Angelo.

Brava anche la “Teidina” Elisa La Barbera, che seppur col pettorale non competitivo mi arriva davanti, incoraggiata dal marito Dino che, dopo aver chiuso in 54 minuti, torna indietro e rifà gli ultimi 500 metri con la dolce metà. Sono le cose più belle di una corsa che sospireremo per un anno intero.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Domenico Petti, Nerino Carri, Roberto Pacchioni, Modena Runners Club - rielaborazione Roberto Mandelli
Fonte Classifica: ENDU