Domenica a Milano, con la bellissima ed incolpevole "Stramilano", è andata in scena una nuova puntata della saga cinematografica di "TotòTruffa".
Rispetto al famoso film del 1962 però, quanto accaduto ai piedi del Castello Sforzesco è assolutamente reale.
Una truffa è pur sempre una truffa, ma quanto architettato dal nostro Arsenio Lupin podistico è qualcosa di straordinario, al punto di meritare di essere celebrata come un "progetto geniale".
Non sono importanti i nomi, o meglio, un nome va fatto ed è quello della vittima del raggiro cioè Mengistu Rossi.
Dal precedente articolo "Alla Stramilano pettorale e chip corrono da separati in casa" la posizione di Rossi pareva essere sostanzialmente quella del complice ma, alla luce di quanto andremo a ricostruire di seguito, appare in modo evidente che Mengistu Rossi è TOTALMENTE ESTRANEO al "progetto geniale".
LA RICOSTRUZIONE PIU' VEROSIMILE
La seconda puntata di "TotòTruffa" ha il suo inizio nella zona di partenza: il nostro protagonista, che chiamiamo "Peppino" come la spalla di Totò, dopo aver architettato sulla carta il progetto truffaldino, ha bisogno di realizzarlo nei minimi particolari.
A "Peppino" serve un "corriere" ignaro adatto al suo progetto, quindi un atleta idoneo (con numero basso ma non troppo, quindi veloce ma non troppo) che potesse trasportare il chip sino al traguardo al posto suo.
Gli si saranno illuminati gli occhi quando, nel box degli atleti con tempi sino all'ora e venti, ha visto Mengistu Rossi (pettorale 155) con indosso una canotta larga e fuori dai pantaloncini, una caratteristica che lo condannava senza saperlo ad essere l'uomo ideale per il ruolo del "corriere".
Nella foto (gli altri ragazzi inquadrati non c'entrano assolutamente nulla) vediamo "Peppino" alle spalle di Mengistu, la testa di Peppino piegata verso il basso: pare verosimile che sia questo il momento in cui "Peppino" ha attaccato con l'adesivo il suo chip all'interno della canotta altrui, in modo da non renderlo visibile.
Subito dopo il via, "Peppino" controlla da vicino il "corriere": deve essere certo che il chip non si stacchi.
In esclusiva assoluta, Podisti.Net vi può mostrare la prova regina: eccovi la canotta di Mengistu Rossi fotografata dallo stesso atleta dopo aver letto il nostro primo articolo.
Mengistu ci ha raccontato di non essersi accorto di nulla, di essere venuto a conoscenza dell'accaduto solo dopo aver letto l'articolo di Maurizio Lorenzini e di aver trovato il chip ancora attaccato alla canotta, anche dopo averla lavata.
Al traguardo Peppino riappare, ma il suo chip è già arrivato regalandogli un bel 1.14:08, 4° posto di categoria, quasi 5 minuti meno rispetto alla sua ultima apparizione in questa gara (5 anni fa), ancor più netto progresso rispetto all'1.36:56 realizzato a Palermo nel 2019, e all'1.32:08 dell'ultima mezza registrata (Terrasini, maggio 2022). (2.41:34).
16 anni dopo il 2:41:34 ottenuto in maratona a Palermo nel 2007 "Peppino" ha mostrato una condizione invidiabile. Saremmo lieti se ci spiegasse la sua "ricetta".