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Mag 06, 2025
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Breaking4 sarà uno spettacolo, ma non un record

Una foto del Breaking2, nel 1.59 Challenge, l'auto era ancora più vicina Una foto del Breaking2, nel 1.59 Challenge, l'auto era ancora più vicina Immagine fornita da Nike

Aprite l’agenda! Segnatevi la data, il prossimo 26 giugno, e il luogo, lo Stade Charléty di Parigi. L’orario è ancora da definire, in funzione delle condizioni meteo e di quelle di Faith Kipyegon, già primatista mondiale sul miglio col crono di 4’07”65, ottenuto sotto i miei occhi a Montecarlo il 21 luglio 2023.

Nipote di Sir Roger Bannister? Con “Breaking4”, la trentunenne keniana vorrebbe entrare nella storia affiancando il suo nome a quello di Roger Bannister. Autore di uno dei record più famosi dell'atletica leggera. Nel 1954 fu il primo uomo ad abbattere il muro dei 4 minuti sulla distanza anglosassone nella prestigiosa cornice della pista del campus di Oxford, l’università dove stava studiando.

I precedenti sulla maratona. Ma come pensa la Kipyegon, primatista anche dei 1500 metri (3’49”04, Parigi, 7 luglio 2024) di migliorarsi di oltre 7 secondi? Non sono mica noccioline su soli quattro giri di pista. E qui entra in campo lo sponsor tecnico, ovvero la Nike, la stessa azienda dietro il famoso “Breaking2”, il tentativo di Eliud Kipchoge di abbattere il muro delle due ore in maratona. La prima volta, all’autodromo di Monza, nel 2017, andò male (2h00’25”). Ma era solo questione di tempo e due anni dopo, a Vienna, con il “1.59 Challenge” arrivò il risultato tanto atteso: 1h59’40”. 

Aiutini e aiutoni. A parte nome e location, la formula era sempre la stessa, aiutini o meglio aiutoni compresi, anzi potenziati. Rifornimenti passati al volo, wavelight, le luci luminose che indicano il ritmo da record, poi arrivate in Diamond League nel 2023 e sfruttate anche dalla Kipyegon a Montecarlo. E tanta, tanta scia. Una mezza dozzina di lepri che si alternavano al comando. L’auto con la wavelight montata sopra un enorme tabellone con il cronometro. Insomma una barriera mobile di almeno 3 metri ad agevolare la corsa a 2’50”/km di media. Circa 21 chilometri orari. Chi ha una bici da corsa si rende meglio conto di cosa stiamo parlando. E in ogni caso tutti gli studi sono concordi sul vantaggio anche se non concordano sull’entità. Prendendo come riferimento il “1.59 Challenge”, migliorò il suo mondiale stabilito a Berlino di 1’59”, ironia della sorte. Dividendo per i 42 chilometri abbondanti sarebbero meno di 3” al km. Su un miglio sarebbero 5 secondi scarsi.

Ce la farà? Staremo a vedere cosa succederà con “Breaking4”. Dubitiamo che venga utilizzata ancora un’auto a precedere la gara, in quanto ora le wavelight sono già inserite nelle piste più importanti. Di certo un bel gruppone di atleti più o meno famosi che siano in grado di fare un 400 metri in poco meno di un minuto non dovrebbe essere difficile da trovare. Meglio se grandi e grossi. E a 2’29”/km, oltre 24 chilometri orari, saranno un vantaggio ancora superiore. Certo, poi ci saranno le magiche scarpe messe a disposizione dalla Nike. Dei prototipi oppure già sul mercato? Anche questo è un punto che interesserebbe se fossimo in una gara ufficiale e ci fosse da omologare un primato. Ma qui non ci sarà nessun record, a prescindere dal responso cronometrico. Sarà comunque una notevole performance atletica ed un bellissimo spettacolo che non vogliamo perderci.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net