Lo scorso 16 aprile dopo anni di immobilismo sull’argomento da parte della FIDAL, il Consiglio Federale ha approvato il nuovo regolamento della RunCard. Prima di analizzare le novità introdotte, facciamo un minimo di storia.
Cos’è la Runcard? Istituita dalla FIDAL nel 2014, ma diventata utilizzabile nel 2015, con lo scopo di permettere ai podisti amatori non tesserati a società sportive, i cosiddetti “atleti liberi”, di partecipare alle gare competitive ufficiali, non dovendo più ricorrere al tesseramento giornaliero. In realtà al momento dell’introduzione era previsto anche che il tesseramento RunCard durasse solo un anno e terminato quello l’atleta si dovesse poi tesserare a una società sportiva per poter continuare l’attività agonistica. Il risultato di questo fu che nel primo anno della RunCard, le società sportive ebbero un incremento di iscritti in quanto molti “liberi” scelsero di affiliarsi subito alla FIDAL attraverso una società sportiva invece di procrastinare il tutto all’anno successivo.
Come si sa, questo obbligo fu successivamente tolto permettendo, a chi aveva scelto la RunCard, di continuare a rinnovarla facendo sì che, via via, questo tesseramento diretto con la FIDAL, prendesse sempre più piede penalizzando proprio le società sportive che, invece di beneficiare di un aumento dei tesserati, li hanno visti piano piano, ma inesorabilmente, diminuire. Per capire il successo che ha avuto, soprattutto negli ultimi anni la RunCard, basta analizzare le classifiche delle varie gare FIDAL e vedere la percentuale dei RunCard, sul totale dei classificati.
Ricordiamo che il tesseramento RunCard è possibile se si è maggiorenni e in possesso di certificato medico agonistico rilasciato per l’atletica leggera, ha durata di 12 mesi, dalla data di emissione della tessera, e non ha limiti nel numero di rinnovi. Il costo è di 30 euro.
Cosa cambia dopo il 16 aprile? Saranno state le “grida di dolore”, che da anni giungevano in Federazione dalle società sportive con le quali lamentavano la continua riduzione dei propri tesserati, a indurre FIDAL a redigere un nuovo regolamento per quella che è stata definita la Runcard 2.0. con l’obiettivo di promuovere il tesseramento presso le affiliate e avvicinare i possessori della tessera alle associazioni. Con il nuovo regolamento è stata prevista anche l’istituzione dello Sportello Runcard per la consegna del certificato medico e, cosa che farà “storcere il naso” ai fedelissimi RunCard, l’incremento della quota di tesseramento. Il nuovo regolamento entrerà in vigore a pieno regime con la stagione 2026.
I costi della RunCard 2.0. Come accennavo prima, leggendo il nuovo regolamento la novità più, a mio avviso, significativa riguarda i costi della RunCard. Infatti, se resta invariato a 30 euro il costo della prima affiliazione, questo diventa di 40 euro dalla seconda per poi arrivare a 50 euro a ogni successivo rinnovo. Questi aumenti faranno sì che a tendere si ridurrà il gap economico con il costo del tesseramento attraverso una società sportiva.
Altra novità importante, anche da un punto di vista economico, è quella che regola i passaggi da tesserato a società sportiva a RunCard. Infatti, se un atleta tesserato con una società nel 2025 decidesse di attivare nel 2026 la RunCard per lui il costo è, da subito, di 50 euro. L’introduzione di questa norma potrebbe tamponare l’emorragia dei tesseramenti dalle Società Sportive verso RunCard.
Se il nuovo regolamento penalizza chi passa dalla società sportiva alla RunCard, favorisce invece chi fa il contrario. Infatti, in questo caso, a partire dal 2026, sarà ridotto al 50% il costo di affiliazione, che invece di 20 diventa di 10 euro.
Da segnalare anche, fra le novità introdotte il 16 aprile, che c’è anche l’aumento del costo della RunCard con convenzione EPS che passa da 15 a 20 euro e che dal 16 aprile non sono state più rilascate RunCard mountain&trail e Nordic walching, ma quelle già emesse andranno a scadenza.
Le reazioni al nuovo regolamento della RunCard 2.0 che si leggono sui social sono contrastanti: da chi accusa la Federazione di essersi piegata alle Società Sportive a chi plaude alle novità.
A mio parere è un buon compromesso che non soddisfa appieno le società e non penalizza troppo chi vorrà rimanere affiliato FIDAL attraverso la RunCard.
NdR: Ringraziando il collega Fabio Maderna per la sua dettagliata analisi e rispettando la sua opinione, conti alla mano, da una parte la FIDAL chiede ad una società tutta una serie di adempimenti e relativi costi (affiliazione, tesseramento, allenatore, numero minimo dirigenti ecc ecc) che rendono matematicamente impossibile per le società medio piccole (la stragrande maggioranza...), offrire un tesseramento ai prezzi offerti dalla Federazione, dovendo caricare ogni suo tesserato di tali oneri... Io la definirei concorrenza... Oltre a ciò non esiste un percorso che inviti i Runcard a passare alle società del territorio. Il progressivo aumento del costo Runcard nei tre anni non sposta i termini del confronto economico. Il Gattopardo... Voi cosa ne pensate? Inviateci I Vostri commenti! - Rodolfo Lollini