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Apr 03, 2020 2575volte

Treviolo (BG) - Quarantine HM, mezza collettiva per 500 € all'ospedale

Sir Marathon, pettorale 42, all'opera Sir Marathon, pettorale 42, all'opera Foto Fausto Dellapiana

28 Marzo - La Crazy Marathon (https://www.podisti.net/index.php/cronache/item/5984-treviolo-bg-1-crazy-marathon-nella-villa-di-fausto-dellapiana.html) corsa in tre tappe da "Sir Marathon" Fausto Dellapiana, non aveva lasciato nessuno indifferente: un esempio di tenacia e di generosità, che ha allietato i cuori di tanti malati e nello stesso tempo ha ispirato altri podisti a correre in casa, seguendo le restrizioni e le direttive dettate dalla diffusione del tremendo virus Covid-19. 

Di qui la proposta di dar luogo ad una gara collettiva sulla distanza della mezza maratona, ma ciascuno in casa propria: è nata così la “Quarantine Half Marathon” che si  è svolta su dieci circuiti casalinghi, tutti nel bergamasco, tranne uno, addirittura in Lussemburgo.                       

Ma come ogni gara che si rispetti c’è una quota di iscrizione: si decide per 50 euro a testa, tanto va tutto in beneficenza al locale Ospedale Papa Giovanni XXIII. 

“Correre per solidarietà e sostegno”, questo il motto, a partecipare sono Luca Natali (Cionfoli), Nicola Sciavone (Flebo), Roberto Rota (Ventesimo), Paolo Silva (Coscia), Paolo Carenini (Goodyear), Silvia Bazzana (BazzRoberto Piazzi (Velo), Luigi Perego (Gigione), Stefano Bolis (Lo Straniero) e Fausto Dellapiana (Sir Marathon). Tutti portano lo speciale pettorale, realizzato per l’occasione, recante il nome della manifestazione, la data, il nome di ciascun partecipante e l'immagine del virus, per non dimenticare. 

Dal blog di Sir Marathon ( http://sirmarathon.blogspot.com/) traiamo le testimonianze di alcuni dei partecipanti: 

Gigione

Domenica 29 marzo abbiamo corso una mezza maratona che, in tempi "normali", non sarebbe niente di eccezionale, ma in epoca di COVID-19, dove le restrizioni la fanno da padrone (per il bene di tutti ovviamente), assume una connotazione decisamente particolare. 

Attenendoci rigorosamente ai divieti, tutti pronti a correre chi nel proprio giardino,  chi in cortile o nelle immediate vicinanze della propria casa con tanto di pettorale. La quota d'iscrizione sarà devoluta all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Ringrazio Sir Marathon e Velo per avermi coinvolto in questa bellissima iniziativa,  alla cui base sta la solidarietà, ma anche la gratitudine verso medici e infermieri e tutti quelli che sono in prima linea in questi giorni duri cercando di far  rialzare la nostra Bergamo ormai in ginocchio da troppo tempo.
Nel nostro piccolo cerchiamo di dare un contributo, restando in salute sia fisica che mentale e sperando che tutto passi al più presto.

Velo

Partenza ore 8.30. Già da subito si capisce che il flessore destro non è d'accordo, non vuole proprio fare 194 giri. Cerco di convincerlo con le buone andando ad un ritmo blandissimo. Si convince, così ne approfitto per alzare la velocità.  Finalmente nessuno rompe le scatole, tutti fanno la loro parte. Giro 48 incredibilmente si fa sentire la prostata. Mi altero e la rimprovero ricordandole che le ho fatto prendere aria 30 minuti prima, si calma anche lei. Giro 62 il flessore ricomincia a brontolare mi dice che è stufo, che mi approfitto di lui perché ho accelerato  ritmo e minaccia di piantarmi; cedo e ritorno ad un ritmo imbarazzante. Giro 89, la prostata incomincia a litigare con il flessore accusandolo di egoismo. Giro 97, sono alla mezza della mezza: francamente quei due hanno rotto, anche perché tutti gli altri fanno il loro dovere ed anzi premono per una performance migliore. In effetti guardo il tempo, impresentabile. Giro 124, la prostata ruggisce, accelero un po' ma il flessore non gliele manda a dire. Continuano a litigare accusandosi a vicenda di non fare il proprio lavoro,  non li sopporto più.  Giro 170, approfitto che nessuno si fa sentire per guardare il tempo, è pessimo ma forse con un piccolo sforzo riesco a stare sotto le 2 ore. Giro 188 , dopo una serie molto positiva il flessore mi manda non una mail ma una Pec. Sono un gentleman ed il messaggio di poche righe preferisco non renderlo pubblico. Giro 194, è finita, non posso gioire perché devo schiudere la prostata che continua a litigare con il flessore scambiando con lui epiteti incresciosi. Non pensavo che potessero arrivare a tanto. Finalmente tacciono, guardo il tempo 2.03 54: il peggior tempo di sempre ma credetemi, con due compagni del genere era il meglio possibile.

Ventesimo

Dopo l'invito lanciato da Velo e Sir Marathon a correre la “Quarantine Half Marathon” ho pensato: Un'esperienza così è da fare! Correre per solidarietà e a sostegno di una struttura ospedaliera in forte difficoltà! Accetto l'invito e preparo un percorso. Oggi, domenica 29 marzo,  partito per percorrere i 53 giri stabiliti, i primi giri mi sento un po’ fuori posto e mi chiedo se riuscirò ad arrivare in fondo perché allenamento zero e il  percorso è un po' impegnativo... Sento una sirena  in lontananza: il pensiero è andato direttamente alla causa... pensando a chi sta male e lotta tra la vita e la morte, i medici e gli infermieri che si prodigano per salvare vite umane mettendo a repentaglio la loro.  Ho azzerato la mia negatività e rimanendo concentrato sul momento storico, Incoraggiandomi con la frase oramai ripetuta e scritta in ogni luogo. ANDRA' TUTTO BENE!!! Terminata la mia corsa in 2h 32' 38”, soddisfatto della mia partecipazione a questo progetto. Grazie per avermi coinvolto! 

Bazz

Quando la corsa diventa parte di te, quando parte integrante della tua routine, diventa veramente impossibile rinunciarvi. All'inizio di questa pandemia, quando ancora così non si voleva chiamarla, mi sentivo quasi in colpa ogni volta che indossavo le scarpette per uscire, in solitaria, nei percorsi di campagna dietro casa. Quando poi è stato pubblicato il nuovo Decreto, sia Ministeriale che Regionale, con impegno e cercando di non pensarci ho iniziato ad allenarmi con esercizi e con l'ausilio della spinner bike, all'interno delle mura domestiche. La corsa mi mancava terribilmente, o meglio la mia mente e il mio fisico iniziavano ad aver qualche cedimento... mal di testa, ansia e nervosismi scandivano la mia giornata! Allora ho deciso di ritagliarmi un percorso, interno alla proprietà e al parcheggio prospiciente, di 213,34 m, e ripeterlo più volte. Ho iniziato da subito a star meglio, a sentirmi nuovamente viva!!! Poi, tra una mail e l'altra, vengo a sapere che qualche altro amico è in "astinenza" di corsa. Domenica 29, con l'intento di devolvere i proventi dell'iscrizione all'Ospedale Papa Giovanni XXIII, si è organizzata dunque la corsa "a distanza": 21,097 km, una mezza maratona! Quanti giri devo fare del mio percorso per coprire l'intera distanza?! Beh, dai, sono solo 99 giri, ce la posso fare!!! Così, dopo aver inviato la mia adesione all'Organizzatore, e "pagato" la quota d'iscrizione, alle ore 9.00 in punto di ieri sono partita dal cancellino di casa per affrontare i miei 99 giri. Dopo 1h 52'52", alla conclusione del novantanovesimo giro, ho terminato la mia avventura, scandita da tanti pensieri, forse troppi, da qualche vescichina (per via delle curve), e da una sola immagine finale: "Dai Grazia che ce la fai!!".Con l'auspicio che arrivino presto tempi migliori per tutti, e ovviamente non cronometrici, resto pronta a cimentarmi in altre "sfide". Grazie, in bocca al lupo a tutti!

Flebo

Ore 9,26 con la celebre puntualità che mi contraddistingue inizio la mia mezza. Confortato dalla temperatura fresca approccio il mio circuito (56 giri da 373 m più il tratto iniziale, e finale, che servono per arrivare al circuito) con tanto entusiasmo ed un pizzico di eccitazione, è da mesi che non indosso un pettorale! I primi 10 chilometri volano via che è un piacere, inanello giri su giri senza alcun problema. Il percorso rispetta le aspettative, ad ogni giro saluto il trombettiere dei Mille, respiro i profumi del parchetto e mi compiaccio del marmoreo lato B, in più (sorpresa delle sorprese) proprio come  Artemio nel "Ragazzo di campagna", godo al  passaggio del treno, unica distrazione della mattinata. Al 12esimo km approfitto del ristoro sorseggiando un buon tè caldo, continuo a correre mantenendo lo stesso ritmo fino al secondo ristoro del 17 esimo km, durante il quale testo la bontà delle doti da assistente di mia moglie (... rimandata) e mi cambio la maglietta. Ormai mancano pochi giri alla fine ed anche se la stanchezza inizia a farsi sentire con qualche dolorino muscolare di troppo stringo i denti e taglio il traguardo con un unico pensiero: Anche questa volta la Bazz mi avrà pettinato?

Lo Straniero (soprannome dettato dal vivere all’estero, in Lussemburgo)

Per sicurezza mi sono imposto regole più restrittive di quelle locali, corro di notte, su una ciclabile tra i campi, così non incrocio nessuno. Non facile uscire quando sarebbe ora di andare a letto,  basta un niente per passare da “vado” ad “andrò domani”. Un giro ok, due giri solo con molta motivazione, mai pensato di farne 3.5 per completare una mezza.
L’iniziativa di Sir Marathon e’ un modo originale per contribuire alla causa della solidarietà’. Quindi “VADO”.
Cinque gradi e vento contrario (in una direzione), salitona tipo muro di classica fiamminga (nell’altra), buio, silenzio. Tempo per pensare, ma non troppo. Un occhio alla strada per non inciampare in qualche ramo o zolla di terra lasciata dai carri agricoli. Non ci sono spettatori, né veri né immaginari. Immagino di sfrecciare in una corsia di ospedale e incoraggiare con un MOLAMIA chi steso su un letto sta correndo la maratona della vita e chi attorno ai letti sta facendo da settimane una ultra-maratona impensabile fino a qualche mese fa e il cui traguardo non è proprio dietro l’angolo.
Il villaggio si avvicina, ritorno nella realtà, un altro giro nel quartiere per arrivare alla distanza richiesta. Arrivo.

Sir Marathon

Fuori dal letto un'ora prima del previsto, colazione, vestizione e sono pronto sulla linea di partenza; anche questa volta sono in prima fila. Foto di rito pregara, e sono pronto per la partenza in larghissimo anticipo.
Starter di oggi Oliver. Dovendo scegliere tra i tre nipotini, ho scelto lui, perché, oltre al solito countdown, ha pure aggiunto un incitamento: “Tre, due, uno … via! Vai, nonno!”.

Correre in tracciati tortuosi e ristretti (tracciato di 34,5 metri da percorrere 337 volte, ndr) richiede (oltre ad una sana pazzia) anche concentrazione, ma avendo già percorso più di mille giri, posso affermare di aver memorizzato tutti i dettagli; quindi posso inserire la modalità “pilota automatico” e lasciare la mente libera di pensare ad altro. Pensieri, sensazioni … in gran parte sono riflessioni personali: nipotini, figlie e moglie mi terranno compagnia per gran parte della corsa. Ma questo credo che non interessi nessuno!
La prima cosa che “sento” … è il silenzio! Non ci sono macchine, non ci sono persone in giro, è quindi normale. È vero, ma domenica scorsa nell'identica situazione il silenzio era rotto dal lacerante suono delle sirene delle autoambulanze e dalle campane che suonavano a morto. Oggi, per fortuna il campanile scandirà con i suoi rintocchi solo il tempo della mia gara, e l'unico rumore estraneo sarà quello provocato dal decollo di due aerei, che normalmente dà fastidio, ma in questo caso l'ho visto come una speranza per il futuro.
Naturalmente il pensiero va a tutte le persone coinvolte nel dramma: ai medici, agli infermieri e a quanti si impegnano nell'assistenza dei malati: a loro auguro di poter presto prendersi un meritato riposo. Questo vorrà dire che il peggio è alle nostre spalle. Se a loro posso augurare riposo, ai malati posso solo augurare “fatica”. Ai nonni ed alle nonne la fatica di portare i nipotini al parco, di leggere loro favole. Ai papà ed alle mamme la fatica di seguire i propri figli in una corsa o di poter essere di aiuto nei compiti. A tutti gli altri la fatica di una lunga passeggiata in montagna.
Un pensiero particolare per Giuditta, che, come nella sua prima maratona ha vinto la gara nei miei confronti, ora sta vincendo quella più importante ed è a pochi metri dal traguardo.

… Questo vecchio fisico sta rispondendo meglio del previsto e solo ora entra in modalità “gara”. Il passo si allunga, la velocità aumenta e di conseguenza anche il raggio delle curve è più ampio. Dai rintocchi del campanile vedo la possibilità di terminare la gara sotto le tre ore. Dal telefonino sento continui “bip” “bip”: sono le foto ed i tempi degli altri amici che hanno già terminato il loro sforzo. Ultimo giro, solo 34 metri. Taglio il traguardo in 2h 58' 19”. Obiettivo raggiunto! 

In conclusione, per Sir Marathon la soddisfazione di aver inventato la prima mezza casalinga collettiva (uniti ma distanti, recita un famoso, attuale, slogan della Fidal) e soprattutto la soddisfazione di aver regalato a tutti partecipanti l’attestato di partecipazione consistente nella copia del bonifico fatto per l'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. 
Il cuore grande di chi corre!!!

 

 

 
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