Direttore: Fabio Marri

* Per accedere o registrarsi come nuovo utente vai in fondo alla pagina *

Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

Tra le tante gare in calendario domenica scorsa 10 Novembre, figurava anche una mezza maratona spagnola dalle parti della cittadina di Javea, non lontano da Benidorm, dove nel lontano 1992 il nostro Gianni Bugno si laureò Campione del Mondo di ciclismo su strada bissando il successo del 1991 a Stoccarda. Ma perché questa citazione? Anche in questo recente caso parliamo di un iridato sulle due ruote. Lui ha fatto addirittura collezione di titoli mondiali: strada, mountain bike, gravel e ciclocross. Scala reale di tutte le possibili discipline. Si tratta di Mathieu van der Poel, figlio d’arte e nipote di Raymond Poulidor. Figura indimenticabile per chi ha i capelli bianchi. L’olandese con origini francesi, ha chiuso la mezza maratona correndo con l’amico e collega ciclista Freddy Ovett in 1h 22 minuti. Ovett che peraltro è stato capace di andare almeno 10 minuti più forte su questa distanza e se il cognome vi ricorda qualcun altro… ebbene sì, è il figlio di Steve Ovett.

Tornando a Van der Poel complimenti a lui, ma nulla di particolare, in quanto di ciclisti più anziani ed anche dotati di un “motore” meno potente di quello di MVDP ce ne sono già stati moltissimi capaci di stare sotto il muro delle 3 ore sulla maratona. Jalabert e Cassani hanno un personale di circa 2h45’, idem Armstrong, anche se in questo caso preferiamo non indagare su eventuali aiutini ed aiutoni chimici. Venendo ai coetanei o quasi dell’asso olandese, citiamo Tom Dumoulin (32’38” sui 10k e 1h10’ sulla mezza) che si è ritirato da un paio d’anni. Remco Evenepoel (Nazionale U16 col Belgio, segnò una rete all’Italia) da minorenne improvvisò una mezza in 1h16’, dopo aver giocato una partita di calcio… ci fermiamo qui, ma la lista sarebbe ancora lunga.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

Domenica, 17 Novembre 2024 23:13

Pensieri sparsi dalla 5 Mulini

SERVIZIO FOTOGRAFICO

E’ andata in archivio da poche ore, oggi domenica 17 Novembre, la 92^ Edizione della “5 Mulini”. Gara “Gold Level” valida per il World Cross Country Tour, privilegio che in Italia divide solo con i vicini di casa del Campaccio. Un’ottima occasione anche per i master per cantare nel “Teatro alla Scala del Cross” e poi godersi lo spettacolo in prima fila con i campioni di questo sport. Da non perdere. Qui trovate le classifiche. Sulle gare, vincitori e celebrazione dell’evento, vi lascio al Comunicato Stampa degli organizzatori. Da parte mia non posso che confermare come questo spostamento da gennaio a novembre della gara, che peraltro ci ha costretto ad un’attesa di oltre venti mesi, sembra averle fatto molto bene. A cominciare dal meteo. Settimana precedente senza piogge, giornata solatia che ha messo i runner nelle migliori condizioni possibili. Sarò stato sfortunato, ma a San Vittore Olona (MI) avevo beccato troppe volte gelo o fiumi di acqua. Va bene che fango e freddo, insieme a fatica sono le tre F del cross, ma qui avevano un poco esagerato. 

Il percorso resta sempre un unicum che ogni volta rapisce con il passaggio per il Mulino Meraviglia. Il tutto nell’ambito di un tracciato tecnico con diversi saliscendi ed un paio di rampe come la salita di Giovanni dove si può fare la differenza. Senza dimenticare le Rogge. Una serie di “fossetti artificiali” da saltare che se non stai attento finiscono per farti imballare o perdere il ritmo. Da segnalare anche qualche curva secca a cui va aggiunto lo slalom nel mulino. Detto questo, pare che i protagonisti della gara elite non se ne siano accorti, viste le medie al giro. Al maschile bravo Pietro Arese ed altri mezzofondisti a mettersi coraggiosamente in gioco cercando di restare davanti, ma dopo un giro e mezzo sui cinque previsti a 2e50 al mille, i keniani hanno accelerato a 2e43. E non eravamo in pista, ma sul percorso appena descritto. Alla fine il migliore italiano è stato Neka Crippa a premiare una condotta più prudente ed in progressione. Giunto undicesimo, il fratello di Yeman è sicuramente abituato a macinare tanti chilometri e probabilmente è quello che da più tempo sta preparandosi in vista degli Europei in Turchia. Esattamente l’opposto di Nadia Battocletti che dopo una magica quanto estenuante estate sta ricaricando le pile, ma con il suo talento è stata comunque capace di fare lo stesso un’ottima gara. Ultimo pensiero dedicato alla prova finale ovvero il cross corto. Novità di questa edizione. Anche qui tanto agonismo e ritmi indiavolati considerato che si correva per soli 3 chilometri. Tra le donne Marta Zenoni ha giocato al gatto con i topi, mentre tra i maschi segnatevi il nome del vincitore, Sebastiano Parolini.

Domenica, 10 Novembre 2024 22:38

Esibizionisti a New York

Sulla maratona dei campioni di domenica scorsa a New York sapete già tutto, grazie alla completa copertura fornita dai colleghi della Redazione di Podisti.net. Quello che invece forse Vi siete persi, sono stati i tentativi di alcuni personaggi di balzare alla ribalta a tutti i costi. Eccone qui tre esempi, rigorosamente senza fornirne i nomi, in quanto non vogliamo contribuire anche noi a renderli “famosi”.

Il primo caso riguarda un tizio che ha corso fino al Central Park indossando scarpe speciali e non parliamo di qualche modernissimo modello con l’anima in carbonio, bensì di ciabatte di un marchio famoso. Si tratta delle Crocs. Per chi non le conoscesse, trovate una foto in copertina. Ci ha messo 2h51’. Leggo alcuni media che parlano di “record mondiale” con queste calzature. Io dico, ma record di cosa? Solo un pratico sistema per danneggiare muscoli e scheletro, quanto al cervello, ci sbaglieremo, ma ci sembra già lesionato. D’altro canto, se avesse corso con delle scarpe normali, avendo un personale sopra le 2h30, bel tempo, per carità, ma chi se lo sarebbe filato? Nessuno.

Altro “fenomeno” il ragazzo che si è presentato allo start sul Ponte di Verrazzano a torso nudo. E il pettorale? Come ha fatto ad attaccarlo? Semplice, come tutti i runner ha usato le spille da balia, solo che al posto di appuntarle alla maglia se le infilate sotto la pelle, come potete vedere sempre nella foto qui sopra. Andy Warhol diceva che “Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti” e lui impaziente di attendere il suo turno ha forzato i tempi. Non contento, ha corso la prima mezza in 1h11’, cercando di restare nel gruppo degli inseguitori, per ottenere qualche inquadratura televisiva, salvo poi miseramente scoppiare nella seconda metà, percorsa in 1h17’. Alla faccia del positive split. D’altro canto, con 2h38 arrivi al trecentesimo posto e resti nel cono d’ombra.

Chiudiamo con l’ultimo classificato, anche lui celebrato da diversi organi d’informazione, perché è da tanti anni che consecutivamente partecipa ai 42 chilometri della Grande Mela. Tempo finale? Oltre dieci ore, pari ad una media di circa 4 km all’ora. 14 minuti al mille. Insomma, una lunga ed anche lenta passeggiata, in quanto sapete bene che senza tirare in ballo i marciatori professionisti, si può viaggiare molto più velocemente, seppur camminando. Se fosse stato al posto di Filippide, sarebbe arrivato ad Atene dopo lo scoppio di un’altra guerra… Ma è corsa questa? No. E’ salutare? No. Ci hai messo tanto perchè ti eri infortunato? Ma allora, non era il caso di tornare in hotel visto che eri ben lontano dalla finish line? Ti perdevi il “?record?” Di certo gli addetti all’arrivo sarebbero stati contenti di sbaraccare prima.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

ll circuito del Corrigiuriati che si disputa appunto al campo milanese Giuriati, in zona Politecnico, ha abituato i suoi concorrenti a gareggiare su tutte le classiche distanze in pista, ma anche a provare corse un po’ strane, come quella che si svolgerà domani giovedì 24 ottobre. Di cosa si tratti ce lo facciamo spiegare direttamente del patron del circuito, Gigi Baglioni: “La corsa denominata "L'Ultimo Sopravvissuto" è basata su delle ripetute. Concettualmente è diversa dalla "Corsa ad eliminazione", già sperimentata più volte al Corrigiuriati, poiché è basata sulla resistenza e non sulla velocità.  Ecco il regolamento: Entro il tempo limite di un'ora, i partecipanti si misureranno sempre su un giro di pista per volta da percorrere al passo preferito, ma nel tempo massimo complessivo di 3 minuti per frazione, recupero compreso. Ogni tre minuti sarà dato il via dallo stesso punto di arrivo della frazione precedente. Sta ad ognuno scegliere, di volta in volta, il tempo personale di recupero, tassativamente compreso negli stessi tre minuti. Ad esempio : Corsa 1'50" = Recupero 1'10" / C : 2'10" = R : 50"  /  C : 2'30" = R : 30"  e così via; al limite C : 3' = R : 0" , ossia corsa continua senza mai fermarsi. Chi non riparte entro i tre minuti prefissati è escluso dal proseguimento della prova. Quindi il numero dei ritiri ad ogni turno può essere molto variabile. La prova terminerà quando un solo sopravvissuto rimane in gioco; altrimenti sarà stilata una graduatoria con gli ultimi 6 / 8 ancora presenti entro il numero massimo di giri (ovvero 20 ripetute). Buon divertimento!”

Per maggiori informazioni su iscrizioni e sul Corrigiuriati in generale, cliccate qui.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

Domenica scorsa il mondo ha applaudito  la keniana Ruth Chepngetich che vincendo la maratona di Chicago con il tempo di 2 ore, 9 minuti e 57 secondi ha stabilito un nuovo record mondiale. Applausi a lei, ma anche a Richard Whitehead, quarantottenne britannico che vanta due ori alle paraolimpiadi su 100 e 200 metri oltre a molti altri allori europei e mondiali su queste distanze, nelle categorie T42 e T61. Richard se la cava molto bene anche in maratona, di cui è stato il primatista mondiale dal 2010 al 2019. E a Chicago si è ripreso lo scettro, fermando i cronometri dopo 2 ore, 41 minuti e 36 secondi.

Last Sunday the world applauded Kenyan Ruth Chepngetich who, by winning the Chicago Marathon with a time of 2 hours, 9 minutes and 57 seconds, set a new world record. Applause to her, but also to Richard Whitehead, a forty-eight-year-old British athlete who boasts two gold medals at the Paralympics in the 100 and 200 meters as well as many other European and world laurels in these distances, in the T42 and T61 categories. Richard also does very well in the marathon, where he was the world record holder from 2010 to 2019. And in Chicago he took back the scepter, stopping the clocks after 2 hours, 41 minutes and 36 seconds.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

In colpevole ritardo, oggi vorremmo brevemente commentare la Deejay Ten Milano, la capostipite di queste manifestazioni organizzate dalla nota emittente radiofonica guidata da Linus, tramite la società Koass per la corsa meneghina. Per il tour del 2024, dopo le tappe primaverili a Torino, Bari e Treviso, domenica 13 Ottobre si è ritornati nel capoluogo lombardo.

Sono passati esattamente vent’anni da quel lontano 2005 in cui cominciò la storia di questa corsa. Il primo start fu dato in zona San Siro, dove si è tornati domenica scorsa. Non sappiamo se ci siano ragioni nostalgiche alla base di questa scelta. O se il centro città diventi sempre più impraticabile. Se invece si tratti di un discorso meramente economico o altre ragioni. Molto probabilmente tutto sarà stato più gestibile che in Piazza Duomo. Nella foto in copertina è illustrato il percorso della “Ten”, mentre i partecipanti alla “Five” percorrevano solo l’ovale di destra per tornare al traguardo.

Visto la confermata scelta di non proporre una corsa agonistica, decisione che nostalgicamente ci dispiace, ma che si è rivelata molto azzeccata a livello di business, non vi parleremo di vincitori, classifiche o tempi, bensì di numero di effettivi partecipanti transitati sotto il traguardo. I numeri basati sulle iscrizioni non ci interessano particolarmente.

Dopo il picco del passato con 32000 finisher ed il blocco nel 2021 dovuto alla pandemia, alla ripartenza nel 2022 si erano contati 11130 podisti. Numeri sempre molto significativi e che la maggior parte degli organizzatori si sognano, ma in netto calo. Ripreso forza il movimento podistico ed ai runner il coraggio di tornare alla loro passione, l’edizione 2023 era già risalita a quota 16734 e quest’anno il totale di arrivati al traguardo è stato pari a 13034 per la 10k e 6861 sui 5k, complessivamente 19895 unità.

Complimenti agli organizzatori che se non sbagliamo hanno mantenuto fermi i prezzi a massimo 20 euro (18 per la five). Cifra che in passato era giudicata piuttosto alta, ma che ormai è in linea con l’offerta di mercato.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

Sabato 12 Ottobre, in un pomeriggio asciutto e dalle temperature gradevoli, presso il Centro Sportivo Pertini di Cornaredo (MI) si è disputato il 3° Miglio dedicato alla memoria di Cristina Lena. Anche se sul volantino della manifestazione, in ben 3 pagine ricche d’informazioni, alcune ridondanti, altre sbagliate, come il fatto che la SAO Cornaredo fosse tra gli organizzatori, non si trova una sua foto, o due righe che la ricordino. Nemmeno il cognome. A chi potesse interessare, cliccando qui troverete delle immagini ed il mio ricordo, pubblicato l’anno scorso, in occasione del quattordicesimo anniversario della sua scomparsa. Ciò premesso, è giusto riconoscere che questa è stata l’unica “nota stonata” di un meeting bene organizzato dal GS Montestella, in linea con gli ottimi standard del circuito. A cui hanno dato assistenza i padroni di casa della SAO Cornaredo, pubblicando anche questo SERVIZIO FOTOGRAFICO che sarà on-line per circa un mese.

Tante le gare disputate che hanno coinvolto atleti di tutta la regione, ma non solo, compreso una delegazione elvetica del GAB Bellinzona. Insieme al classico programma del Club con 400 metri per gli Esordienti, 1000 per Ragazzi/Cadetti e Miglio per gli Assoluti, erano previste anche le gare dell’11^ prova del Trofeo Oxyburn (100, 400, Disco e Triplo) ed altre competizioni giovanili (60, 80 e Vortex). Come sempre, potete trovare tutti i risultati in questo link.  Numerosi i ragazzi SAO in gara che hanno ottenuto ottimi piazzamenti, come Laetitia Gussoni, prima nei 100 metri. 

Passando alla distanza regina, tra le donne netto successo di Licia Bombelli (Atletica Brescia 1950) in 5’30”90 davanti ad Anna Castelli (Nervianese 1919) e Camilla Grassi (Don Kenya Run). I riflettori non si spengono invece su Liliana Cagliani (Athletic Team), quinta assoluta e che per la terza tappa consecutiva abbassa il record italiano SF60, portato a 5’58” netti. Per il GS Montestella brillante settimo posto per Elena Manara che nella prossima settimana è attesa ad una “gara” molto più impegnativa: i nostri più affettuosi auguri 3 .

Sorpresa tra gli uomini, dove si attendeva un’altra vittoria di Elmostafa Kohli, fortissimo SM40 dell’Atletica Desio, cittadina dove gestisce il ristorante Food Albaraka. Se volete gustare le specialità del suo paese natale, il Marocco e parlare di corsa, andate a trovarlo. Come anticipavamo, Elmostafa è stato battuto da un tris di agguerriti Allievi, tutti piombati sul traguardo nello spazio di mezzo secondo. Qui trovate un bel video di questa ultima batteria. Vittoria per Riccardo Migliorini (Gavirate) in un tempo facile da ricordare: 4’44”44. Secondo Federico Terragni (PBM Bovisio) e Bronzo per Dario Ardoino, il giovane “Juantorena” della SAO Cornaredo. Atleta in forte crescita che deve il suo soprannome ed anche molte delle sue qualità alla mamma cubana Imirse. Senza nulla togliere a papà Giuliano, master che vanta nel suo palmares vittorie nei campionati regionali. Bene anche altri giovani di coach Antonio Di Fazio come Andrea Nessi e Roberto Lollini, oro e bronzo a livello Elite.

Con questa decima ed ultima prova, si chiude l’edizione 2024 del Club, che come già avvenuto l'anno passato, avrà il suo epilogo con le premiazioni presso la prestigiosa sede del CONI a Milano, in Via Piranesi, previste per domenica 10 Novembre. Nel frattempo, dopo le verifiche di rito,  non mancheremo di pubblicare i risultati delle classifiche individuali ed a squadre per celebrare i vincitori. Oltre ad ufficializzare delle importanti novità relative alla gestione del Club che potrebbero sancire la fine di un’era... Insomma, restate sintonizzati su Podisti.net ed ascoltate la rubrica radiofonica “Spazio Miglio”, in onda ogni lunedì su Radio Active. Se la perdete potete riascoltarla sul podcast di https://www.clubdelmiglio.it 

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

Dopo l’elezione a livello nazionale, è giunta l’ora dei rinnovi di Presidenti e Consigli a livello regionale. Nel weekend si è votato, purtroppo ancora con le regole “medioevali” che obbligano alla presenza, in Lombardia, Veneto, Liguria e Lazio. In queste due ultime regioni, conferme per Carlo Rosiello che riteniamo vicino al Presidente Federale Stefano Mei e Fabio Martelli, anche se in questo caso è forse più difficile attribuire all’Ufficiale dei Granatieri dell'Esercito Italiano una “collocazione politica”.

Ben più leggibili i casi di Veneto e Lombardia, dove se si trattasse di elezioni politiche, il giornalista televisivo di turno saprebbe quali bandierine appendere alla cartina in studio. Nel Veneto la maggioranza rappresentata da Francesco Uguagliati non riesce a mantenere la Presidenza, battuta di misura da Sergio Baldo, 56enne ex saltatore in alto e vicepresidente vicario della FIDAL negli ultimi quattro anni, presidente dell’Atletica Roncade e dal 2007 direttore tecnico del Gruppo Sportivo Fiamme Oro Padova. Nel consiglio sono stati eletti altri due conosciutissimi ex atleti: Ruggero Pertile e Gabriella Dorio.

In Lombardia non c’è stata lotta, poiché era in corsa solo un candidato. Fortunatamente questa situazione non è stata il risultato di un’esclusione, come è capitato a Fiuggi. Luca Barzaghi rappresenta la naturale continuità a Gianni Mauri che dopo due mandati doveva lasciare ed è uno dei leader dell’opposizione. Qui di seguito riportiamo il comunicato stampa di FIDAL Lombardia con un profilo e le prime impressioni del neoeletto:

Luca Barzaghi è il presidente del Comitato Regionale FIDAL Lombardia per il quadriennio 2024-2028. L’Assemblea Regionale Elettiva andata in scena stamattina a Carugate (Milano), nell’auditorium di BCC Milano (ormai da un lustro abbondante partner dell’atletica lombarda), ha visto la partecipazione dei rappresentanti di 249 società aventi diritti di voto con il 72,2% del potere di voto complessivo: Barzaghi, vicepresidente vicario nell’ultimo quadriennio dopo aver ricoperto il ruolo di “vice” anche nella seconda parte del quadriennio precedente e unico candidato al ruolo di presidente nell’assemblea odierna, ha ricevuto 8559 voti pari al 95,3% dei voti validi espressi (418 schede bianche).

Eletti anche i 12 componenti del Consiglio Regionale FIDAL Lombardia: il più votato è stato Bruno Frigeri (5865 voti) seguito da Giampaolo Riva (5441 voti), Paolo Talenti (5170), Federico Danesi (5137), Stefania Tagliabue (5129), Agostino Rossi (4979), Filippo Fazzini (4837), Marco Balestrini (4133), Mario Pedroni (4062), Fabio Burattin (3416), Ilaria Carrier Ragazzi (3390) e Marinella Signori (3174); non eletti Claudio Baschiera (3095 voti), Tiziano Ardemagni (1649) e Federica Maggi (939). Per Frigeri, Riva, Danesi e Pedroni si tratta di una conferma nel ruolo di consigliere, mentre Talenti era già stato consigliere nei due quadrienni precedenti l’ultimo. Confermato nel ruolo di revisore dei conti il ragionier Massimo Colombo: per lui 8573 voti.

Monzese, nato il 1° giugno 1968, Barzaghi vanta un luminoso passato da atleta: sette presenze in Nazionale Assoluta, tra le quali spiccano i Mondiali 1995 e gli Europei 1994 sia in maratona sia nella corsa campestre, conquistando nel cross continentale di trent’anni fa il piazzamento individuale di maggiore prestigio: un’eccellente sesta posizione da affiancare all’ottavo posto nella Coppa del Mondo di maratona 1993 con il personale sui 42,195 km (2h10:53); a squadre può vantare il bronzo ai Mondiali di mezza maratona 1995. Da dirigente è stato anche presidente di società guidando l’Atletica Monza dal 2018 al 2020.  «L’atletica è una parte importante della mia vita sin da quando avevo 12 anni – le parole di Luca Barzaghi, sposato con due figli e di professione titolare di una copisteria –. Ho vissuto due mandati meravigliosi e raccolgo da Gianni Mauri un’eredità importante. Con Gianni c’è un rapporto di estrema fiducia reciproca, è e sarà una persona importante per l’atletica lombarda e non solo. Un pensiero, in questo momento, va ad Amedeo Merighi, con il quale ci siamo odiati e amati e che avrei voluto fosse qui in questo giorno (il dirigente bergamasco è scomparso lo scorso 24 gennaio, ndr). Un grazie va a mia moglie Barbara e alla mia famiglia, che mi ha supportato nel momento in cui mi sono candidato per questo ruolo. La squadra con cui lavorerò è stata costruita senza criteri territoriali ma sfruttando le competenze specifiche di ognuno per il bene dell’atletica lombarda».

Il presidente neoeletto era entrato in precedenza nel dettaglio del proprio programma: «Sarà un quadriennio nel segno della continuità del lavoro del precedente Consiglio Regionale, una continuità da ricalibrare sulla sensibilità di chi fa parte del nuovo organo direttivo: l’obiettivo è lavorare assieme come in una famiglia con tutte le componenti, in un sereno confronto con FIDAL nazionale e con una partecipazione attiva dei Comitati Provinciali, i cui presidenti verranno invitati come uditori alle riunioni di Consiglio Regionale. A metà mandato verrà indetta un’Assemblea Regionale per fare il punto su quanto fatto e sulle criticità esistenti. Ogni anno lavoreremo per portare almeno un evento nazionale su pista in Lombardia e ci impegneremo anche nella formazione degli istruttori, in collaborazione con il Centro Studi nazionale, e dei dirigenti, con l’ambizione che un futuro presidente nazionale FIDAL possa essere il “prodotto” della nostra regione. Tra gli altri punti cardine la valorizzazione e lo sviluppo dei Centri Tecnici Regionali esistenti, la sfida di far crescere ulteriormente il Progetto Talento, l’investimento in tecnologie, lo sviluppo del progetto sanitario con il punto di forza della convenzione appena stipulata con Casagit, l’individuazione di un consigliere che si occupi del rapporto con il mondo della scuola, l’implementazione della Coppa Lombardia nei propri diversi settori, a partire dalla corsa in montagna, e una classificazione delle corse su strada anche su base regionale».

L’apertura dell’Assemblea è spettata al presidente in carica Gianni Mauri, che cede il testimone dopo otto anni carichi di iniziative e impegno (a questo proposito, il Progetto Talento edizione 2024 vivrà il proprio epilogo il prossimo 26 ottobre) che hanno ricevuto peraltro l’appassionato plauso del vicepresidente CONI Lombardia Claudio Pedrazzini e il sentito ringraziamento tra gli altri del vicepresidente BCC Milano Giovanni Maggioni, del consigliere nazionale FIDAL Maurizio Affò e (in videomessaggio) del presidente del CONI Lombardia Marco Riva: «Il Comitato Regionale FIDAL Lombardia oggi è un’entità apprezzata e rispettata – le parole del presidente uscente –: nel mio percorso il punto di riferimento è stato il cavalier Mario Bruno, presidente FIDAL Lombardia dal 1965 al 1988. Questo discorso di fine mandato è dedicato a tre grandi dirigenti che non ci sono più: Enzo Campi, Amedeo Merighi e Alberto Pirola. Il DNA del nostro agire è il lavoro quotidiano di relazione con le società e la tendenza a costituire un comitato di servizi verso il nostro movimento. In regione ci sono situazioni di difficoltà impiantistica, soprattutto a Milano città, ma in regione negli ultimi sei anni ben 56 impianti di atletica leggera sono stati costruiti ex novo od oggetto di restyling».

Durante l’Assemblea sono intervenuti i candidati consiglieri Tiziano Ardemagni, Marco Balestrini, Claudio Baschiera, Fabio Burattin, Ilaria Carrier Ragazzi, Filippo Fazzini, Bruno Frigeri,  Mario Pedroni, Giampaolo Riva, Agostino Rossi e Paolo Talenti, oltre al presidente dell’Atletica Interflumina è Più Pomì Carlo Stassano e al presidente del CUS Pro Patria Milano Alessandro Castelli.

 

C’era una volta un’atletica leggera a cui partecipavano, salvo rare eccezioni, solo concorrenti del mondo occidentale. A un certo punto, su questo pianeta, sbarcarono degli alieni. Erano africani e la corsa sulle lunghe distanze cambiò faccia. Tra i paesi più attivi e quindi beneficiari di medaglie, gloria e premi, c’era e tuttora c’è il Kenya. Se la favola finisse qui, potremmo parlare di un lieto fine, un po’ di benessere che grazie allo sport arriva anche da quelle parti, ma purtroppo le cose hanno preso una brutta piega, anzi bruttissima. 

Cominciamo con il doping. E’ notizia di questa settimana la squalifica per due anni di Charles Kipkkurui Langat. Non è probabilmente un nome conosciuto ai più, ma si tratta di un atleta capace di stampare un 58’53” alla mezza di Matarò (Barcellona) nel 2023. Ecco, forse questo è uno dei problemi. Ormai in Kenya sono in troppi ad ottimi livelli e quindi se vuoi emergere devi andare fortissimo. Purtroppo non è un caso isolato, anzi chi si è impegnato a contare i casi di violazioni in materia di doping da parte di atleti keniani, nel solo 2024 è già arrivato a quota 82! E come nel caso di Langat, siamo al doping, diciamo più sofisticato, in quanto il ventottenne è risultato positivo al Furosemide, un diuretico comunemente usato come agente mascherante di altre ben più potenti e sofisticate sostanze.

Poi c’è un aspetto ancora più cruento e che a mio avviso è legato all’improvviso benessere di questi giovani che con i premi e le sponsorizzazioni accumulano improvvisamente del denaro come mai hanno visto in vita loro. In un paese dove il reddito pro-capite è di circa 2000 euro annui, queste somme appaiono ancora più ingenti. Per i beneficiari, i loro parenti ed amici e anche chi vive nel circondario, malviventi compresi. Sono pronti questi giovani a gestire questa situazione? Spesso la risposta è negativa. Se questo derivi da una modesta istruzione, cattivi consiglieri o semplicemente da un ambiente circostante ancora “selvaggio” o da una combinazione di questi ed altri fattori, non saprei dire.

Sta di fatto che nella magica (per i runner) Rift Valley, continuano a susseguirsi i lutti e le tragedie Pochi giorni fa è toccato a Clement Kimutai Kemboi, siepista da 8’10”, ritrovato impiccato ad un albero.  La vicenda non è ancora stata chiarita, come quelle che legano altri campioni precocemente scomparsi. Senza la pretesa di redigere un elenco completo o seguire un ordine cronologico, ricordiamo la maratoneta Rebecca Cheptegei, morta dopo essere stata data alle fiamme dall’ex fidanzato. O l’incidente stradale dove hanno perso la vita il recordman sulla maratona Kelvin Kiptum (2h00:35 a Chicago nell’ottobre 2023) ed il suo coach Gervais Hakizimana. Inquietante il fatto che la sera prima quattro individui avessero bussato alla porta del campione per reclamare delle somme di denaro. Sempre restando in zona, ad Eldoret, nella notte di Capodanno del 2023 l’ugandese Benjamin Kiplgat venne ritrovato morto nella sua auto, trafitto da diverse coltellate. Il movente dell’omicidio probabilmente una rapina. O i femminicidi di Damaris Muthee Mutua, soffocata in casa a Iten con un cuscino e di  Agnes Tirop, bronzo nei 10000 metri piani ai mondiali di Londra 2017 e Doha 2019. Uccisa anche lei a casa con diverse coltellate all’addome. L’incidente stradale di  Stephen Arusei Kipkorir, mezzofondista keniota e vincitore della medaglia di bronzo nei 1500 metri piani ai Giochi di Atlanta 1996. Concludiamo con Samuel Wanjiru, oro olimpico della maratona di Pechino 2008, morto cadendo dal balcone di casa sua in circostanze anche queste mai chiarite.

Io capisco che “nell’anno con più alto numero di conflitti armati dalla Seconda Guerra Mondiale”,  parola del Segretario Generale dell’ONU, questi fatti possano risultare secondari, però penso che per il mondo del running questa sia una priorità. Non ho in mente la formula magica per trovare una soluzione, ma credo che ad esempio una maggiore preparazione di questi ragazzi al cambiamento del loro status sociale, potrebbe aiutarli a gestire meglio la situazione. Fatte le debite proporzioni e relativi adattamenti, un po’ come capita ai rookie NBA, che diventando ricchi e famosi, vengono preparati con dei corsi organizzati dalla stessa lega a sfuggire alle lusinghe di prostitute, spacciatori e falsi amici.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

Penultima tappa del Club del Miglio sabato 5 Ottobre a Chiavenna (SO), dove il locale GP Valchiavenna ha organizzato la “solita” perfetta manifestazione sulla veloce pista azzurra incorniciata tra le verdi montagne. E scriviamo “solita”, ma evidenziamo la perfezione della stessa, compreso il tocco finale del nuovo record italiano SF60 dell’intramontabile Liliana Cagliani che con 6’04”68 si è nuovamente migliorata: chapeau!

A rendere più gustoso l’appuntamento i buonissimi biscotti del pacco gara e il buffet finale a base di brisaola, come viene chiamata qui. In mezzo tante belle gare giovanili con esordienti da tutta la Valtellina, ma non solo, a confrontarsi sui 400 metri. A seguire i 1000 metri con successi di Caterina ed Alex Vavassori (Valchiavenna) tra i Cadetti/e e di Daniele Tombolato (Talamona) e  Nabila Hamza tra i Ragazzi/e. Tutti i risultati della giornata sono consultabili cliccando qui, segnalandovi come la prova di Nabila, atleta della GISA (3’26”43) risulta quella con il punteggio FIDAL più elevato (826). 

Sulla distanza regina netto successo di Alessandra Succetti della Libertas Livorno, ma ormai trasferita a Chiavenna da qualche tempo, con il crono di 5’27”06. Il podio è stato completato da Noemi Gini (GP Valchiavenna) e Cinzia Zugnoni (CSI Morbegno). Due serie al femminile, sei al maschile, tutte ben equilibrate. In uno studiato crescendo di valori che ha portato nell’ultima batteria ad una tripletta degli atleti di casa con oro di Andrea Zoanni in 4’24”22, argento per Lorenzo Tomera e bronzo per Gianluca Nesossi.

L'ultima puntata 2024 del Club andrà in onda sabato prossimo 12 ottobre in quel di Cornaredo al Centro Sportivo Pertini, con il “3° Miglio di Cristina”. Ci sarà la resa dei conti finali per i titoli ed i podi della classifica generale ancora non assegnati. 

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

Ultimi commenti dei lettori

Vai a inizio pagina