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Feb 24, 2019 4240volte

Napoli - Napoli City Half marathon

podio femminile italiano, da sinistra Sarah Giomi, Giovanni Epis, Catherine Bertone podio femminile italiano, da sinistra Sarah Giomi, Giovanni Epis, Catherine Bertone

Altra edizione, altro successo per questa “nuova” mezza maratona di Napoli, rivitalizzata da quella che si può chiamare “cura Carlo Capalbo”. Già nel 2017 furono 3805 i classificati, poi diventati 5295 nella scorsa edizione, dato che le è valso la quarta posizione in Italia (dopo Roma-Ostia, Stramilano e Verona 'Giulietta e Romeo'. I numeri del 2019 confermano il trend positivo con 5531 classificati entro le tre ore del tempo massimo stabilito. I tempi registrati sono superiori al 2018, le condizioni meteo, in particolare il vento, hanno certamente condizionato la gara, anche se evidentemente c’è chi le ha sofferte meno di altri: diversi atleti hanno infatti corso nei dintorni del proprio record personale (Epis, Giomi, Carrera, Rashik). Inevitabile pensare che avrebbero fatto ancora meglio.

Anche il livello tecnico resta molto elevato: già nel 2018 al maschile si sfiorò il sub 60 minuti (Abel Kipchumba, 1:00:12). Non meno significativa la prestazione femminile, con Eshete Shitaye che vinse in 1:08:38.

Questa volta ha vinto in 1:02:09 l’eritreo Nguse Amlosom, l’atleta col miglior tempo di accredito, sia pure non recente (Ras Al Khaimah, 59:39, 2014). Secondo e terzo posto al Kenya, rispettivamente Kipngetich Moses Kemei (1:02:11) e Ishmael Kalale (Atl. Casone Noceto, 1:02:23). Tempi non eccezionali, tuttavia gara certamente combattuta se alla fine i primi sette sono racchiusi in 52 secondi. Quarto posto per Yassine Rachik (1:02:24) e ottavo per Stefano La Rosa (C.S. Carabinieri, 1:03:51): questo, per quanto riguarda gli italiani.
Al cui riguardo, u
na curiosità, l'allenatore del vincitore è Massimo Magnani: che si tratti di un nuovo corso per l'ex DTO dopo aver chiuso con Daniele Meucci e Valeria Straneo? 

Gara femminile anch’essa appannaggio della principale favorita, la keniana Angela Tanui Jemesunde; vince in 1:09:53, con notevole distacco sulla connazionale Wilson Betty Lembus (1:11:33). Podio tutto keniano completato da Wanijku Maratha Njoroge (1:11:35)

Tra le italiane bene Giovanna Epis, quinto posto in 1:12:29 e vicinissima al suo personal best (Valencia 2018, 1:12:27). Molto bene anche Sarah Giomi, che porta il pb a 1:17:10, considerando la sua breve storia agonistica viene da pensare bene di questa ragazza, in prospettiva. Catherine Bertone 1:17:57.

Quindi numeri complessivi in controtendenza rispetto alla media nazionale, un risultato che proietta la Napoli City Half Marathon verso numeri ancora più significativi, se consideriamo la giovane età di questa manifestazione. Un successo che ha molteplici ragioni: di certo nel sud Italia mancava da sempre una mezza maratona di livello, ancor più rilevante che ciò accada in una città di grande richiamo turistico. Di certo il calendario aiuta: se si osserva con attenzione non c’è molto in questa data, o comunque molto meno che in altre.
Sicuramente aiuta il periodo, al nord si corre ancora con temperature piuttosto basse e questo spiega, tra le altre cose, la sostanziale affluenza dei gruppi sportivi dal nord Italia (anche incentivati da un corposo montepremi in denaro, 1000 euro al più numeroso e poi a scalare sino al decimo).
Carlo Capalbo forse comincia solo adesso a risultare noto agli italiani, ma è l’artefice del successo di un prestigioso circuito internazionale tra cui spicca la maratona di Praga. Capalbo aveva un sogno, organizzare una gara nella sua città, Napoli. Lo confessò durante un’intervista nel lontano 2015: mi trovavo a Usti Nad Labem, in occasione di una delle mezze maratone del circuito RunCzech. Mi raccontò tante cose, però mi chiese anche di … non dichiarare subito il suo sogno. Non voleva improvvisare nulla, prima doveva sincerarsi che il sogno potesse realmente materializzarsi.
E così è stato.

 

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