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Ott 30, 2022 Mario Ferri 1559volte

Maratone vere o da favola, chiuse sotto la santità del Cupolone

Podi, miss, compagni di corsa e attestati Podi, miss, compagni di corsa e attestati Collage di Roberto Mandelli

Come tutte le favole il racconto può cominciare solo così: “c’era una volta, nel 2022…”.

4 settembre: Cluj-Napoca Marathon (Romania). Bella esperienza in tutti i sensi. Ottima logistica, città universitaria e quindi ricca di bella gioventù, locali simpatici e cucina invidiabile. La partenza e l'arrivo della maratona si trovano all'interno dello stadio modernissimo. Roba da far venire i brividi se non fosse per il fatto che l'affluenza per l'intera gara della maratona non ha raggiunto i 500 atleti. Chissà perché, con 5 ore e 39 sono arrivato secondo nella categoria “over 65”, mentre sarei “over 75”! Arrivare al premio è una bella cosa, ma all'improvviso ti fa pensare al fatto che siamo sempre meno in gara, e dopo l'euforia del momento ti rattristi un po'. Ma nell’occasione non ho provato questa sensazione perché sul palco d'onore del secondo gradino una splendida hostess ha voluto salire per condividere con me questo breve momento di gloria.
Mi sono trovato benissimo in questa città, a cominciare dal proprietario dell'appartamento che ha insistito tanto per offrirmi un pranzo al ristorante "La Ruota" (lo consiglio vivamente) e poi mi ha accompagnato in auto all’ aeroporto!

18 settembre: Maratona di Pristina (Kosovo). Per chi è attento alle date penserà subito che ho scritto male, ma non è così. La maratona ufficiale si è svolta il 25 settembre, giorno delle elezioni in Italia e questo ha complicato i miei progetti. Era da almeno due anni che cercavo di fare questa maratona, cancellata e rimandata più volte, motivo per cui "mi sono inventato per me stesso la partecipazione il giorno18! Avevo scritto alla federazione, senza ricevere risposta, di sicuro mi avevano preso per matto. Non rinunciando all’ idea, il 16 ero a Pristina e nel primo pomeriggio mi sono presentato all'indirizzo: Agim Ramadhami, Sport house, n. 25. Il portiere del palazzo non voleva che salissi al secondo piano, dove c’era la sede legale, e parlare Italo -inglese con un kosovaro non era facile ma alla fine riuscii a convincerlo. La porta si apri e meraviglia delle meraviglie, vidi tavoli pieni di pettorali e persone che stavano effettuando le iscrizioni al computer alle varie gare in programma! È troppo lungo da spiegare, fatto sta che dopo un'ora uscivo con pacco gara e pettorale! Una maratona comoda e senza stress come non accadeva da anni! Avevo il percorso, il cronometro e uno zaino leggero come scorta! Ho comprato frutta e quant'altro sulle bancarelle. Nella tarda mattinata, al termine della gara, ho avuto il piacere di essere invitato per un pranzo frugale con il direttore della manifestazione Sig. Flarum e il coordinatore per l'educazione del Comitato Olimpico del Kosovo, Sig. Fitim Arifi. Il giorno dopo sono tornato in Italia con medaglia e pettorale, le due cose a cui tengo di più. Ho saputo dopo che la mia storia ha avuto una certa risonanza infrasettimanale da quelle parti. Magari si son fatte tante risate ma poche volte sono stato fiero di me stesso come questa.

25 Settembre: Maratona di Tbilisi (Georgia)

Era destino che non andassi a votare! Una sorpresa da parte di mio figlio Daniele mi ha catapultato in questo Paese. Volo, location, iscrizione gara e tanto altro: non potevo rinunciare!
La stagione anche stavolta mi è stata favorevole, la “maratona” in realtà è una 21 Km, ma poco male . All’ arrivo, presa una bellissima medaglia e  fatto ristoro sontuoso, mi sono diretto dentro l’ edificio  universitario che ospitava la manifestazione per un veloce cambio di maglietta e via per il secondo giro di altri 21km e spiccioli, corsi in autonomia! All’arrivo ancora gli strascichi della festa non erano finiti e praticamente feci pranzo e cena .

Due giorni dopo ero in aeroporto per il rientro in Italia e sugli schermi tv nel gate d’ attesa, apparivano le immagini di migliaia di auto che cercavano di entrare in Georgia. Sul pettorale della corsa, sotto il numero, c’ era in bella evidenza questa scritta : “20% of Georgia is occupied by Russia .” In pochi giorni penso che la percentuale sia molto ma molto aumentata, ma questa è un’altra storia!

 1 Ottobre: Maratona di Zagabria (Croazia)

Altra maratona con problemi per me. La data ufficiale era il 2 Ottobre, fino a pochi giorni prima doveva essere così, fin quando una mail mi arriva con comunicazione che la gara di sarebbe svolta il sabato pomeriggio per motivi non precisati che poi ho scoperto la domenica: in quel giorno sarebbe arrivata in centro l’ultima tappa del Giro della Croazia!  Avevo già biglietto aereo e alloggio pagato, in più partendo e tornando da Orio avevo pianificato il programma e le cose da fare al ritorno. Non potevo stravolgere tutto! L’ arrivo era previsto per il sabato pomeriggio alle 15, ora in cui contemporaneamente partiva la maratona!  In accordo con lo staff maratona feci in modo di far ritirare il pettorale e il resto a persone amiche, e partito con il mio volo originario mi ritrovai allo start, anzi dietro (per non creare disguidi), dopo un’ora e mezzo; da lì iniziò la mia personale gara, con l’assenso e lo stupore della gentile direttrice di gara. Nei contatti telefonici precedenti, piano piano aveva realizzato il fatto che il  riscontro chilometrico ufficiale, in quel contesto, non era importante per me. Dovevo completare la gara e basta, era una cosa mia, volevo solo la medaglia che mi ripagava di tutto: e così fu. Ovviamente, essendo la corsa su due giri, la prima parte non ebbi nessun disagio, ma la seconda dovei andare spesso “a lume di naso”: era già buio ma il tempo non mi mancava e tagliai il traguardo finale con la struttura ancora in piedi, facendo varie virate per scansare gli spazzini e le cisterne che spruzzavano acqua per ripulire la piazza. La serata era mite e rientrando mi sentii, nonostante tutto, appagato! Altro ricordo indelebile, ne valeva la pena.

 E, per finire:

15 Ottobre, la mia favola in Vaticano

Anni fa mi ritrovai a leggere un articolo, scritto da un gruppetto di maratoneti se non sbaglio tedeschi, che si pavoneggiavano con tanto di foto a sfondo il Cupolone, per aver corso col metodo “fai da te” 42 km per le vie di Roma, arrivando alla fine in Vaticano, attribuendosi la “paternità” della maratona stessa, in base al loro regolamento interno. Venni poi a sapere che pure loro come me cercavano di completare almeno una maratona in tutti gli Stati Europei ed Euroasiatici! Realizzai dalle loro foto che non erano facce nuove, e in qualche modo erano miei avversari. Ci siamo incontrati più volte, ultimamente a Guernsey, dipendenza della corona Britannica nel Canale della Manica. Da quel momento non smisi più di pensare a come trasformare un “tarocco” come quello in una maratona vera e propria, pur senza l’ufficialità da parte di nessun organo federale.    Iniziò una corrispondenza con la Presidenza dell’ Atletica Vaticana, che via via divenne più fitta. Piano piano cominciarono a capire quanto era importante per me realizzare questo sogno : in fondo chiedevo solo poche cose. Una medaglia all’ arrivo, un diploma di partecipazione ed un supporto logistico da parte di qualche atleta della società.

Il COVID rallentò molto questo processo e solo dopo più di un anno e mezzo ripresero i contatti. Finalmente fu trovata una data ideale per trasformare questo sogno in realtà: 15 Ottobre 2022.  Mi ha accompagnato in questo percorso Vincenzo Carulli, l’ammiraglio compagno di tante avventure ed interessi sportivi comuni, e fidando ciecamente in quel che credevamo, senza conoscere personalmente  nessuno di coloro che ci avrebbero fatto da “angeli”, ci siamo fatti prendere sotto le loro “ali” per tutto il tempo necessario a concludere la gara.
E’ stato fatto molto di più di quel che timidamente richiedevo, a cominciare dal percorso, tassativamente di 42 km e 195 mt; ma non solo, e  anche qui sta la differenza fra noi  e i  buontemponi tedeschi.  Il percorso riprendeva per metà la “Via Pacis“ (mezza maratona ufficiale Vaticana di edizioni passate, non più riproposta), per spostarsi poi verso le Basiliche maggiori, le zone archeologiche e quelle del centro storico, per ritornare poi al punto di partenza e cioè Via della Conciliazione! Una maratona con passaggi dai luoghi di culto delle diverse religioni e non solo. Varie staffette di Atleti Vaticani si sono succedute lungo questo viaggio con la Fede e nella Fede. Pur con una partenza alle prime luci dell’alba, abbiamo dovuto fare i conti con il traffico via via sempre più intenso. I sanpietrini si son fatti sentire alla fine, ma la bellissima e fresca giornata ha compensato la fatica di una giornata cominciata alle 4,30 per arrivare da Guidonia, via treno e metropolitana, in San Pietro. All’ arrivo il Presidente dell’Atletica Vaticana ed altre persone ci hanno omaggiato, consegnandoci un diploma di partecipazione molto toccante, ed una medaglia-ricordo di edizioni precedenti.

Un buon pranzo, nel ristorante vicino, con tanto di bottiglia Magnum per festeggiare in amicizia l’evento, ha completato una giornata stupenda ed unica per me. Non dimenticherò un solo minuto di quelle oltre sei ore passate con tanti nuovi amici che si succedevano via via, e non dimenticherò tanto facilmente tutta la buona e fresca acqua che fuoriusciva dalle fontane e ci aiutava nello sforzo. Il percorso era stato studiato nei minimi particolari ed il punto di servizio-ristoro idrico ne era parte importante!

Il 15 Ottobre ricorreva pure il Centenario della nascita di don Giussani e il Vaticano nel pomeriggio si riempì di tanta gente. Io e Vincenzo, dopo i saluti pieni di commozione e ancora in maglietta tecnica e pettorale attaccato, ci divincolavamo per arrivare al più presto alla metropolitana per il ritorno a Guidonia. Tante persone, nelle pause dei semafori ed in metropolitana stessa, ci chiedevano incuriositi dal nostro abbigliamento, su quale evento podistico c’era stato quel giorno ed io rispondevo a tutti con faccia stupita: - Ma come, non sapevate che oggi c’era la Maratona del Vaticano??

E come nelle favole ‘vere’, la chiusa è “e vissero tutti felici e contenti”.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Roberto Mandelli, da Mario Ferri

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