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Lug 06, 2020 4245volte

Corse clandestine a Milano!

Corse clandestine: qui è la volta delle auto Corse clandestine: qui è la volta delle auto Foto: www.lettera43.it

In genere la proposta fuorilegge arriva da chi meno te l’aspetti. Avete presente l’amico runner, sposato, bravo ragazzo, di quelli che non dicono le parolacce? Il classico tipo timorato di Dio, obbediente alle istituzioni. Mai una multa con l’automobile. Tutte le tasse pagate regolarmente, compreso il canone RAI, sempre spontaneamente versato anche quando non veniva direttamente addebitato sulla bolletta dell’energia elettrica. Mai un pagamento in nero, richiesto o effettuato. Lo chiameremo Beppe, ma è chiaramente un nome di fantasia.

Quindi il Beppe di turno, perché ce ne sono in giro parecchi, di solito la prende larga, domandandoti a che media faresti oggi cinque chilometri. E’ la distanza più utilizzata ma anche i tre ed i dieci sono parecchio gettonati. Alla tua risposta a cui inevitabilmente segue la considerazione che si tratta di ragionamenti teorici, ecco arrivare, a sorpresa, la proposta.

Sguardo di circostanza, quasi a controllare eventuali intercettazioni ambientali, Beppe lancia la bomba. Ti spiega che ci sarebbe una “cosa tra amici” che poi la parola cosa qui è il sinonimo di corsa. Ci vediamo il tal giorno, alle 20. Orario scelto non a caso. Non è solo una questione di temperatura più mite, ma in quanto nei parchi o comunque nel luogo prescelto c’è molta meno gente che di giorno. Ma sì, una corsetta, però meglio non lasciare traccia sui social network. Il passaparola è il principale metodo di convocazione.

Nostalgia delle competitive, fascino del proibito, ci caschi e vai. Quando arrivi, un po’ in anticipo per il riscaldamento, anche se non sei un habitué del luogo, capisci subito che la densità di podisti in zona è sospetta. Molti sorrisetti di circostanza. Facce da “Io so che tu sai che io so”, per rievocare un divertente film anni ottanta che vedeva come protagonisti Alberto Sordi e Monica Vitti. Sono tutti lì per la cosa/corsa tra amici. Diciamo anche semplici conoscenti o del tutto estranei. Di solito gli organizzatori mostrano ai nuovi arrivati il giro da ripetere x volte anche se non c’è pericolo di perdersi, in quanto al via o sei il battistrada, oppure basta seguire la massa. Parliamo di massa poiché a volte i numeri sono a tre cifre… Bisogna solo stare attenti, in quanto talvolta la linea di partenza non corrisponde all’arrivo. E comunque ci sono sempre i classici segni per terra, pitturati dai runner locali. Basta saper quali sono quelli giusti. Se poi uno perde il conto c’è San GPS che si ricorda tutto.

Come nelle sfide automobilistiche tra bulli di quartiere, è una ragazza che dà il via, seppure senza il classico fazzoletto. Vanno tutti come matti. Una vera competitiva. I più ottimisti abbandonano sulle panchine, ma ci sono anche degli amici-assistenti, le borracce da utilizzare al passaggio al giro. Quando è finita torni a casa soddisfatto. Certo, non hai il pacco gara, tuttavia il rapporto qualità/prezzo tende all’infinito, come quando nelle divisioni inserisci zero al denominatore. Anche le classifiche vanno ricostruite con delle interviste mirate nel defaticamento. Quelle di categoria sono invece un rompicapo, ma state certi che troverete qualcuno capace di dirvi con assoluta sicurezza il podio negli SM50. Prima di lasciare la banda di malviventi runner, come un povero drogato ti assicuri che settimana prossima è tutto confermato, stessa ora, stesso programma. Capita anche di essere contattati da altri spacciatori per analoghe corse criminali. Per fortuna al momento la lotta per la supremazia in città non ha portato a rese di conti o versamento di sangue. E il giorno dopo puoi mostrare al mondo il tracciato GPS, ma senza scendere troppi in particolari. E non vedi l’ora di giocare ancora alla roulette clandestina. Anzi, senza remora o provvigioni intascate, da novello Beppe trovi nuovi proseliti. Facilmente.

A questo punto ci auguriamo solo che questo fenomeno si esaurisca presto, come dopo l’abolizione del proibizionismo negli USA, in quanto confidiamo che successivamente l’apertura al mezzofondo su pista, si ritorni anche alle gare su strada.

Chiudiamo col classico disclaimer ovvero che il “racconto è di fantasia ed ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale”. Sarà stato veramente così?

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

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