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Apr 18, 2018 Stefano Severoni 3438volte

Altra provocazione: senza carne, il ferro è insufficiente?

Quanto ferro ci sarà? Quanto ferro ci sarà? Roberto Mandelli

Obiezione assolutamente priva di fondamento, nata da preconcetti, non da un’adeguata informazione sull’argomento. L’anemia da carenza da ferro è infatti la più comune malattia derivante da carenze che esista al mondo, basti pensare che colpisce il 15% della popolazione mondiale. Tra i vegani non vi è un’incidenza maggiore che nel resto della popolazione, e spesso proprio il passaggio da un’alimentazione onnivora o latto-ovo-vegetariana a una vegan, risolve i problemi di anemia, evitando il ricorso a integratori. Frattaglie e molluschi esclusi (che solitamente non rappresentano una componente fissa della dieta quotidiana degli italiani), al primo posto tra i cibi ricchi di ferro troviamo i legumi secchi, seguiti dai cereali.

Occorre spiegare che vi sono due tipi di ferro, il ferro “eme” e il ferro “non-eme”. Il primo viene più facilmente assorbito, per il secondo invece l’assorbimento varia a seconda dei cibi con cui è combinato. Per esempio, viene assorbito molto di più se lo si abbina a cibi ricchi di vitamina C, per esempio verdure ricche di questa vitamina, o limone spremuto nell’acqua, o una spremuta d’arancia subito dopo il pasto. Viceversa, si assorbe di meno se lo si accompagna nello stesso pasto a cibi come latte e latticini, o se si bevono tè o caffè subito dopo il pasto.

I vegetali contengono esclusivamente ferro non-eme, mentre le carni sono formate per il 40% da ferro eme e per il restante 60% da ferro non-eme (quindi non è nemmeno corretto dire che la carne contiene ferro eme e i vegetali quello non-eme: la maggior parte del ferro della carne è anch’esso non eme).

Non è però affatto necessario utilizzare le combinazioni presentate sopra (vit. C) per assorbire il ferro non-eme dei vegetali: questo va fatto solo nei casi di particolare fabbisogno di ferro, quindi in chi già soffre di anemia o nelle donne in gravidanza. Diversamente, con una normale alimentazione al 100% vegetale si assume già tutto il ferro necessario. Attuare accorgimenti per assorbirne di più quando non serve fa aumentare i depositi di ferro, che sono un fattore di rischio di malattie croniche. Può invece sorgere il problema di un assorbimento di ferro non adeguato, sia nell’alimentazione onnivora che in quella latto-ovo-vegetariana con consumo quotidiano di latte e latticini, perché i latticini inibiscono l’assorbimento di ferro, mentre con un’alimentazione 100% vegetale questo problema non esiste.

Per saperne di più: Berati M., Vegan si nasce o si diventa? Vivere (e mangiare) come si deve: per gli animali, la natura, la nostra salute, Edizioni Sonda, Casale Monferrato 2001.  

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