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Roberto Annoscia

Roberto Annoscia

L'epidemia, o meglio, le restrizioni alle corse di gruppo per rallentare l'epidemia, hanno fermato anche lui e il suo sogno. 

Lui è Luca Naso. 38 anni, astrofisico catanese con una grande passione per la corsa, che dopo aver corso tante maratone, ha avuto una splendida idea, realizzare il sogno “Correre ai confini”, un’impresa podistica che prevedeva di percorrere tutta l’Italia correndo lungo il confine di stato, toccando tutte le regioni della nazione. Così la spiegava:

"Non sono sicuro di come sia nata l'idea di questa sfida, ma da quando è nata è cresciuta di giorno in giorno, per diventare un sogno vero. Ho deciso di farlo perché credo nel valore dei sogni, e sono convinto che conoscere i tuoi sogni, e fare sforzi per realizzarli, ci renderà persone migliori".

La corsa di Luca è iniziata il 1° gennaio da Catania: il tracciato di 8.876 km complessivi, in singole tappe di 15 km di media, due tappe al giorno per sei giorni la settimana, sarebbe dovuto essere percorso in solitaria, ma con l’aiuto di associazioni sportive, amministrazioni comunali, e podisti dei luoghi che attraversava: insomma, non è stato mai solo. Dopo la sua Sicilia, ha attraversato Calabria, Basilicata, Puglia, Molise e Abruzzo. Il Giro si sarebbe dovuto concludere il 31 dicembre nuovamente in Sicilia.

Ma, purtroppo, giunto appunto in Abruzzo, al settantesimo giorno di corsa, Luca ha dovuto abbandonare il sogno, in osservanza delle norme ministeriali per il rischio da coronavirus.
Avrebbe potuto continuare da solo, ma il suo progetto era stato oramai condiviso da troppa gente, che lo affiancava nelle tappe, e così meglio fermarsi.

Molto toccato, sofferente per aver dovuto abbandonare l’impresa, ecco le parole di Luca:

“Credo che le restrizioni imposte rendano impossibile continuare a seguire gli obiettivi, le idee ed i valori di Correre ai confini. Non voglio proseguire e macinare chilometri da solo perché l’impresa si fonda sulla condivisione. Ho deciso di stravolgere ogni aspetto della mia vita per realizzare questo sogno insieme agli altri.
Mi dispiace di non riuscire a completare l’intero percorso, ma sono contento che tutti e 70 i giorni di "Correre ai confini" sono stati vissuti intensamente, con gioia e generosità dalle tante persone che si sono lasciate contagiare dalla positività di questo progetto.
Sono stato in posti diversi ed ho incontrato persone diverse, ma non mi sono mai sentito fuori posto. Anzi, mi sono sempre sentito a casa, perché le persone che ho incontrato hanno fatto loro questo sogno. E’ stato uno scambio reciproco di emozioni, sentimenti e valori. Persino in questi giorni molto difficili, tante persone hanno confermato la loro intenzione di partecipare al progetto!
Tuttavia, il nostro Paese si trova in una situazione drammatica e davanti a noi ci sono scenari di gran lunga peggiori di quelli che stiamo vivendo adesso, a partire dal collasso dell'intera struttura sanitaria per continuare con la perdita di lavoro di una miriade di professionisti capaci ed onesti.
Per questo motivo, non solo ho deciso di sospendere il progetto ma, non appena rientrato, ho subito iniziato un periodo di isolamento volontario in casa.
Correre ai confini non era un’idea folle, era un’idea audace.
Folle sarebbe stato non interrompere adesso.
Vi abbraccio tutti virtualmente.”

E così Luca è tornato a casa a Catania, deluso per aver dovuto fermarsi. D'accordo con la moglie si è messo in una preventiva quarantena dividendo la casa in due parti, senza possibilità di eventuale contagio.
Ma nella sua mente il sogno non è tramontato, qualsiasi valutazione circa la possibilità di riprendere il progetto  è rinviata a quando l’emergenza coronavirus sarà rientrata. Speriamo il prima possibile!

                                                                                                                         

 

 

 

 

13 Marzo - A cinquanta giorni dall'effettuazione, salta anche la ColleMar-athon, la classica maratona da Barchi a Fano, nelle Marche, giunta alla 18^ edizione e in calendario per il prossimo 3 maggio.

Sul profilo Facebook della manifestazione l'annuncio del Comitato Organizzatore: “È giunto il momento di mettere da parte le nostre passioni e remare tutti nella stessa direzione. Abbiamo aspettato fino all'ultimo con la speranza di farvi passare l'ennesima indimenticabile giornata, ma l'aggravarsi della situazione non lascia altra scelta.
Presto vi faremo sapere ulteriori news, la speranza è quella di recuperare in autunno, ma vi è una concreta possibilità di rivederci direttamente nel 2021. Approfittiamo per unirci alle richieste che ci vengono fatte dalle nostre autorità. Rispettate le regole, uscite solo se estremamente necessario, gli allenamenti in solitaria e non in gruppo. Più ci impegneremo e prima usciremo da questa situazione terribile. Insieme ce la faremo!”.

 

11 Marzo - Finalmente una bella notizia: Mattia, il cosiddetto “paziente 1” (sebbene siano stati avanzati dubbi sulla possibilità che ci fossero altri contagiati prima di lui), il podista 38enne di Codogno, manager dell'Unilever, è uscito dalla fase acuta della sua patologia, ed ha ripreso anche a parlare, chiedendo se si trovasse a Lodi, e sollecitando anche notizie della moglie.

In realtà, Mattia è a Pavia, nell’ospedale San Matteo, dove da lunedì scorso  è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva, respirando oramai in maniera autonoma.

Le sue condizioni sono in continuo miglioramento: ricoverato lo scorso 21 febbraio in condizioni disperate, ha reagito alle cure, fino ad arrivare a essere “stubato” e finalmente tornare a parlare.

La moglie, risultata positiva e sua volta ricoverata, all’ottavo mese di gravidanza, è stata già dimessa dall’ospedale Sacco di Milano, in attesa di partorire una bimba.

Al seguente link, la notizia del ricovero iniziale di Mattia: https://www.podisti.net/index.php/notizie/item/5792-coronavirus-il-38enne-contagiato-di-codogno-e-un-podista.html 

8 Marzo - Tutto fermo in Italia, mentre in Giappone si sono disputate due maratone, entrambe però con partecipazione limitata ai soli atleti élite, anche per assegnare i posti rimanenti per comporre la squadra nipponica per le prossime (speriamo!) Olimpiadi di Tokyo, con maratone che si disputeranno a Sapporo.  

Nella fredda maratona femminile di Nagoya (evento World Athletics Platinum Label), si è imposta la 22enne Mao Ichiyama in 2h20:29, nuovo record della corsa che cancella il 2h21:17 di Eunice Kirwa nel 2017, e che le vale la qualificazione per i Giochi di Tokyo.

Secondo posto per Yuka Ando in 2h22:41, che ha preceduto la keniana Purity Rionoripo, terza in 2h22:56. Quarta la etiope Hirut Tiberu in 2h23:17 (PB), con la debuttante sulla distanza, Sayaka Sato, quinta in 2h23:27.

La gara ha visto l’azione iniziale dei pacemaker, che con obiettivo finale di 2h20:30, hanno condotto il gruppone al passaggio al 5° km in 16:41 e al 10° in 33:19. Al’11° km si registra il ritiro di Nancy Kiprop, imitata un chilometro dopo da Betsy Saina. Dopo il passaggio al 15° km in 50:12, con le giapponesi Reia Iwade e Kayoko Fukushi che hanno cominciato a perder colpi, il 20° km è stato passato dal gruppo di testa composto da undici atlete in 1h06:50; al 25° km, passaggio in 1h23:30, si stacca Ai Hosoda. Al 30km, superato in 1h40:31, ecco la mossa decisiva di Ichiyama, che - passata solitaria al 35° km in 1h56:45, con 25 secondi di vantaggio su Rionoripo – va poi ad affermarsi con più di due minuti di vantaggio sulla seconda.

Splendida la rimonta di Yuka Ando, ​​che ha superato quattro atlete negli ultimi sette chilometri, chiudendo in seconda posizione, precedendo la suddetta keniana Rionoripo.

Ichiyama è così ora la quarta maratoneta giapponese più veloce della storia, dietro a Mizuki Noguchi, Yoko Shibui e Naoko Takahashi; inoltre il suo crono rappresenta la miglior prestazione di una giapponese in patria, migliorando il 2h21:18 stabilito da Noguchi ad Osaka nel 2003.

Classifica:

1 Mao Ichiyama (JPN) 2:20:29
2 Yuka Ando (JPN) 2:22:41
3 Purity Rionoripo (KEN) 2:22:56
4 Hirut Tiberu Damte (ETH) 2:23:17
5 Sayaka Sato (JPN) 2:23:27
6 Helen Tola (ETH) 2:23:52
7 Birke Debele (ETH) 2:25:08
8 Ai Hosoda (JPN) 2:26:34
9 Reia Iwade (JPN) 2:28:39
10 Natsuki Omori (JPN) 2:29:29

L’altra maratona, riservata ai soli uomini, la 75^ Lake Biwa Mainichi Marathon (World Athletics Gold Label) di Oita, partita con 10 minuti idi ritardo per il malfunzionamento della pistola dello starter, e corsa interamente sotto pioggia e freddo, ha registrato il successo del 31enne keniano Evans Chebet in 2h07:29, seguito dal sudafricano Stephen Mokoka, secondo in 2h08:05, e dall'altro keniano Felix Kiprotich, terzo in 2h08:48, che ha preceduto il primo giapponese Naoya Sakuda, quarto in 2h08:59. Tre giapponesi sono scesi per la prima volta sotto le 2:10 Shoma Yamamoto (2:09.18), Shoya Okuno (2:09.28) e Kenya Sonota (2:09.50). Solo 25esimo Yuki Kawauchi in 2h14:33.

La gara, con passaggio al 5° km in 15:21, ha poi alzato i ritmi con il 10° km passato in 30:19, mentre già cominciavano a rallentare, per poi fermarsi definitivamente i vincitori uscenti, il keniano Samuel Ndungu e il marocchino Salah-Eddine Bounasr, oltre al vincitore di Boston 2018 Yuki Kawauchi. Dopo il passaggio al 15° km in 45:09 e al  20° km in 1h00:12, il gruppo di testa, formato da 28 corridori, è passato alla mezza in 1h03:32. Al 35° km, con passaggio in 1h45:43, è in testa il trio formato da Chebet, Felix Kiprotich e Stephen Mokoka, con i giapponesi Naoya Sakuda e Shoya Okuno al quarto e quinto posto. Ma nel chilometro successivo ecco il netto allungo di Chebet che distacca gli avversari e finisce in solitudine, cogliendo la vittoria.  

Classifica:

1 Evans Chebet (KEN) 2:07:49
2 Steven Mokoka (RSA) 2:08:05
3 Felix Kiprotich (KEN) 2:08:48
4 Naoya Sakuda (JPN) 2:08:59
5 Shoma Yamamoto (JPN) 2:09:18
6 Alphonce Simbu (TAN) 2:09:23
7 Shoya Okuno (JPN) 2:09:28
8 Kenya Sonota (JPN) 2:09:50
9 Felix Chemonges (UGA) 2:10:08
10 Koki Yoshioka (JPN) 2:10:13

 

 

9 Marzo - Era logico aspettarselo, ma oggi è arrivata la notizia ufficiale: anche la Milano Marathon, in programma per il prossimo 5 aprile, è stata rinviata.

Le motivazioni nella dichiarazione di Andrea Monti, direttore della "Gazzetta dello Sport" per RCS Sport, pubblicata sul sito della manifestazione, che riportiamo integralmente:

“Cari Runners,
nessuno meglio di voi sa che correre è libertà. E nello sport come nella maratona della vita, libertà è scegliere. Anche di non correre, se questa è la cosa giusta da fare per sé e per gli altri. Ecco perché siamo convinti che, in questo momento di grave emergenza per l’Italia e la sua gente, tutti voi condividerete e farete vostra la scelta di responsabilità, pur dolorosa, di rinviare la Generali Milano Marathon prevista per il prossimo 5 aprile.

Non si tratta soltanto di ottemperare – com’è assolutamente giusto e necessario – alle misure di contrasto dell’epidemia di coronavirus previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana dell’8 marzo 2020. È anche e soprattutto una questione di rispetto, di affetti e di legami forti tra un evento tanto atteso e l’iconica città che lo accoglie.

Milano non è soltanto lo scenario in cui si svolge una competizione che da 20 anni accompagna la sua straordinaria crescita economica e sociale. È l’organismo vivente che nutre la corsa con la sua straordinaria energia, l’entusiasmo delle istituzioni, la passione dei cittadini. Ora che la metropoli lombarda e il suo territorio vivono uno dei momenti più difficili della loro storia recente, fermarsi tutti insieme è un atto d’amore che pone le basi per ripartire. Insieme.

RCS Sport corre al vostro fianco da anni come organizzatore della Generali Milano Marathon. La sua prima preoccupazione è, e sarà sempre, la tutela della salute e della sicurezza dei runner, dei volontari, dei membri dello staff e di tutte le persone coinvolte. Per questo, in accordo con il Sindaco e tutte le istituzioni coinvolte, deve confermare con estremo rammarico la decisione di fermare una competizione di grande prestigio internazionale che proprio nel 2020 compie vent’anni.

Ma continuare a correre – tornare a correre presto – è la vostra passione e nostra missione. Per questo possiamo dirvi sin d’ora che quanto abbiamo comunicato oggi è solo un rinvio. Siamo già al lavoro per trovare, nei prossimi mesi quando l’emergenza sarà conclusa, una nuova data nel calendario Fidal, che presto vi comunicheremo. Quel giorno, saremo in tanti al via della Generali Milano Marathon e correremo più leggeri. Nella consapevolezza di aver agito da veri sportivi e aver testimoniato qualcosa di importante”.

 

6 Marzo - Come pubblicato sul sito di World Athletics, anche i  i Campionati Mondiali di mezza maratona, in programma a Gdynia, in Polonia, per il prossimo 29 marzo sono stati rinviati: la nuova data è quella del 17 ottobre 2020.

Questo il testo pubblicato: “È con rammarico che abbiamo concordato con il sindaco di Gdynia e gli organizzatori dei campionati mondiali di atletica leggera di mezza maratona Gdynia 2020 (29 marzo) di rinviare questo evento a fine ottobre di quest'anno, a causa dell’incertezza creata dalla diffusione dal Coronavirus a livello internazionale.
L'attuale situazione internazionale avrebbe gravemente compromesso l'evento in questo momento, poiché molti paesi stanno limitando i viaggi internazionali, invocando quarantene e consigliando ai cittadini e agli organizzatori di eventi di evitare raduni di massa. 
Prima di tutto, abbiamo dovuto considerare la salute e il benessere dei nostri atleti, funzionari e spettatori nel prendere questa decisione. 
Il consiglio del nostro team medico, che è in contatto con l'Organizzazione mondiale della sanità, è che la diffusione del Coronavirus è ad un livello preoccupante in molti paesi e tutti i principali eventi ed incontri dovrebbero essere valutati.
Questa settimana abbiamo lavorato con il Comitato Organizzatore Locale per identificare una data alternativa appropriata sia per la città ospitante che per i corridori d'élite, e abbiamo concordato il 17 ottobre di quest'anno.
A causa degli sforzi eccezionali del nostro comitato organizzatore polacco e dell'entusiasmo della comunità locale, questo evento avrebbe dovuto includere una gara di massa di oltre 25.000 partecipanti il ​​29 marzo: speriamo che la grande maggioranza di questi corridori amatoriali riesca a partecipare insieme ai nostri concorrenti d'élite nella nuova data”. 

Al seguente link i convocati azzurri che avrebbero preso parte al Mondiale: https://www.podisti.net/index.php/notizie/item/5861-i-convocati-azzurri-per-i-mondiali-di-mezza-del-29-marzo.html

Rinviati al 2021 i Campionati Europei Master indoor, che erano in programma a Braga, in Portogallo, dal 15 al 21 marzo: la Commissione municipale della protezione civile, basandosi sulla valutazione della Direzione generale della sanità del governo portoghese, che ha ritenuto  la manifestazione “ad alto rischio” per timore di diffusione del coronavirus e conseguente contagio, svolgendosi “in ambiente chiuso con oltre tremila partecipanti”, ha consigliato di non far svolgere l’evento.

Il Comitato organizzatore ha così chiesto alla EMA (European Masters Athletics), di posticipare l’evento al 2021, proponendo il periodo compreso tra il 10 e il 17 gennaio.

Diramata la lista dei convocati azzurri per i Mondiali di Mezza maratona (21,097 km), in programma a Gdynia, in Polonia, domenica 29 marzo: il direttore tecnico delle squadre nazionali Antonio La Torre ha selezionato 10 atleti (5 uomini e 5 donne), trai quali spicca la presenza dei primatisti italiani di maratona Eyob Faniel (Fiamme Oro) e Valeria Straneo (Laguna Running).

Il 27enne bassanese Eyob, che vanta un personale di 1h00:44 (terzo azzurro di sempre) realizzato con il successo di Siviglia lo scorso 26 gennaio, ha ottenuto il primato italiano di maratona qualche giorno fa, il 23 febbraio, sempre a Siviglia, piazzandosi settimo in 2h07:19; la 43enne alessandrina Valeria, vice campionessa mondiale di maratona a Mosca nel 2013, con un personale sulla distanza di 1h07:46, a Roma nel 2012, ha recentemente vinto il titolo italiano a Verona in 1h11:34.

Di seguito la lista completa dei convocati:

Uomini:

Xavier

CHEVRIER

Atl. Valli Bergamasche Leffe

Nekagenet

CRIPPA

Trieste Atletica

Daniele

D'ONOFRIO

G.S. Fiamme Oro Padova

Said

EL OTMANI

C.S. Esercito

Eyob

GHEBREHIWET FANIEL

G.S. Fiamme Oro Padova/Venicemarathon Club

Donne:

Maria Chiara

CASCAVILLA

A.S. La Fratellanza 1874

Giovanna

EPIS

C.S. Carabinieri Sez. Atl.

Elisa

STEFANI

A.S.D. Brancaleone Asti

Valeria

STRANEO

Laguna Running Ssd Srl

Federica

SUGAMIELE

Caivano Runners

 

1 Marzo - Sembra ieri, ma siamo già alla settima edizione: ricordo chiaramente quella mattina, quando Gianfranco Fabiano mi raccontò il suo progetto, realizzare una corsa campestre nella tenuta dove era solito allenarsi lo zio, il famoso Mauro De Feudis, uno dei primi podisti in Trani e in Puglia, e dedicargli il memorial.  

Mi raccontò di questa immensa e curata tenuta, Villa Schinosa, alle porte di Trani, quasi più in città che fuori; mi descrisse i tenutari, don Ferdinando Capece Minutolo, uomo nobile ma che non temeva di “sporcarsi le mani” con il lavoro, e della sua splendida famiglia, gente attiva amante lo sport.

Gli anni sono passati, Don Ferdinando ha deciso lo scorso anno di raggiungere Mauro De Feudis, e il cross di Trani ha ora due ottimi testimonial nel mondo eterno, che da lassù guidano Gianfranco e l’intera Trani Marathon nell’organizzare al meglio l’evento.

Per me quasi un obbligo esserci: ho avuto l’onore di correre con zio Mauro, ho avuto la fortuna di stringere la mano di don Ferdinando, ho il piacere di essere invitato con largo anticipo dagli organizzatori; a memoria, ritengo che gli Annoscia abbiano coperto tutte le edizioni.

E’ facile raggiungere Villa Schinosa: usciti a Trani centro, dopo circa due chilometri siamo già a destinazione. Immensi gli spazi per parcheggiare, non c’è davvero alcun problema. Più che in inverno, sembra essere già a primavera inoltrata, la giornata è calda al punto giusto, soleggiata, un piacere attraversare il viale di querce che porta alla Masseria, si respira forte l’odore del sedano proveniente dall’attiguo campo.

Nella solita postazione di controllo avviene la consegna dei pettorali: due le opzioni, 5 euro per la sola partecipazione, 2 euro in più per ritirare anche il premio di partecipazione.

Inutile dire che tutto scelgono l’opzione completa e nel pre-cantina, dove è incredibilmente assuefacente il profumo del vino, avviene la consegna dei pacchi gara, che prevedono una maglia tecnica di marca, un chilo di farina di farro e una bottiglia di ottimo vino della Tenuta.

Bagni chimici risolvono il solito problema mattutino, anche per evitare scene poco edificanti o la distruzione di particolare colture; non mancano però i soliti trasgressori, forse attratti dalla natura.

Presenta la manifestazione il giornalista locale Nico Aurora, che commenta con la giusta moderazione e precisione ogni fase della manifestazione, aiutato dalla gradevole base musicale gestita dall’abile dee-jay, per un valido risultato finale.

La manifestazione prevede due serie: la prima, con avvio alle ore 9.00, comprende tutte le categorie femminili e gli uomini dalla SM60 in poi, e si sviluppa su un giro unico di 4 chilometri; la seconda, con avvio alle 10.00, riservata alle rimanenti categorie maschili, prevede un doppio giro del tracciato di 3km, per complessivi 6.

82 le donne, 61 gli uomini over 60, per complessivi 143 atleti iscritti alle prima serie; 186 per la seconda, con un totale di 329 iscritti alla manifestazione.

Alle ore 9.00, con gli atleti ordinatamente schierati dietro la linea di via, ecco lo sparo fatto partire dalla pistola del Referente regionale dei Giudici, Luigi De Lillo: gli atleti invadono il vialetto, la svolta a sinistra e via, li rivedremo solo all’arrivo.

Il terreno è secco, mancano i tratti fangosi, troppe forse le pietre che aumentano le difficoltà di stabilità; dopo il campo del prezzemolo, gli atleti sviluppano la loro corsa tra i vigneti ed uliveti, mentre più in fondo si scorgono i ciliegeti, i mandorleti di queste accattivante Tenuta. Diversi i cambi di direzione, qui si lavora sulle caviglie, non ci sono però difficoltà altimetriche e si viaggia bene.

A vincere la prima serie è l’aitante Mauro Grande (Pedone Riccardi Bisceglie), fisico da quarantenne, sostanzialmente in testa sin dallo sparo del Giudice; a secondi, ecco giungere la prima donna, la tigre di Bitonto, la brillante Milena Casaluce (Nuova Atletica Bitonto); secondo uomo è il primo SM65, l’ottimo Luciano Balzani (SP Seven di Savignano sul Rubicone) che precede la seconda donna, la grintosa Silvana Iania (Free Runners Molfetta). Terzo uomo, il neo pensionato Gaetano Sifanno (Quelli della Pineta Bari), inseguito dalla mai doma Marilena Brudatglio (Tommaso Assi Trani), sempre agguerrita. Quarto uomo il mitico Giuseppe Attolico (Montedoro Noci), quinto “duracell” Vincenzo Palumbo (Assi Trani), sesto – rulli di tamburi e sonate di tromba – Sabino Sardella, il presidente della Podistica Canusium 2004. Maria Pia Lastella (Atletica Amatori Corato) è quarta tra le donne, con il primo SM70, il carissimo Antonio Peragine (Pedone Riccardi Bisceglie), settimo uomo, davanti al tenace Savino Castrigno (Atletica Amatori Corato), ottavo; seguono altre tre donne, la determinata Maria Rosa Valerio (Quelli della Pineta Bari), quinta, la scatenata Marica De Pinto (Assi di Trani), sesta, e la vivace Samanta Cirillo (Smart Runners Gravina), settima. Nono uomo, il combattivo Vito Del Vento (Assi Trani), ma si chiude la classifica femminile con tre “terribili protagoniste, Adriana De Cesare (Free Runners Molfetta), ottava, e il duo della Tommaso Assi Trani, Santa Pappalettera e Nicoletta Ferrante, rispettivamente nona e decima. Ecco anche il decimo uomo, il generoso Giuseppe Iodice (Margherita di Savoia Runners); 58 gli uomini giunti al traguardo, 72 le donne.

Finita la fatica, ecco il ristoro finale: vassoio con focaccia, mozzarella, dolce, gelato artigianale di banana, acqua e vino aromatizzato: difficile chiudere di più.

Ma per noi è il momento di dedicarsi alla seconda serie: più lunga e in teoria più veloce. Ordinata anche questa partenza, gli atleti abbandonano il viale iniziale per il giro giro. Da subito in testa Uva e Bonavita, si comprende subito che il successo è a loro ristretto, si lotta comunque anche nelle successive posizioni, soprattutto per determinare le graduatorie di categoria. Lungo il corteo, assisteremo anche a qualche doppiaggio, doppiaggio che vale la vittoria per Michele Uva (Free Runners Molfetta), al quale partecipare las sera prima ad una festa di compleanno sino alle due di notte fa evidentemente bene, vista la grinta e la potenza che lo portano a vincere per la seconda volta consecutiva (prima doppietta nell’albo d’oro) la manifestazione.

Sempre brillante, ma forse più pronto per una distanza superiore e su strada (avrebbe dovuto partecipare alla mezza di Lecce, poi rinviata), è secondo Giuseppe Bonavita (Podistica Santo Stefano Cerignola); a seguire lo splendido duo della Pedone Riccardi Bisceglie, Nicola Mastrodonato, terzo, e Sabino Gadaleta, quarto, che rinunciano allo sprint e alla lotta fratricida, mantenendo le posizioni.

Tra un infortunio e l’altro, Denis Greco (Assi Trani), porta a casa il quinto posto, davanti ad un’altra “vecchia” gloria, Felice Dell’Aquila (Daunia Running San Severo), sesto; Pietro Torroni (Running Team D’Angela Sport Turi), ancora in ripresa, è settimo, sul forte duo della Daunia Running, Francesco Papapietro e Mario Del Sordo, rispettivamente, ottavo e nono. Antonio Paolillo (Barletta Sportiva), che non molla mai, conquista la decima posizione.

165 i finisher, squalificato Francesco Paolo Caputo (Barletta Sportiva), per aver premesso al figlioletto di affiancarlo sulla biciclettina per l’intera durata del tracciato, di aver proseguito nonostante gli avvisi dei Giudici, mettendo a repentaglio l’incolumità del bambini e degli altri atleti (esattamente, come motivazione, è citato la regola 125.5, comportamento antisportivo o improprio).

A tal proposito, ricordo a tutti gli atleti che, parimenti, non è permesso correre nelle serie non di propria competenza, ancor più è vietata l’assistenza ad altri corridori (che può portare alla squalifica propria e dell’atleta che si affianca), come è vietato attraversare e occupare il percorso, soprattutto in sede di arrivo. Non lamentatevi se poi arrivano le squalifiche, rispettate i regolamenti, non fate agli altri quello che non vorreste sia fatto a voi, ricordate che rispetto genera rispetto.

Tornando alle cose belle, anche gli atleti della seconda serie possono gustare le specialità del ristoro; a breve, però, per tutti, accompagnatori compresi, ecco pronto un piatto di gustoso risotto preparato dallo chef Michele Elia, accompagnato dal raffinato vino della Tenuta: si può pretendere di  più?

Ma tutto è pronto per la con la cerimonia di premiazione, prima un mazzo di fiori premia la signora Maria Capece Minutolo, accompagnata dal sempre solare figliolo, Corrado, anni fa anche campione italiano di vela.

Si comincia dai due vincitori, Uva e Casaluce, ai quali è assegnato il trofeo Mauro De Feudis (bellissimo, in legno lavorato a mano, raffigurante il volpino in corsa, simbolo della società organizzatrice), consegnato dalla sempre attivissima signora De Feudis, per i due vincitori anche tanti, troppi, altri premi in natura e una maglia tecnica, sicuramente meritatissimi.

E ricchi sono i premi per i primi tre di ciascuna categoria, con marmellate, varie farine, olio extravergine, vino e succhi di frutta bio, la bottiglia di amamo, oltre alla splendida medaglia in legno, lavorata mano, riportante la posizione di arrivo.  

Ultimo atto, il riconoscimento delle prime cinque società per numero complessivo di arrivati: vince la Tommaso Assi Trani, che giocava… in casa, con 43 arrivati su, nell’ordine, Barletta Sportiva (28), Margherita di Savoia Runners (19), Podistica Santo Stefano Cerignola (16) e Atletica Amatori Corato 15).

La manifestazione è davvero finita, il tempo per una foto di gruppo degli attivissimi soci della Trani Marathon, un caro abbraccio con Gianfranco, e la voglia di tornare presto in questa Villa, dove sport, cuore, natura ed amicizia danno vita ad un incredibile, ottimo e vitalissimo mix di lunga vita.                 

3 marzo - Tristi notizie giungono dal nostro mondo: nello scorso week-end ci hanno lasciato altri due podisti.

Marco Lanzini, classe 1974, 46 anni dunque, compiuti lo scorso 20 febbraio, bresciano di Palazzolo sull’Oglio, tesserato per la Runners Capriolese, domenica scorsa dopo essere rientrato da un allenamento lungo ed aver fatto la doccia, si è steso sul letto in attesa del pranzo.
Ma, purtroppo, un infarto l’ha privato della vita.
Lanzini aveva svolto la regolare visita medico-sportiva e nessuno avrebbe mai potuto immaginare una fine simile. I funerali saranno celebrati a Palazzolo domani mattina, 4 marzo.

Nella notte tra sabato e domenica, invece, è deceduto il 47enne podista e triatleta Andrea Maremmani, ricoverato da pochissimi giorni nell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia per una grave malattia ai polmoni.  In questo caso, lo sport non sembra responsabile dell'evento; anche se il dolore e la solidarietà ai familiari, ovviamente, restano immutati.
Maremmani, tesserato per l’Atletica Avis Magione (e per il Foligno Triathlon), aveva concluso a dicembre l’Invernalissima (mezza maratona) di Bastia Umbra in 1h38’ e il 12 gennaio l’Half Marathon di Terni in 1h40:43.

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