Stefano Morselli
19.09.2021 Cairate (VA) Ultima Tappa del Grand Prix delle Montagne Varesine
Corniglio (PR) - UltraKtrail
Borzano (RE) - 42° Un Gir par Bursan
GALLERY FOTOGRAFICA - 12 Settembre 2021 - Dopo l'annullamento causa maltempo del 2019 e quello causa Covid del 2020 (con l'ultima edizione che si era corsa nel 2018), dopo 3 anni ha finalmente fatto il suo ritorno l'evento di Borzano (comune di Albinea).
Organizzata dalla Polisportiva Borzanese, la gara competitiva ha visto 96 iscritti e circa 350 non competitivi.
A vincere tra gli uomini è stato il valtellinese Ivan De Lorenzi che, di ritorno dalle vacanze in Toscana, ha pensato bene di fermarsi sugli appennini reggiani a gareggiare.
Il portacolori dell'ASD Castelriders ha ben presto staccato gli avversari andando a chiudere in 1:40:51, alle sue spalle è giunto il modenese Massimo Sargenti (3.30 Team) in 1:43:03, terzo Claudio Costi (La Guglia) in 1:44:26.
Tra le donne netta vittoria per Isabella Morlini (Atl Reggio) in 1:56:18, in seconda posizione è giunta Evgeniya Kovaleva (Atl. Casone Noceto) in 2:07:08, terza Lorena Belli (Atl. Reggio) in 2:10:15.
Gir par Bursan
Ordine d'arrivo Trail 21 km. UOMINI
1 | 35 | DE LORENZI IVAN | 1976 | [SM45] | FIDAL ASD CASTELRAIDER | 01.40.51 | |
2 | 82 | SARGENTI MASSIMO | 1971 | [VM50] | UISP 3.30 TEAM A.S.D | 01.43.03 | |
3 | 32 | COSTI CLAUDIO | 1975 | [SM45] | GRUPPO POD. LA GUGLIA SASSUOLO SSD | 01.44.26 | |
4 | 15 | BERTOLINI SIMONE | 1972 | [SM45] | ASD SAMPOLESE BASKET & VOLLEY | 01.50.12 | |
5 | 64 | MICHELONI LUCA | 1983 | [SM35] | GRUPPO POD. LA GUGLIA SASSUOLO SSD | 01.51.53 | |
6 | 2 | ALDROVANDI ANDREA | 1977 | [SM40] | FIDAL 9,92 RUNNING ASD | 01.52.01 | |
7 | 40 | FERRARI ROBERT | 1987 | [SM30] | UISP 3.30 TEAM A.S.D | 01.52.23 | |
8 | 19 | BOUMALIK FAICAL | 1975 | [SM45] | UISP CIRCOLO MINERVA ASD | 01.54.13 | |
9 | 93 | ZANNONI GIANNI | 1966 | [VM55] | FIDAL ATL. CASTELNOVO MONTI | 01.54.47 | |
10 | 17 | BONAZZI MASSIMO | 1974 | [SM45] | UISP ASD POL. RUBIERA | 01.55.47 |
Ordine d'arrivo Trail 21 km. DONNE
1 | 69 | MORLINI ISABELLA | 1971 | [VF50] | FIDAL ATL. REGGIO ASD | 01.56.18 | |
2 | 54 | KOVALEVA EVGENIYA | 1982 | [SF35] | FIDAL ATL. CASONE NOCETO | 02.07.08 | |
3 | 9 | BELLI LORENA | 1980 | [SF40] | FIDAL ATL. REGGIO ASD | 02.10.15 | |
4 | 59 | MALATESTA JESSICA | 1991 | [SF30] | UISP EDEN SPORT SCSD | 02.13.46 | |
5 | 81 | ROSSI SIMONA | 1973 | [SF45] | UISP PODISTICA CORREGGIO A.S.D. | 02.13.52 | |
6 | 94 | ZINI FEDERICA | 1975 | [SF45] | FIDAL ASS. POL. SCANDIANESE | 02.14.16 | |
7 | 12 | BERNARDONI ERIKA | 1994 | [SF25] | FIDAL ASD POD. LIPPO CALDERARA | 02.16.35 |
Castelnovo ne' Monti (RE) - 5° Trail della Pietra
SERVIZIO FOTOGRAFICO - CLASSIFICA PDF - 05/09/2021 Castenovo ne' Monti (RE) - Si è corsa questa mattina nella suggestiva cornice della Pietra di Bismantova la 5^ edizione di uno dei trail più scenografici dell'Appennino Emiliano.
Sotto la regia sempre più rodata dello "Stone Trail Team" 320 atleti si sono misurati sui percorsi di 13 e 22 km che, alla luce della bellezza dei luoghi e dell'ottima organizzazione, verrebbe da dire che potrebbero meritare l'aggiunta di un'ulteriore distanza, mi sentirei di suggerire la maratona.
I due percorsi di 13 km D+ 800 e 22 km. D+ 1300 partivano entrambe dalla "Pieve" per dirigersi subito ai piedi della Pietra di Bismantova e dividersi solo dopo 4500 metri per poi riunirsi poco prima della salita alla vetta della Pietra, da li un'impegnativa discesa di circa 2.500 metri ha portato gli atleti direttamente al traguardo nello stesso punto della partenza.
A vincere nella distanza di 13 km sono stati il locale Nicola Guidetti (Stone Trail Team) ed Isabella Morlini (Atl. Reggio), entrambi hanno dominato la loro gara, Giudetti staccando Davide Pozzi di 1 minuto e Guerrino Grilli di 7 minuti, la Morlini giungendo 4^ assoluta s'è confermata in grande forma staccando di oltre 5 minuti Rossella Munari e di 12 minuti l'ex campionessa di salto con l'asta Maria Gloria Gazzotti, un'atleta dal glorioso passato con un Personal Best di 4,15m.
Ordine d'arrivo Trail 13 km. UOMINI
1) Nicola Guidetti (Stone Trail Team) 1:10:24;
2) Davide Pozzi (ASD 3'30 Team) 1:11:31;
3) Guerrino Grilli (ASD A.FA.P.H) 1:17:17.
Ordine d'arrivo Trail 13 km. DONNE
1) Isabella Morlini (Atl. Reggio) 1:17:23;
2) Rossella Munari (Pol. Sampolese) 1:22:44;
3) Maria Gloria Gazzotti (Stone Trail Team) 1:29:07.
Gir par Bursan
Primi sulla distanza dei 22 km sono stati Alessio Gatti (Mud & Snow) e la reatina Federica Tempesta (Parks Trail Promotion).
Gatti ha subito preso la testa della gara transitando solitario al 12° chilometro con un vantaggio di 1 minuto nei confronti di Daniele e Matteo Pigoni, vantaggio che a fine gara risulterà di oltre 5 minuti nei confronti di Matteo Pigoni e di quasi 7 minuti su Daniele Pigoni.
Ordine d'arrivo Trail 22 km. UOMINI
1) Alessio Gatti (Team Mud & Snow) 1:54:01;
2) Matteo Pigoni (Team Mud & Snow) 1:59:38;
3) Daniele Pigoni (Atl. Valle di Cembra) 2:00:44.
Nella gara donne la sorpresa è arrivata dalla reatina Raffaella Tempesta che ha vinto con 4 minuti di vantaggio sulla reggiana Giulia Botti e sulla parmense Silvia Motta.
Ordine d'arrivo Trail 22 km. DONNE
1) Raffaella Tempesta (Parks Trail Promotio SSD) 2:29:21;
2) Giulia Botti (Team Mud & Snow) 2:33:47;
3) Silvia Motta (Cittadella 1592 Parma) 2:33:52.
Al termine della gara diversi partecipanti si sono complimentati con i componenti dello "Stone Trail Team" per aver allestito l'evento nel migliore dei modi e per il bellissimo percorso.
A completare la bella giornata di sport, si sono corse anche le gare giovanili che hanno visti impegnati circa 40 tra bambini e ragazzi, evento per il quale è disponibile un ampio servizio fotografico su www.podisti.net.
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Tokyo: Immensa Italia con Jacobs e Tamberi d'oro
Inutile girarci attorno, benchè il numero complessivo delle medaglie fosse già soddisfacente, il numero e soprattutto il peso degli ori vinti sino a questa mattina non era all'altezza delle attese.
Tante tra le punte su cui ponevamo le principali aspettative hanno deluso le attese, serviva qualcosa che rimettesse a posto il medagliere e desse sfogo all'entusiasmo per il tricolore.
La cosa incredibile è che a mettere le cose a posto sia stata proprio l'atletica, disciplina che dal 2008 non regalava un oro olimpico.
Le favole più belle sono quelle che sorprendono e l'uno/due Tamberi - Jacobs, arrivato in 10 minuti, ha letteralmente stordito tutti riportando finalmente l'atletica italiana ai fasti del passato, quando era fiore all'occhiello dell'intero sport italiano.
La vittoria di Jacobs in particolare, ottenuta nella specialità più rappresentativa di tutte le olimpiadi, ottenuta con il nuovo primato europeo di 9"80, con il nome dell'azzurro che segue quello di Usain Bolt, è qualcosa di talmente grande da non lasciar capire ora, cosa possa generare in termini di ritorno per lo sport italiano e l'atletica in particolare.
Nel frattempo i Giochi Olimpici non sono terminati, e se il buon giorno si vede dal mattino (lasciando stare la freddura di Bragagna, ormai trascinato nel vortice della cronaca che 'deve' far ridere: "Il Bongiorni si vede ecc."), ci aspettiamo altre belle prove degli azzurri.
Comunicato stampa FIDAL
100 uomini - Finale - Laddove non era riuscito Pietro, e nemmeno Livio, è arrivato Marcell. Un italiano sul gradino più alto del podio olimpico, nella gara più breve dell'atletica, sulla distanza sulla quale tutti sognano di cimentarsi. Un trionfo che arriva meno di dieci minuti dopo quello di Tamberi, e ha la forza di un uragano. Perché Marcell Lamont Jacobs vince, strapazza gli avversari, e segna ancora il record europeo, 9.80, dopo il 9.84 della semifinale (e dopo il 9.94 della batteria, che era già stato record italiano). Una serie sontuosa, che ha fatto impazzire l'Italia nell'ora di pranzo di una bollente domenica d'agosto. Doveva "pizzicare" la partenza, Marcell. E l'ha fatto, c'è riuscito, uscendo come un missile dai blocchi, e producendo un'accelerazione mostruosa. Fino a fare la lepre per tutti, ma fin oltre il traguardo. Dietro di lui, il vuoto. Lo statunitense Fred Kerley è argento in 9.84, il canadese Andre De Grasse bronzo in 9.89. Un esito leggendario, che fa esplodere il tifo dei (purtroppo pochi) presenti, e scatenando il po-popo-po-po-poo-poo della squadra azzurra, compatta ad applaudire i compagni in questa giornata indimenticabile.
Alto Uomini - Finale - E' l'epilogo più bello, il più atteso e sognato. L'oro olimpico che si divide in due parti, e va al collo di Gianmarco Tamberi e Mutaz Barshim, gli amici di una vita in pedana, appaiati a 2,37. E l'Italia torna a vincere un oro olimpico, il primo in questa specialità, sancendo in maniera definitiva la rinascita di un movimento straordinario, fatto di migliaia di atleti, tecnici e dirigenti volontari, milioni di appassionati, che sono sempre stati lì. Gianmarco Tamberi oggi li rappresenta tutti, ha il tricolore sul petto, e porta avanti l'orgoglio di un Paese che ama questo sport, ma che aspettava da tanto, troppo tempo, un nuovo Rinascimento. Eccolo Tamberi, che piange, cinque anni dopo l'infortunio di Montecarlo, e l'appuntamento perso di Rio. Piangono in tanti con lui, stasera. Perché l'oro di Gimbo è l'oro di tutti.
L'inizio della finale olimpica vede il bielorusso Nedasekau sbagliare il primo tentativo a 2,19, e questa è già una notizia. Con lui, sbaglia anche il giapponese Tobe, anche se entrambi poi sbrigano la questione al secondo tentativo. Tamberi dà una bella impressione, superando l'asticella con notevole ampiezza, dopo lunghi istanti di concentrazione a precedere l'avvio della rincorsa. Si sale a 2,24, e Barshim vola per primo oltre l'asticella, imitato poi da tutti gli avversari (incluso Tamberi, ancora molto reattivo, soprattutto nella fase di valicamento), a parte lo statunitense McEwen, che sbaglia due volte prima di riuscire nell'impresa. A 2,27 passano senza errori in 10 (con Tamberi), a 2,30 (sempre con il marchigiano) la pattuglia si riduce a sei, anche se tra gli inseguitori si cominciano a contare gli errori. Akimenko, Ivanyuk e Harrison ce la fanno alla seconda, Kerr alla terza, salutano il britannico Gale e McEwen. Tre centimetri in più, e si cominciano a perdere i pezzi. Il 2,33 di Mutaz Barshim è regale, Nedasekau ribalta la classifica e vola al primo tentativo, ma la notizia che più interessa è che c'è anche Gimbo. Il suo 2,33 alla prima ha un peso specifico già importante, perché restano solo in tre a non aver commesso errori. Tutti gli altri inseguono. Il coreano Woo, il russo Akimenko, lo statunitense Harrison ce la fanno alla seconda prova, l'australiano Starc alla terza. Fuori Ivanyuk, Kerr e il canadese Lovett. In sette per il podio. Barshim e Tamberi percorso netto, Nedasejkau terzo (per l'errore a 2,19), e via via tutti gli altri. Si passa a 2,35. L'aria si fa sottile, lassù. Ma Barshim non fa una piega. Ancora una volta, va oltre l'asticella al primo tentativo. Ma non è solo. Un altro atleta è ancora senza errori: è Gimbo Tamberi, stellare a 2,35. L'asticella si muove, ma lui atterra senza che venga giù dai ritti. Si avvolge letteralmente intorno alla barra, e poi la abbandona con tempi perfetti. Grandissimo. Questa volta, memore di quanto accaduto a Torun, esulta ma non si lascia andare. C'è ancora da fare, perché riescono anche Woo (alla prima, ed è terzo), e Starc (anche lui alla prima, quarto posto). Akimenko lascia un tentativo a 2,37, Nedasekau due (sinistro segnale). A 2,37 Barshim va ancora a segno al primo colpo. E chi altri ce la fa? Proprio il bielorusso, uno che il poker lo gioca (bene) anche in pedana. Ma Gimbo non molla, seduce ancora una volta l'asticella, in un gioco che è sport ma anche arte, e supera i 2,37 alla prima. Rivolto alla camera grida "E' la mia Olimpiade, la mia!", ad esaltare il pubblico davanti allo schermo. Ricapitolando: lo score vede tre atleti a 2,37, Barshim e Tamberi, appaiati al comando, Nedasekau (terzo), e tre atleti che hanno ancora due tentativi da spendere (dopo un errore sulla misura): Harrison, Woo e Starc. Si passa ai 2,39 del record italiano, quelli della serata maledetta di Gimbo a Montecarlo 2016, dove si infortunò - prima di Rio - attaccando i 2,41. Ma non si salta più. Sbagliano tutti. E alla fine i due amici Barshim e Tamberi, primi a pari merito, scelgono di fermarsi. Saranno entrambi sul gradino più alto del podio di Olimpia.
100 metri uomini - semifinale - Cosa ha fatto Marcell Jacobs? Che cosa ha fatto? La realtà supera anche la fantasia, con un 9.84 che è non solo record nazionale (dieci centesimi meglio di quello stabilito ieri) ma soprattutto record europeo, due centesimi meglio di quanto fatto da Francis Obikwelu il 22 agosto del 2004, nella finale olimpica di Atene che lo vide d'argento. La partenza dell'azzurro non è granché, ma quando si trova a rimontare il cinese Su Bingtian e lo statunitense Ronnie Baker, accende i motori come mai prima nella vita, e risale fino a piombare sul traguardo esattamente con loro. Il cinese è primo in 9.83 (record asiatico), Baker secondo con lo stesso tempo (primato personale), Jacobs è terzo in 9.84. Il sudafricano Akani Simbine, quarto, vola in 9.90, e atterra sulla finale. Alla fine, tutto quel che era avvenuto prima della corsa di Jacobs e C., viene spazzato via. La prima semifinale vede prevalere lo statunitense Fred Kerley in 9.96, il canadese De Grasse è secondo in 9.98, mentre al terzo posto si piazza il sorprendente keniano Omurwa, autore di un 10.00 che vale il primato nazionale. La seconda semifinale, con al via Filippo Tortu, è dominata dal britannico Zharnel Hughes: il suo 9.98 vale un biglietto per la finale, e alle sue spalle il nigeriano Adegoke beffa lo statunitense Bromell (10.00 per entrambi). Filippo Tortu sembra reagire bene allo sparo, ma la sua accelerazione è meno brillante di ieri. Ne viene fuori un 10.16 che significa eliminazione, ma anche pieno recupero sulla strada che porta alla staffetta 4x100.
Ci sarebbero anche le statistiche, e una fa emozionare: l'Italia vanta adesso due primati europei nello sprint: oltre al 9.84 (poi 9.80) di Marcell Jacobs, anche il 19.72 di Pietro Mennea. Il ricordo, in questo momento, moltiplica le energie.
400hs - semifinale - Strepitoso. Esaltante. Che altri aggettivi possono essere spesi per Alessandro Sibilio? Il napoletano si supera, ancora una volta, e corre una meravigliosa semifinale dei 400hs nell'occasione più importante della vita. E soprattutto, entrando nella finale olimpica dei 400hs, specialità gloriosa per i nostri colori, 21 anni dopo il Fabrizio Mori di Sydney 2000 (il livornese fu settimo, un anno dopo aver vinto il mondiale a Siviglia). Ritmica perfetta, giudizio, classe ma anche cuore, fioretto e sciabola, con un rettilineo finale alla Sibilio, come piace dire a chi gli vuole bene. Ne viene fuori un 47.93 stellare, ancora più seconda prestazione italiana di sempre, a meno di quattro decimi dal record italiano dell'icona Fabrizio Mori (47.54). Bella, bellissima la prova dell'italiano. Il brasiliano Dos Santos ed il qatarino Samba scappano via, come da copione; gli vanno dietro tutti, salvo Sibilio, che segue il suo spartito, fatto di cadenze regolari e calcoli matematici. All'attacco del rettilineo è sesto, ma è lì che la strategia comincia a pagare. Gli altri calano, e il nostro innesta il turbo, infilandoli tra le ultime due barriere e i 40 metri finali. Dos Santos fa 47.31 e centra il record sudamericano, Samba lo stagionale a 47.47, Sibilio è terzo in 47.93. Il suo è il sesto tempo assoluto, nella lista guidata dal norvegese Karsten Warholm (47.30). Appuntamento notturno per la finale: le 5:20 del mattino di martedì 3 agosto.
100hs - semifinale - Applausi per Luminosa Bogliolo. La ligure è eliminata, non correrà la finale olimpica, ma riesce finalmente a far suo il record italiano, correndo in 12.75 (vento nullo), esattamente un centesimo meglio di quanto fatto da Veronica Borsi a Orvieto il 2 giugno del 2013. La gara racconta di una bella progressione dell'azzurra: avvio discreto, e una parte centrale e finale pienamente in ritmo, senza sbavature nel valicamento delle barriere. Il crono le vale il quarto posto nella sua semifinale, e si toglie anche lo sfizio di battere la britannica Tiffany Porter, una delle migliori specialiste continentali. Alla fine è tredicesima, con l'ultimo tempo di ripescaggio che è il 12.67 della statunitense Cunningham.
Suzzara (MN) - 1^ Corsa della Fenice
SERVIZIO FOTOGRAFICO - CLASSIFICA PDF - Suzzara 25 Luglio - Finalmente si torna a correre una competitiva sul territorio mantovano ed il merito va tutto alla UISP Mantova ed al gruppo Avis di Suzzara. Lo scenario è la prima edizione della corsa della Fenice, gara di 10km che ha preso il posto da quest'anno della storica "Camminata della Quercia" che si era corsa sino al 2019 a poche centinaia di metri dal Centro Sportivo Daniela Pavarini dove oggi s'è svolta la gara.
Perfetta la logistica, perfetta la macchina organizzativa, bello il rinnovato percorso con 'lancio', due giri da circa 4 km. e tratto finale verso il traguardo.
Partenza alle 8 in punto con circa 140 atleti schierati nel rispetto del protocollo Covid; subito dopo la partenza si portano in testa Geremia Taino e Alberto Marogna con Nicola Buffa che ben presto li raggiunge portandosi in testa a tirare (nella foto siamo al 3° km)
Alle loro spalle, a circa 150 si è formato un gruppo assortito di concorrenti che si misurerà per le posizioni dal 4° al 10° posto, tra loro nella foto che segue notiamo Poggi (584), Talleri (532), Torsini semicoperto (435), D'Oronzio coperto (533), Pezzini (489), Zendrini (522), infine un atleta della Sacmi Imola che poi si ritirerà.
In campo femminile non c'è stata storia con Natascia Pizzi (G.S. Carlo Buttarelli) che ha dominato nettamente e sin dalle fasi di partenza ha preso il largo sulle avversarie (nella foto la vediamo al 3° km).
Nel secondo dei due giri da 4 km Marogna ha preso l'iniziativa staccando Taino e Buffa andando a vincere in solitaria in 34'09"; alle sue spalle Taino ha avuto la meglio su Buffa andandosi a prendere la piazza d'onore in 34'48"; 34'52" per Buffa. Alle loro spalle bel finale per il mantovano Simone Tosini (GP. Virgiliano che ha chiuso al 4° posto in 35'27", 5° e 6° sono giunti i due modenesi, William Talleri e Fabio Poggi in 35'47".
Tra le donne, Natascia Pizzi (G.S. Carlo Buttarelli) ha chiuso solitaria in 40'55", alle sue spalle è giunta Maria Lazzanini (Montichiari) in 42'45", terza Silvia Sanpietri (G.S. Carlo Buttarelli) in 42'59".
Ordine d'arrivo maschile:
1) Alberto Marogna (Runcard) 34'09"
2) Geremia Taino (Arvedi Cremona Atletica) 34'48"
3) Nicola Buffa (ASD Atletica Pidaggia 1528) 34'52"
4) Simone Tosini (G.P. Virgiliano) 35'27"
5) William Talleri (UISP MO) 35'47"
6) Fabio Poggi (UISP MO) 35'47"
7) Cristian Zembrini (Expandia Atl. Insieme VR) 36'05"
8) Claudio Pezzini (Pol. Centese) 36'07"
9) Luca Galvani (G.P. Avis Pol. Malavicina) 36'36"
10) Federico Davoli (Pol. Correggio) 36'44"
Ordine d'arrivo femminile:
1) Natascia Pizzi (G.S. Carlo Buttarelli) 40'55"
2) Marina Lazzarini (Atl. Montichiari) 42'45"
3) Silvia Sampietri (G.S. Carlo Buttarelli) 42'59"
4) Daniele Vassalli (Atl. Paratico) 44'19"
5) Roberta Loi (At. Presezzo) 44'31"
Scandiano-Castellarano nettamente a Bergianti e Vettor
Castellarano (RE) 18/07/2021 - Andrea Bergianti e Giulia Vettor hanno dominato questa mattina l'edizione 2021 della Scandiano-Castellarano che si è corsa sull'ormai classico ed impegnativo tracciato tra le colline reggiane di 15 chilometri.
Sia Bergianti che Vettor non hanno avuto rivali sin dalle battute iniziali ed hanno chiuso senza patemi la loro prova: l'atleta della Corradini Rubiera ha staccato di ben due minuti Andrea Spadoni e Giuseppe Castiello, mentre la portacolori della Pol. Castelfranco ha inflitto ben 6 minuti a Laura Ricci.
Ordine d'arrivo maschile
1 1 171 BERGIANTI ANDREA CALCESTRUZZI CORRADINI EXCELS. 1986 M M18..39 00:54:25
2 1 268 SPADONI ANDREA ATLETICA MDS PANARIAGROUP ASD 1975 M M40+ 00:56:39
3 2 191 CASTIELLO GIUSEPPE ANESER NOVI ASS. SPORT. 1981 M M40+ 00:56:44
4 3 272 TALLERI WILLIAM 3.30 TEAM A.S.D 1977 M M40+ 00:57:00
5 4 195 COMPAGNI NICOLA CALCESTRUZZI CORRADINI EXCELS. 1980 M M40+ 00:57:08
6 2 147 ROMAGNOLI SIMONE CASTELFRANCO POL. ASD APS 1989 M M18..39 00:57:23
7 3 265 SCARDOVI GIANLUCA ATL. IMOLA SACMI AVIS 1992 M M18..39 00:59:52
8 5 120 GNESINI FULVIO ASD FIDAS GNARRO JET MATTEI 1980 M M40+ 00:59:58
9 4 266 SCILIBERTO FEDERICO LA BOTTEGA CASINALBO ASD 1996 M M18..39 01:00:00
10 5 46 DAVOLI FEDERICO PODISTICA CORREGGIO A.S.D. 1986 M M18..39 01:01:10
Ordine d'arrivo femminile:
1 1 281 VETTOR GIULIA CASTELFRANCO POL. ASD APS 1994 F F18..39 01:00:36
2 1 145 RICCI LAURA PODISTICA FORMIGINESE ASD 1979 F F40+ 01:06:11
3 2 155 ALFIERI ROSA CIRCOLO MINERVA ASD 1970 F F40+ 01:10:54
4 2 116 FULIGNI GIADA CASTELFRANCO POL. ASD APS 1998 F F18..39 01:11:38
5 5 167 BELLI LORENA ATL. REGGIO ASD 1980 F F40+ 01:12:39
6 4 261 ROSSI SIMONA PODISTICA CORREGGIO A.S.D. 1973 F F40+ 01:13:14
7 5 151 ACCIARO DONATELLA PODISTICA PONTELUNGO BOLOGNA 1978 F F40+ 01:16:32
8 6 143 REBECCHI LAURA G.S. TOCCALMATTO 1968 F F40+ 01:17:59
9 3 168 BELTRAMI ALICE FUTURA - SOC. COOP. SPORT DILETT. 1990 F F18..39 01:18:41
10 4 174 BERTOZZI ELISA NATHALIE RUNCARD 1983 F F18..39 01:18:58
Grignaghe (BS) - 14° Giro delle Creste
Sono Iacopo Brasi (La Recastello) e Beatrice Bianchi (GSA Sovere) i vincitori della 14esima edizione del Giro delle Creste, organizzata sui monti alle spalle di Pisogne questa domenica 11 luglio. Una “prima volta” per entrambi i runners: per Brasi si tratta addirittura di un record del percorso, chiuso in un'ora, 38 minuti e 49 secondi. Abbassato di oltre tre minuti quello di Marco Zanoni – 1h 42' 24” ottenuto nel 2019).
Alla partenza di Grignaghe, 250 atleti da tutta la Lombardia: il tracciato, quello di 19 chilometri e 300 metri, con un dislivello di 1300 metri, di certo uno dei più suggestivi dell'intero arco alpino. I runners hanno attraversato – su sentieri e antiche mulattiere – faggeti secolari, fitte pinete e radure assolate, per poi fare ritorno (dopo avere percorso le creste sommitali del Monte Guglielmo) al punto di partenza (915 metri slm).
In campo maschile, la sfida si è delineata fin da subito: Brasi, inseguito costantemente da Diego Angella, ha sempre tenuto la testa della corsa. Al Gran Premio della Montagna del dosso Pedalta (1958 m slm) ha fatto registrare tre minuti di vantaggio sul diretto concorrente: questo ha permesso al runner de La Recastello di mantenere il distacco anche in discesa. Al traguardo è giunto in 1h 38' 49”. Alle sue spalle Diego Angella (Brescia Marathon, 1h 43' 37”), e Davide Bottarelli (Us Valtrompia, 1h 44' 00”).
Nella gara femminile, è partita forte la Bianchi, che ha lasciato poi spazio alla veterana Stefania Cotti Cottini, che ha condotto le danze fino al passaggio sulla Pedalta (due i minuti di distacco dalle inseguitrici). Beatrice Bianchi ha quindi recuperato terreno, fino a superare la Cotti Cottini, ed allungare in discesa, giungendo a Grignaghe in due ore, 5 minuti e 42 secondi. Secondo posto per Stefania Cotti Cottini (Gs Legnami Pellegrinelli, 2h 10' 36”), vincitrice nel 2019; terza piazza per Laura Tiraboschi (Scais 3038, 2h 15' 50”).
Commenta così Paolo Spatti, dello Staff organizzativo: “Siamo davvero soddisfatti perchè il numero altissimo di iscritti, 250, ci proietta nell'olimpo delle gare di corsa in montagna. Tutti gli atleti ci hanno fatto i complimenti: tutto è andato alla perfezione, e per questo non posso che ringraziare ogni volontario che ha dato una mano per il corretto svolgimento della gara, e per avere garantito la sicurezza dei runners sul tracciato”. “Ora – ha conclusio Spatti – riposiamo un paio di giorni, e poi iniziamo a ragionare sul Giro delle Creste del prossimo anno”.
Verona: in 500 al 1° Mura Trail
10 Luglio - VINCONO Francesco Lorenzi e Federico Schio
Grandi emozioni al Mura Trail di Verona: sabato sera, a partire dalle 21, ben 500 atleti hanno percorso il primo urban trail in notturna sulla Mura di Verona, organizzato da VRM Team Asd e Studioventisette, correndo su un percorso di 18 km che ha toccato il tracciato delle fortificazioni austriache di Verona, ed attraversando i luoghi più suggestivi della città.
Molto più di una semplice gara. I partecipanti hanno avuto la possibilità, come ha ricordato Francesca Toffali, assessore del Comune di Verona che cura tra l’altro Rapporti con Unesco, Turismo e Costumi e Tradizioni Popolari, “di correre al tramonto lungo le Mura magistrali di Verona. Un percorso nella storia, che sfiora le diverse epoche in cui si è evoluta la città: dai romani agli scaligeri, ai veneziani agli austriaci”. Senza dimenticare che il Parco delle Mura, fulcro della manifestazione, è patrimonio Unesco.
La gara, inserita nel calendario nazionale Fidal, è stata vinta da Francesco Lorenzi (Boscaini Runners) e in campo femminile da Federica Schio (Atl. Lupatotina).
ORDINE D'ARRIVO UOMINI:
1. Francesco Lorenzi 1.10’53”; 2. Nicola Moz 1.16’46”; 3. Luca Vivaldi 1.16’51”.
ORDINE D'ARRIVO DONNE:
1. Federica Schio 1.22’55”; 2. Tiziana Scorzato 1.28’16”; 3. Veronica Bacci 1.30’11”.