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Apr 03, 2023 Natalina Masiero 1727volte

Pontremoli-Bobbio: l’Abbots Way dei primi… e di Natalina

Pontremoli-Bobbio: l’Abbots Way dei primi… e di Natalina Estrosa creazione di Roberto Mandelli

NdR. Con partenza da Pontremoli sabato 1° aprile e arrivo (per gli ultimi) domenica 2, si è svolta la 16^ edizione della Abbots Way, su tre percorsi con arrivi a Bobbio (125 km  +5700 m dislivello), Bardi (60 km +2800 m D), Borgotaro 35 km +1300 m D).

Il percorso lungo (125 arrivati, contro i 137 del 2022) è stato vinto da Alessio Vorti (Atletica Manara) in 14.01’ e da Giovanna Polverino (1970, D+Trail) in 20.49’.

Il percorso intermedio (38 arrivati, contro i 76 dell’ultima edizione) hanno prevalso Claudio Chiarini (1975, Bergamo Stars) e la titolata Lisa Borzani (1979, pure lei Bergamo Stars, sesta assoluta).

Nel tracciato breve (78 arrivati, contro i 75 del 2022) hanno vinto Alessio Gatti (1990, Mud & Snow) in 2.34’, e Carlotta Vecchi (1992, Circolo Minerva) in 3.15’.

Ecco il racconto della nostra affezionata Natalina.

  

Saggezza o vecchiaia? A malincuore devo riconoscere che è stata la vecchiaia a farmi decidere per i 60 km.

The Abbots Way, la Via degli Abati. Un vero trail aspro, duro ma bellissimo.

Tutti conoscono la Via degli Abati, ma non tutti conoscono il gruppo dei Lupi dell'Appennino che ogni anno ripropone questa manifestazione sull'Appennino piacentino. Le distanze, 125, 60 e 35 km. I veri eroi partecipano al percorso lungo, che io ebbi il coraggio di fare una sola volta ma che valuto uno dei più belli d'Italia.

Contrariamente alle prime edizioni, quando un anno si andava da Bobbio a Pontremoli e un anno da Pontremoli a Bobbio, ora si parte sempre da Pontremoli, precisamente dal Castello di Piagnaro.

Ma entro nel vivo della gara. Venerdì, super accoglienza da parte di Gabriella presso il convento dei Cappuccini, dove per una modica cifra ci è offerto sia il pernottamento che la cena. Ritiro pettorali e pacco gara, ricchissimo, e poi tutti a letto.

Al mattino presto, visto che si partiva alle 7, colazione offerta sempre da Gabriella e dal gruppo organizzatore, e poi via verso la partenza, dagli spalti del castello dopo un briefing di Elio. Fa freddo ma la giornata si presenta bella e io non mi preoccupo. L'equipe di scope, Marco, Alessandro, Dotto trevigiani doc, pura razza Piave, sono quanto di meglio possa offrire il mercato degli scoponi.

Giro d'onore del paese di Pontremoli e subito si inizia a salire verso l'Appennino. Ragazzi, descrivere il paesaggio è quasi impossibile da quanto è meraviglioso. Purtroppo il terreno è veramente arido e le discese sassose non mi permettono di correre agevolmente.

Dopo un paio d'ore arrivo al paese di Cervara, primo ristoro, che sulla carta doveva essere leggero ma è ben fornito. Non mi fermo molto perchè so che mi attende il Passo del Borgallo e quindi, come dice un mio amico, devo muovere il sedere.

Inizio la salita verso il passo e, come da prassi, sbaglio strada. Il percorso è ben balisato ma io, amante della politica, continuo a pensare a quanto succede nella nostra povera Italia e non sto molto attenta. Ritorno sui miei passi continuando sempre sola il mio cammino. Arrivano nel frattempo quelli della 35 km, che corrono come razzi mentre io arranco aiutata dai bastoncini.

Ed ecco il Passo del Borgallo, bello e baciato dal sole. Mi riprometto di fare più attenzione perchè alle 13 devo passare il primo cancello e il tempo stringe. Corro veloce con la speranza di vedere il Taro ma non lo vedo. Cavoli, mi dico, ma che fine ha fatto il fiume? Il Taro è completamente in secca. Arrivo al cancello di Borgo Val di Taro alle 12,21. Enrico mi fa tornare indietro per la foto e riparto. A questo ristoro gli Alpini preparano perfino il pranzo.

Trentatre chilometri sono andati, mi attendono gli altri 28. Iniziano delle salite sotto il sole e sembra non finiscano mai. Passo qualcuno, ma sono tutti del percorso lungo, che mi fanno rammaricare per la mancanza di coraggio, per non essere con loro.

Le ore volano, mi sembra di correre ma i chilometri che faccio sono lenti. Il cielo inizia a rannuvolarsi e quando arrivo al ristoro di Caffaraccia penso sia cosa buona vestirmi di più. Qui troviamo dei vassoi di fragole che sono una prelibatezza. Volontari gentili, gente del luogo che ci coccola, non sanno cosa offrirci.

E si riparte nuovamente, ancora in salita dura, aspra ma pur sempre bella. Arrivo ad Osacca e qua finalmente trovo il caffè. Oltre a questo, qui trovo ogni anno le patate.

Aperta parentesi per i nutrizionisti. Io soffro molto di stomaco, anche a causa del mio carattere irascibile: bene, le patate sono una medicina migliore di tutti i gastroprotettori del mondo. Dovremmo trovarle in tutti i trail.

Piano piano, assieme a due compagni di avventura, proseguo. Ci facciamo compagnia e il tempo vola. Si vede in lontananza il Castello di Bardi ma prima di arrivare impiegherò un’eternità.

Eppure, imprecando, strillando perchè il Castello si trova sulla sommità del monte, arrivo al traguardo. Il tempo massimo è di 13 ore e io sto nelle 12 ore e 21 minuti. Sono penultima ma i volontari mi accolgono con il sorriso.

Armando mi mette la medaglia e l'avventura è finita. Racconta la leggenda che nel  Castello di Bardi viveva la bellissima Soleste innamorata del bel soldato Moroello. Una storia che finì tragicamente, ma una bella storia d'amore. Dove voglio arrivare? A dire che è l'amore per i bei luoghi dell'Appennino che spinge questi organizzatori a regalarci ogni anno due giorni indimenticabili.

Ad Alfia, Armando, Elio, Elisa (in ordine alfabetico) e a tutti i volontari un grazie grande. La Via degli Abati è stupenda.

Informazioni aggiuntive

Fonte Classifica: Wedosport

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