Padova Marathon: la maratona dei misteri
23 Aprile - Rieccomi sulla linea di partenza in una delle due maratona in cui sono “senatore”. Non so da cosa derivi il termine con cui vengono indicati gli atleti che hanno partecipato a tutte le edizioni della gara. Essere senatore nelle maratone di Padova e di Reggio Emilia ha anche un suo vitalizio; infatti l'organizzazione offre l'iscrizione gratuita. Altre gare invece fanno pagare, anche se in modo ridotto, la quota di partecipazione. Certo, pochi euro non fanno la differenza, ma questo piccolo fatto sta a dimostrare la considerazione che pone l'organizzazione nei confronti degli atleti. Io, come dicevo, ho corso tutte le edizioni della maratona il cui arrivo è nella città di Sant'Antonio: ventidue partecipazioni! Ma come. a tutte? Non era forse quella disputata domenica scorsa la ventitreesima? Ecco il primo mistero. In effetti si sono corse con la denominazione di “Padova Marathon” (e con tutte le sue varie declinazioni: “Maratona di Sant'Antonio”, “Maratona di Padova – Sant'Antonio”, etc.) XXIII edizioni, ma nel 2021 la gara, spostata a settembre, era lunga 21,097 metri, di conseguenza un mezza maratona!
Ecco chiarito il primo mistero e la conservazione del titolo di senatore con relativo vitalizio! Da qualche anno la partenza viene effettuata nella zona dello stadio Euganeo, logistica che offre indubbi vantaggi: facilità nel raggiungere la zona per chi proviene da fuori provincia, ottimi spazi per parcheggiare l'auto (e senza dover pagare cifre esagerate, come ad esempio a Verona). Ottima la possibilità di ritirare il pettorale il giorno della gara, anche se con qualche piccolo problema (prontamente risolto e quindi un … non problema). Quest'anno vi erano solo due addetti alla consegna, ma hanno saputo eseguire nel migliore dei modi il loro compito, aiutati in questo dal comportamento più che corretto degli atleti, che hanno fatto una fila ordinata. Il piccolo problema a cui facevo riferimento era la modalità di consegna del cambio indumenti post gara: si sarebbe dovuto inserire nella borsa fornita dall'organizzazione, solo che questa era il contenitore del pacco gara. L'organizzazione in questo caso aveva previsto dei capienti sacchetti di plastica che sono andati presto esauriti, in quanto molti atleti li avevano utilizzati come warm-up pregara. Nessun problema però alla consegna, in quanto gli addetti hanno preso senza problemi gli zainetti degli atleti rimasti sprovvisti dei sacchetti. Prima della partenza vi è stata l'occasione per incontrare vecchi compagni di maratone; tra questi particolare piacere è stato l'incontro con Fabio (Marri), che mi ha comunicato la notizia che essendo in vendita la casa di William (Govi), il suo personale museo della maratona (o meglio delle sue maratone) sarà presto disperso. Nel dire questo mi è parso di vedere un attimo di tristezza nel ricordo dell'amico/nemico che troppo presto ci ha lasciati. Quello che Fabio si augura è che qualcuno possa trovare lo spazio, ma soprattutto la voglia, di preservare il ricordo di chi per molti anni è stato considerato un personaggio di spicco nel mondo maratona, almeno in quello amatoriale. Nel bene e nel male, aggiungerebbe qualcuno.
Partenza puntuale e con percorso leggermente variato rispetto alle ultime edizioni. In pratica si è evitato il giro attorno allo stadio, con la conseguenza che il percorso nel primo tratto della maratona risultava “tagliato” di poco meno di due chilometri. Primo tratto di gara affollato (anche se in maniera minore rispetto agli altri anni) dagli abitanti che, comodamente seduti fuori dalle loro abitazioni o in gruppi di varie associazioni, facevano un tifo tipo stadio; come sempre simpatica l'abitudine di “offrire” il cinque ai bambini. I metri persi all'inizio sono stati recuperati nella parte centrale del percorso con un “biscotto”, che ha anche permesso di vedere gli amici che ci precedevano. Rientrati sul percorso vecchio, ecco il secondo mistero. Correndo anche qui praticamente da solo, cerco in tutti i modi di distrarmi, ma ora non è che ci siano varie occasioni di distrazioni. Paesaggio quasi monotono, tranquilli borghi senza particolari attrazioni “visive”, strade chiuse completamente al traffico, incroci ben presidiati e con presenza costante di Vigili Urbani e personale della Protezione, quindi nessun problema per correre in tutta sicurezza. Ecco quindi che la mia attenzione si è concentrata sul posizionamento dei cartelli chilometrici; infatti tra la vecchia e la nuova misurazione vi erano circa una cinquantina di metri di diversità (più corto quello nuovo), ma … a poco a poco la distanza diminuiva fino a corrispondere nel tratto finale. Mah! Segnalo solo la particolare situazione perché, come avrebbe detto Boskov: “Maratona è... come misuratore misura!”. Frase che ho ricordato anche ad Angelo (Mastrolia), infatti secondo la sua misurazione la gara era lunga 42700 metri (Fabio 42,780).
Quest'anno l'organizzazione ha avuto un occhio di riguardo, oltre che per gli atleti, anche per gli accompagnatori. Infatti è stata offerta una varietà di agevolazioni per la visita di alcune delle attrattive museali più importanti di Padova. Come sempre efficiente il servizio navette per il trasporto atleti. Tutto bene, dunque? Anche qui riesco a trovare qualche mancanza (piccola a mio giudizio): la mancata presenza dei punti spugnaggio. Già avevo notato che erano previsti solo due punti e mi sembrava una mancanza. Ero rimasto alle regola che imponeva, nel caso della maratona, ben sette punti di spugnaggio, ma ora ho scoperto che la regola è stata modificata. Infatti, viene lasciata libertà all'organizzazione di predisporli, senza dare ulteriori indicazioni, ma una volta che siano stati inseriti nel regolamento, credo che questi debbano essere predisposti. In ogni caso, almeno nel mio caso il tutto è stato sopperito dalla presenza delle bottigliette con acqua nei vari punti di ristoro. Io ne porto sempre una con me da un ristoro all'altro e se serve la uso pure per una … doccia in corsa.
Per terminare, una breve sintesi della mia gara, corsa quasi sempre in solitudine. Questa volta ho corso in compagnia di un neofita, alla sua prima maratona, per circa otto chilometri. Raggiunto all'incirca al 25° chilometro, abbiamo fatto gara comune per circa otto chilometri, ma è stata una compagnia silenziosa e di questo posso capire la logica: era alla sua prima esperienza e quindi credo fosse preoccupato dell'esito finale. Quello che mi dispiace è non averlo potuto accompagnare fino al traguardo; infatti, nonostante avessi anche rallentato il passo, ha deciso di camminare. Eccomi ormai a Padova, dove sapevo sarebbe iniziato il tratto per me più difficile: i due chilometri circa di pavet, insomma l'inizio della mia Roubaix. Ormai sono preparato e, per la gioia della mia schiena, anche se le gambe avrebbero voluto non abbassare il ritmo, la testa ha imposto una … marcia in meno, tanto più che anche questa volta la vittoria era sfumata!
Come lo scorso anno, ecco l'apparire di Rossana … e quindi il traguardo della mia 22^ PadovaMarathon.
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