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Mag 02, 2023 Natalina Masiero 981volte

Al Krash calano i partecipanti ma la vecchia guardia resta fedele

Al Krash calano i partecipanti ma la vecchia guardia resta fedele Collage di R. Mandelli da originali Leopodistica

1° maggio - Eccoci alla settima edizione del Krash trail a Errano nei pressi di Faenza: https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/10131-faenza-ra-al-7-krash-trail-svettano-bertozzi-e-ambrosini.html

Non conosco l'esatta definizione della parola Krash, io lo chiamo il trail sui Calanchi: delle colline di argilla che a prima vista sembrano agevoli, sono però infidi e faticosi da percorrere. Domenica 30, le previsioni meteo mettevano paura. Ero indecisa se partire, temporali diluvio e chi più ne ha più ne metta. Mai come stavolta, metereologi smentiti in modo plateale. Nemmeno una goccia di pioggia.

Il cielo seppur grigio, ha permesso a tutti di arrivare alla fine della gara.

Ospite di Tatiana, mega "manager" del Passatore, ho potuto finalmente visitare Faenza dopo aver corso 38 edizioni più una della famosa 100 Km.

Il 1° mattina, partenza alle 8 dal campo sportivo di Errano. Marco impartisce le ultime raccomandazioni e assicura che i calanchi sono perfettamente corribili alla faccia del "meteo infernale" previsto. Unica nota dolente, la scarsa partecipazione. Vuoi proprio per le sballate previsioni meteo ma anche per i continui cambi di data che molte organizzazioni adottano. Forse non si rendono conto che danneggiano i gruppi che lavorano con serietà un anno intero e si vedono spuntare gare all'ultimo istante.
Pazienza, io al Krash non manco mai perchè la gentilezza di questo gruppo è unica.

Marco ci comunica che, per farmi arrabbiare, ha aggiunto un muro. Oltre ai due muri chiamati dell'inferno ne ha inserito un terzo.
I primi chilometri sono in salita ma abbastanza "corribili". Passo Castel Raniero senza neppure accorgermi delle salite, e arrivo al primo ristoro. Ristoro che sulla carta doveva essere solo liquido. Come al solito i romagnoli hanno preparato un banchetto. Nel frattempo mi unisco a Cristina. Amica pisana di tanti trail. Tra una chiacchera e una sfilza di aneddoti in merito ai nostri acciacchi, entriamo finalmente nel Parco del Carnè.

Quest'anno però, sempre a causa delle fosche previsioni errate dei metereologi, non troviamo turisti, scolaresche, NULLA.
Passiamo il primo piccolo calanco e inizia il primo muro. Con l'aiuto dei bastoncini, salgo piegata a 45 gradi. E finalmente al 21° chilometro iniziano i veri calanchi. Marco ci aveva raccomandato di fare molta attenzione, e nonostante io venga tutti gli anni, cerco di rallentare.
Salita dura, vuoto sia a destra che a sinistra e sentiero stretto. Arrivano però degli intrepidi ciclisti e nonostante il precario equilibrio, con Cristina, non vogliamo rinunciare alla classica foto ricordo. I calanchi e i due muri si susseguono ma noi due viaggiamo "spedite". Arriviamo alla Torre del Marino che sovrasta letteralmente tutta la pianura e poi giù, finalmente discesa. E qua  raggiungiamo un compagno di avventura, che bellezza, non arriveremo ultime. I restanti chilometri saranno tutti dentro al bosco, così ci viene evitato l'asfalto.

Dopo 5 ore e 39 minuti, abbracciata a Cristina, passo il traguardo. Marco, Francesca, tutti mi fanno festa. Sono la più vecchia, ma questa volta c'è Vanni che mi supera come età quindi mi consolo.

Reduce dalla 105 km della Val d'Orcia, corsa sabato scorso, pensavo di rimediare una figuraccia, invece anche quest'anno il Krash sono riuscita a finirlo.

Che dire? Il gruppo della Leopodistica, già organizzatore del Super Trail del Cinghiale, ha battuto il meteo.

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