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Set 24, 2023 Ufficio Stampa Evento 701volte

Valdaone (TN) - Valli Bergamasche e Recastello tricolori a staffetta

Valli Bergamasche festeggia Valli Bergamasche festeggia Foto Biasioni / FIDAL Trentino

24 Settembre - I grandi favoriti della vigilia non hanno tradito le attese alla quinta edizione della ChieseRun – Memorial Marco Borsari, quest’anno chiamata incoronare i nuovi campioni italiani della corsa in montagna a staffetta. A conquistare il titolo tricolore assoluto, nel suggestivo scenario della Val di Daone, sono state la formazioni dell’Atletica Valli Bergamasche del trio composto da Hannes Perkmann, Cesare Maestri e Xavier Chevrier e quella femminile de La Recastello, portata in trionfo dal suo formato da Vivien Bonzi e Alice Gaggi, brave a bissare il successo dello scorso anno in Puglia. Bronzo per i padroni di casa dell’Atletica Valchiese, al via da campioni in carica e nell’occasione terzi con Luca Merli, Marco Filosi e Alberto Vender.
Appassionante e combattuta la staffetta assoluta maschile, che è andata in scena su un apprezzato percorso di 7,33 chilometri e 313 metri di dislivello positivo, infiammato dal duello tutto di marca lombarda tra Atletica Valli Bergamasche e La Recastello. È stata proprio quest’ultima, trainata dal pimpante Luca Magri, a transitare per prima in zona cambio, con gli attesi protagonisti della vigilia dell’Atletica Valli Bergamasche quinti con l’altoatesino Hannes Perkmann, seguito a breve distanza dall’alfiere della società organizzatrice Luca Merli.
Perkmann ha ceduto il testimone allo scatenato Cesare Maestri, oggi in gara con motivazioni doppie, lui che ha iniziato la propria carriera nella corsa in montagna proprio con i colori dell’Atletica Valechiese e che, in Val di Daone, ha festeggiato il proprio matrimonio tre mesi fa.
Il trentino di Bolbeno, pluridecorato tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale, è riuscito a riportarsi sulla testa della corsa (suo il miglior tempo assoluto di frazione in 28'47") e ha lanciato il compagno di squadra Xavier Chevrier verso il trionfo. Il valdostano ha dovuto sudare non poco per respingere il tentativo di rimonta del combattivo Isacco Costa, che al termine della salita che porta al Dos de Manon, punto più alto del tracciato, accusava un ritardo di poco superiore ai 5”.
Chevrier, annusato il pericolo, ha forzato l’andatura nel tratto conclusivo e ha tagliato a braccia alzate la linea d’arrivo, accolto in zona traguardo dai compagni di squadra Maestri e Perkmann. I vincitori hanno chiuso con il tempo complessivo di 1h27’37”, seguiti a 22” di distanza da La Recastello del trio Luca Magri-Luciano Rota-Isacco Costa, che ha comunque brindato a una sfavillante medaglia d’argento, mentre a completare il podio (staccati di 2’22”) sono stati gli alfieri della squadra locale Luca Merli, Marco Filosi e Alberto Vender, sostenuti dal chiassoso tifo del pubblico amico.
Tra gli junior, invece, il tricolore è finito sulle spalle del duo del Gruppo Sportivo Morbegno formato da Francesco e Federico Bongio, primi di categoria al termine delle due frazioni in programma con il tempo di 1h07’15”, con Matteo Bazzani e Gabriel Bazzoli che hanno portato sul podio ancora una volta l’Atletica Valchiese, secondi a 13” dai vincitori. Bronzo per l’Atletica Saluzzo con Amorin Gerbeti e Tommaso Olivero (1h07’41”).
In gara c’erano anche i master: tra i Master A vittoria e titolo tricolore sono andati all’Unione Sportiva Malonno di Luca Malgarida, Marco Malgarida ed Emanuele Manzi (1h36’31”). Tra i Master B, invece, oro per l’Atletica Paratico con Ivan Bressanelli, Cristian Bandini e Giuseppe Antonini (1h48’07”), mentre tra i Master C (in gara con due soli frazionisti) hanno trionfato i due runner dell’Atletica Lumezzane Pier Alberto Tassi e Guerino Ronchi (1h22’35”).
Se nella prova maschile hanno vinto i favoriti della vigilia, altrettanto è accaduto nella gara assoluta femminile, dominata dal team orobico de La Recastello. Le campionesse in carica Vivien Bonzi e Alice Gaggi, già tricolori lo scorso anno in Puglia, sono riuscite nella non facile impresa di ripetersi e hanno dato vita a una bella sfida a distanza in famiglia con le compagne di squadra Beatrice Bianchi e Samantha Galassi.
Ad alzare le braccia al cielo, accolte dai meritati applausi del pubblico presente in zona arrivo, sono state Bonzi e Gaggi, con la prima delle due al secondo titolo di campionessa italiana conquistato nel breve volgere di una settimana, dopo quello della corsa in montagna individuale vinto sette giorni prima.
Le vincitrici hanno coperto i due giri del percorso di 7,33 chilometri e 313 metri di dislivello positivo in 1h11’00”, precedendo di 1’12” il duo Bianchi-Galassi. Terza piazza in 1h13’39” per le due classe 2005 dell’Atletica Dolomiti Belluno Chiara Pedol e Lucia Arnoldo, che hanno potuto festeggiare la conquista del titolo di campionesse italiane della categoria juniores.
Vittoria di categoria e titolo tricolore anche per Nives Carobbio e Monica Vagni dell’Atletica Paratico tra le Master A (1h19’19”) e per il duo dell’Atletica Valchiese composto da Roberta Schivalocchi e Roberta Scandolari nella Master B (1h26’51”).
Al termine delle gare hanno avuto luogo le premiazioni di fine evento. Oltre agli applausi per gli oltre 450 atleti che tra sabato e domenica hanno animato la quinta edizione della ChieseRun, non sono mancati quelli per il comitato organizzatore presieduto da Teresa Armanini, capace di dare vita a una due giorni di gare di assoluto livello.
Assegnato un premio speciale intitolato alla memoria di Marco Borsari agli autori del miglior tempo di frazione, sia al maschile che al femminile: il riconoscimento è andato a Cesare Maestri (28'47" il riscontro cronometrico della sua prestazione, lui che fu un allievo di Borsari) e a Vivien Bonzi (35'00").

Le voci dei protagonisti

Quella odierna è stata una giornata speciale per Cesare Maestri, che assieme ad Hannes Perkmann e Xavier Chevrier ha trionfato nella gara organizzata dalla società in cui ha mosso i primi passi, nonché intitolata al suo primo allenatore Marco Borsari, colui che ne ha scoperto e valorizzato il talento. «Vincere è sempre bello, ma questa volta l’emozione è stata doppia – racconta Maestri -. Devo molto a Marco Borsari e conquistare il titolo di campione italiano nella gara a lui intitolata rappresenta qualcosa di speciale per me. In Val di Daone, tra l’altro, ho festeggiato recentemente il mio matrimonio. Sono doppiamente legato a questa valle».
Maestri ha condiviso la gioia della vittoria con i compagni di squadra dell’Atletica Valli Bergamasche Hannes Perkmann e Xavier Chevrier. «Nella mia frazione ho faticato un po’ – spiega l’altoatesino -, ma sapevo di avere due compagni super, che si sono dimostrati tali».
«Oggi ha vinto l’esperienza – aggiunge Chevrier -. Non è stato facile respingere il tentativo di rimonta di Costa, ma ho cercato di gestirmi al meglio e nel finale ho dato tutto quello che avevo. Qualora ci fossimo giocati il primo posto in volata, non avrei avuto vita facile e ho fatto di tutto per evitare quel tipo di epilogo. Lo scorso anno non ci siamo potuti esprimere al meglio nella staffetta tricolore perché non eravamo al completo. Qui in Val di Daone abbiamo dimostrato che, se stiamo bene e corriamo bene, possiamo essere competitivi. Dedichiamo questa vittoria in primis alla nostra società».
Alla ChieseRun 2023 hanno esultato anche Vivien Bonzi e Alice Gaggi, che erano le grandi favorite della vigilia e non hanno tradito le attese. «Vincere non è mai una cosa facile, tanto meno scontata, soprattutto quando ci si presenta al via da favorite – ha commentato a fine gara Vivien Bonzi, che ha bissato la vittoria tricolore individuale della settimana precedente -. Abbiamo corse bene, siamo contente di essere riuscite a riconfermarci ed è stato bello condividere il podio con le nostre compagne di squadra Bianchi e Galassi».
Comprensibilmente euforica anche Alice Gaggi. «Vivien mi ha spianato la strada, dandomi il cambio con buon margine di vantaggio sulle nostre dirette concorrenti alla vittoria – ha spiegato Gaggi -. Il percorso di gara mi è piaciuto tantissimo, bello da correre, proprio come piace a me».

 

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