Una Corsa della Bora estrema, da Galanti e Modignani a… Natalina Masiero!
Comunicato ufficiale
Trieste-Sistiana, 6 gennaio - Trionfano alla 164k, gara regina della Corsa della Bora, l’imolese Manuele Galanti, e Alice Modignani Fasoli da Cossogno (Piemonte), dopo aver dominato tutte e cinque le tappe dal castello di Lubiana a Trieste. Un podio quasi tutto italiano che vede al secondo e terzo posto, per gli uomini Matteo Maggi e Laurence Baruffo, per le donne Tanja Volm (dalla Germania) e Sara Marconi.
Una nona edizione segnata dal maltempo per l’evento di punta del trail running invernale in Italia, organizzato da Asd SentieroUno: nella giornata finale, che ha visto ben sei gare in partenza, molti atleti non si sono presentati per le condizioni atmosferiche estreme. In 1500 (sui circa 2200 iscritti) sono partiti sfidando le intemperie, per una competizione fatta di straordinarie prestazioni fisiche e grande motivazione. È stato anche necessario adattare i percorsi e gli orari di gara, e agli atleti ritirati è stata data la possibilità di partecipare gratuitamente l’anno prossimo.
Nelle altre gare, Alla S1 Night Trail 82k portano a casa il primo posto Diego Zanardo e Maja Urban, alla S1 Trail 58 k Raphael Miks e Nicol Guidolin. Per la Terran Trail 38k trionfano Luca Carrara e Anna Kratki, all’Urban Trail 28k Daniele Roccon e Lucia De Nale. Infine la Half Marathon 21k vede al vertice Jernej Marcovk e Nina Gubanc.
“Una corsa della Bora che è stata più una corsa dello scirocco - dichiara il presidente dell’Asd SentieroUno Tommaso De Mottoni -; vista la settimana di intemperie è stata una grande sfida per gli atleti, ma anche un successo unico, probabilmente irripetibile, perché in una gara estrema come Ipertrail siamo riusciti ad avere il 100 per cento dei finisher, quando, normalmente, circa i tre quarti dei partecipanti non arrivano. Il secondo successo sono le iscrizioni, che sono state in continua crescita: quest’anno 2206 (arrivando quasi a 2800 considerando i registrati che non hanno attivato l’iscrizione). Un buon risultato perché ci aspettavamo metà iscritti, visto che in regione i maggiori eventi di corsa in montagna hanno subito un calo”.
Secondo De Mottoni si tratta di “un’impresa epica per i concorrenti, che non hanno perso il sorriso anche sotto l’acqua, ma soprattutto per i volontari del dispositivo di sicurezza che sono stati messi a dura prova. Siamo già pronti per l’edizione del 2025, che che quest’anno cambierà i percorsi e interesserà maggiormente il Goriziano - conclude - e sperando che lo scirocco lasci il posto alla padrona di casa: la Bora”.
Vista da Natalina Masiero
Per raccontare la Corsa della Bora 2024 un giorno non mi basterebbe. È stata una vera e propria avventura. Per organizzare questa manifestazione nei primi giorni di gennaio, sul Carso, credo sia necessario un grande coraggio. Devo però riconoscere che i tanti partecipanti sono entusiasti e non vogliono mancare a questo appuntamento. Lo scorso anno partecipai alla maratona e mi piacque. Io che detesto l'asfalto trovai piacevoli i primi chilometri sulla strada che costeggiava la vecchia ferrovia che partiva da Trieste. Quest'anno mi sono iscritta alla 38 km. convinta che il percorso fosse lo stesso soltanto un po’ accorciato. Che errore!
Il brutto tempo non ha concesso un attimo di tregua ma mi sono divertita come una pazza. Già venerdì, causa un problema di natura logistica ho avuto l'opportunità di conoscere una persona stupenda: Mario da Campobasso. Lui iscritto alla 80 km., senza neppure sapere chi fossi, mi ha aiutato togliendomi da un imprevisto spiacevole.
Ma veniamo a sabato. Organizzazione perfetta. La navetta per portarci a Trieste, luogo di partenza della 38 e della 29 km, era situata proprio sotto le finestre del mio albergo. Con me c'è Simonetta, compagna di squadra Limena Run che sta affrontando i percorsi trail con uno spirito battagliero. Per il secondo anno ho la possibilità di ammirare la stupenda Piazza di Trieste con i palazzi e i caffè più belli d'Italia. E come diciamo noi veneti "piove che Dio ea manda".
Giro d'onore in città e prima sorpresa. Niente asfalto lungo la ex ferrovia, ma subito famigerate scalinate strette che ci porteranno sui boschi che sovrastano la città. Il terreno è scivoloso e procedo piano guardandomi anche un po’ intorno. Non sono mai da sola nonostante più di qualcuno abbia rinunciato a partire. La pioggia non mi fa paura e mi accodo a un signore che conosce molto bene la zona.
Il percorso è stato ben balisato, ma sbaglio di poche centinaia di metri proprio perchè sto chiaccherando. Al decimo km. trovo il primo ristoro. Volontari gentilissimi che nonostante siano al freddo e sotto la pioggia incoraggiano tutti con un sorriso. Siamo ancora assieme agli amici della 29 km. Solite domande per farci coraggio, che non mi manca, e arrivo bagnata e infangata al ristoro di Santa Croce. Qua ci sono i cartelli con la divisione dei percorsi.
Si mette d'impegno anche un bel nebbione ma un volontario ci indica dove andare. A destra il cartello indica Terran trail, a sinistra Family trail. Vado a destra e trovo subito altri due volontari che mi dicono di stare tranquilla, sono nel percorso giusto. La pioggia batte sempre più forte, i sentieri sono una miriade di pozze d'acqua dove io, bassotta come sono, affondo fino alle cosce. Rocce, fango, cavoli! dico tra me e me, ma un po’ di asfalto non lo faranno mai fare? Mai, si continua così.
Mi raggiunge qualcuno della 58 km, nessuno ha una parola di biasimo. Purtroppo “il tempo non si sposò per poter fare ciò che voleva”. Si sconfina in Slovenia e pure questo mi piace. Ricordo i trail di quarant'anni fa quando la Slovenia faceva parte dell'Jugoslavia. TA.JU.TA, Il Volo della Rondine, tutti Ultratrail che i più giovani non sanno neppure cosa fossero. Passavamo il confine con le carte d'identità ben visibili e i militari, dalle torrette di controllo e con i fucili in mano, controllavano. Che ricordi! Ma non voglio divagare oltre come fanno gli anziani.
Arrivo ad Osmizza e qua bisogna fare gli applausi ai volontari. Oltre al solito the, biscotti, formaggio e bibite, hanno preparato pure le omelette alle erbe e la pizza. Mi offrono una birra che da astemia non prendo e quindi sono costretta a subire la solita frase; "Poverina, che disgrazia". Dire a un friulano che sei astemia è un insulto alle loro tradizioni.
Questo non è un Trail è una corsa all'ingrasso. Qua c'è il primo cartello che indica “mancano 10 km all'arrivo”.
Via, riparto. Grotta di Lesa, passaggi su camminamenti della Grande Guerra, trincee sassose ma molto interessanti. Fortunatamente non ho portato i bastoncini e mi posso appoggiare sulle rocce. E la pioggia continua, ma inizio a vedere il mare quindi so che non mancherà molto. Arrivo al ristoro di Aurisina, un ringraziamento ai volontari e giù verso la spiaggia di Sistiana. Sei ore e 57 minuti, mano nella mano con Bellato (lui però ha corso la 80 km) e taglio il traguardo. Bellissima medaglia-ricordo, ma sopratutto docce caldissime.
Un abbraccio a Susanna, un grazie a Tommaso De Mottoni, e ritorno a Padova. I ringraziamenti a tutti sono più che doverosi. I veri eroi sono stati gli organizzatori. I miei compagni di avventura arriveranno più tardi, impegnati nelle lunghe distanze ma tutti taglieranno il traguardo. Un sentito grazie anche alla mia squadra, che con disponibilità mi permette (nonostante l'età) di partecipare ancora a tante avventure.
Arrivederci all'Alpe Adria in giugno.
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