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Mar 17, 2024 Natalina Masiero 648volte

Un’altra Ultrabericus, più lunga (?), ma sempre da godere

Un passaggio suggestivo Un passaggio suggestivo F. Bruttomesso - da TB Press

17 marzo - Che fatica! Finita anche quest'anno l'”integrale”: 13 ore tempo massimo, 12:25 a me per arrivare.

Mi rimane comunque un dubbio. La storia del senso orario e del senso antiorario. Mi spiego meglio. Quando si percorre in senso orario, alla fine sono 65 km, quando si percorre in senso antiorario risultano sempre tre km in più. Ieri sera, arrivata al traguardo, avrei fatto il sedere come un paiolo al grande Enrico Pollini….

Comunque, a prescindere da ciò, è stata l'edizione con più iscritti, più di 1900 persone suddivise nelle varie prove. Alcuni dicono che non è un vero trail, qualcun altro dice che è “corribilissimo”. Sarà, io ho fatto una fatica boia.

Giornata con tanta umidità e parecchio calda. Organizzazione TOP, TOP e ancora TOP. Nulla viene lasciato al caso,tutto perfetto. Ore dieci, dalla stupenda Piazza di Vicenza a fianco della meravigliosa Villa Palladiana e incitati dalla carica di Riccardo Solfo, partiamo. Sia l'Integrale che la maratona. Giro d'onore in centro e poi su per percorrere tutta la scalinata della Basilica di Monte Berico.

Si gira a sinistra verso una bella valletta. Fatti pochi chilometri inizia la salita ad imbuto. Soliti rimbrotti e smadonnamenti, ma finalmente arriviamo in cima. Iniziano continui saliscendi fino a Torri di Arcugnano dov'è allestito il primo ristoro. Siamo a 11 km e si prosegue. Qua inizio ad avere crampi, che non mi abbandoneranno mai fino all'arrivo. Il sole va e viene, e con l'amica Renata proseguo il cammino. Non ho portato i bastoncini perchè quando sono in discesa voglio avere le mani libere.

Passo anche il secondo ristoro. Sosta di pochi minuti e via. Percorsi pochi chilometri, c'è una discesa antipatica e qua, tanto per cambiare faccio un ruzzolone. Un gentile Alpino mi chiede se mi voglio fermare. Neanche per idea -rispondo- mi basta lavarmi un po’ il viso, e continuo.

Sarò monotona e noiosa ma in questa manifestazione ci sono tantissimi volontari e personale di assistenza. Sotto questo profilo nessuno batte gli Ultraberici. Nel frattempo ho perso la compagnia di Renata, ma non sono mai da sola. C'è sempre qualche baldo giovanotto che al bisogno dà una mano a questa povera vecchietta. A filo di cancello arrivo a San Donato, zona di cambio per gli staffettisti e metà percorso (sulla carta). Inizio a riempire la borraccia e a bere sali in continuazione. Purtroppo i crampi non mi abbandonano. Pazienza. Si scende in una bella valletta e purtroppo sono rimasta sola.

Dopo una mezz'ora, evviva, mi raggiunge la Rita Montorsi e un altro paio di amici. Arriviamo al ristoro di Arcugnano gestito da vecchi amici di quarant'anni fa. E iniziano le solite frecciatine bonarie."Natalina, ancora in strada, non sei stanca, guarda che gli anni passano anche per te". Vero, ma la passione per i trail è ancora viva. È buio e fa freddo ma in compagnia il tempo passa più veloce. Ci dicono che mancheranno circa sette chilometri ma conosco il percorso e so che ne mancheranno di più. Si sale verso Monte Berico ma entriamo in un bosco dove una salitaccia con gradini alti mi costringe ad attaccarmi ai lati per poterli fare.

È l'ultima fatica, Basilica di Monte Berico e giù verso una Vicenza illuminata che mi accoglierà con il classico volo in aria che mi fa fare Pollini. Per fortuna sono leggera. Prima lo riempio di parolacce, ma dopo lo abbraccio. Come ha detto la nostra capessa Stefy, l'Ultrabericus è l'arrivo della primavera, la più bella stagione. Gli amici del Limena Run, nonostante siano arrivati ore prima di me, mi attendono a dimostrazione che lo spirito di squadra esiste.

Che dire per non apparire ripetitiva? Grazie Ultraberici, ma soprattutto grazie ai tanti Alpini, persone meravigliose che adoro.

La cronaca in https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/11447-diego-angella-stampa-il-suo-secondo-ultrabericus-integrale-alessandra-boifava-il-primo.html

 

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