Tuscany Crossing, ancora qui: per l’ultima volta?
20 aprile - Dieci edizioni su undici portate a termine. Non male, però giuro non tornerò più. Il 2025 sarà l'anno del mio 73° compleanno e non voglio correre il rischio di far ridere o peggio ancora di far pena.
Ma veniamo all'edizione 2024. Il dotto prof. Marri ha fornito tutte le informazioni tecniche https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/11600-castiglione-d-orcia-tuscany-crossing-per-cinquecento-e-piu-intrepidi.html
Io preferisco note più terra terra. Ribadisco ancora una volta ciò che penso. La Val d'Orcia è un sogno e io questa Cento la considero un sogno. Quest'anno però più che un sogno è stata un’avventura degna di Indiana Jones.
Ospite come sempre all'Osteria dell'Orcia dove trascorro la notte di venerdì come una regina, sabato mattina, ore 5,15 dopo un breve brefing di Roberto con le raccomandazioni di rito, partiamo per i 103 km. Fa freddo e mi ritrovo subito ultima (tanto per cambiare). Sopra le nostre teste svetta la bellissima torre di Castiglione d'Orcia finalmente restaurata.
Fortunatamente ci viene risparmiato il guado del torrente dopo pochi chilometri. Roberto mi ha rassicurata, pochi guadi e poche gocce d'acqua. Mai previsione è stata più sbagliata. Sorge il sole e il passaggio per Bagno Vignoni è stupendo. Panorami meravigliosi e ristori superforniti. Passiamo San Quirico e Pienza sempre riscaldati dal sole.
Al trentesimo km volenti o nolenti bisogna passare l'Orcia. Solite scene da ridere. Chi si toglie scarpe e calzini e chi come la sottoscritta preferisce bagnarsi. La corda dondola ma il gli uomini del soccorso sono vigili e pronti a intervenire.
Nel frattempo ho guadagnato qualche posizione e non sono più ultima. Inizia a piovere, una pioggerellina fastidiosa che aumenterà fino a Gallina. Sono già zuppa ma non voglio perdere tempo e dopo aver preso un pò di the caldo e aver abbracciato l'amico Andrea, scappo via. E dopo Gallina l'ennesimo miracolo. Si unisce a me Stefano. Lui è alla sua terza Cento e rimarremo insieme fino all'arrivo. Quante chiacchiere, quanti aneddoti, e finalmente riappare il sole.
Sono però preoccupata. Incombe il cancello e Campiglia d'Orcia mi appare lontanissima. Lo passo con poco margine di tempo, ma lo passo. Anche qua non mi fermo molto. Declino le offerte di qualche prelibatezza dei gentili volontari, prendo il secondo frontale, giacca pesante, secondo paio di guanti e via.
Inizia la famigerata salita alla Rocca e subito la ripida discesa che ci porterà a Bagni San Filippo con la sua famosa Balena Bianca. I turisti fanno il bagno, beati loro. Io inizio a chiedermi perchè continuo a partecipare continuamente a trail visto che ho l'età per rimanere seduta sul divano.
Il cielo è plumbeo e l'Amiata ci attende. Riprende a piovere e improvvisamente anche a grandinare, chicchi leggeri ma insistenti; e per non farci mancare nulla inizia a nevicare. Mi consola il fatto che con me c'è sempre il buon Stefano, e mezza congelata arrivo alla baita del Vivo d'Orcia. Se fosse bel tempo sarebbe il tratto più bello della gara. Purtroppo non ho più sensibilità alle mani e non sento più neppure i denti (falsi) dal gran freddo. Un volontario mi fa abbracciare una brocca piena di acqua calda e mi riscaldo. Più dell'acqua mi riscalda la vista di Andrea. È proprio vero, vedere un amico non riscalderà il corpo ma riscalda il cuore. "Dai Stefano, andiamo, se rimaniamo qua non ripartiamo più".
E dopo il Vivo d'Orcia inizia l'incubo. Fa buio e il terreno fangoso non darà più tregua. Si procede a passo di lumaca in quanto le scarpe, che rischio di lasciare nel terreno, pesano più di me. Per non pensare a quello che sto facendo, comincio a suggerire a Stefano che regali può fare a sua moglie e a sua figlia se riusciamo a portare a termine l'impresa. Non riesco a ricordare a che ora si dovrà arrivare al cancello, spero soltanto di averlo passato entro il tempo previsto. Smette di piovere e nel cielo ci sono una miriade di stelle. Si vede la Rocca di Castiglione illuminata dalla luna ma so che mancano ancora tanti chilometri per arrivare. Però capisco che anche quest'anno arriverò.
Ultimi chilometri strettamente in salita, giro del cimitero e finalmente ecco la Torre. Siamo arrivati (20h 22:46). Vengo premiata come partecipante che ha portato a termine più edizioni; e subito doccia bollente.
Oltre ai ringraziamenti doverosi a tutti, riporto la famosa frase di Giobbe coperto da piaghe "il Signore dà e il Signore toglie". Ecco, a me è stato dato Stefano, stupendo compagno di avventura, e Andrea che con Consuelo mi hanno offerto una disponibilità e un supporto per poter partecipare. Mia sorella non mi avrebbe aiutata così tanto. Grazie Andrea Barba e grazie amica Ziggiotto.
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1 commento
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Lunedì, 22 Aprile 2024 21:33
inviato da Stefano Bruni
Grazie Natalina, la Tua forza ed esperienza mi hanno portato a chiudere la mia terza 100 km . Porterò sempre questo ricordo con me . A presto e altre 1000 ultra . Ciao Stefano
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