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Mag 06, 2024 Ufficio Stampa Evento 772volte

10^ Treviso in Rosa: in 10.579 in strada per la solidarietà

Un momento della festa Un momento della festa Foto Vettorato

5 maggio  – Treviso è un’emozione colorata di rosa, un brivido tutto al femminile per una domenica da ricordare: 10.579 donne – un autentico fiume rosa – sono state protagoniste della decima edizione di un evento che ha regalato spettacolo, coniugando il divertimento di una festa interamente in rosa e momenti di riflessione su temi importanti che riguardano l’universo femminile. Parole d’ordine, come sempre, prevenzione e solidarietà.  

Definirla corsa è persino riduttivo. Treviso in Rosa è fatta così: la prendi e la interpreti come vuoi. C’era chi dispensava sorrisi e saluti ad ogni metro, neppure sfiorata dall’idea di correre, e chi - una minoranza, però, - ha allungato la falcata senza risparmiare uno sguardo al cronometro. Chi ha corso per una giusta causa, magari con la forza di una malattia appena sconfitta, e chi semplicemente perché è bellissimo mescolarsi ad altre migliaia di donne, ballare e tingere di rosa la città. 

C’erano bambine spinte sul passeggino da mamme affaticate ma sorridenti. C’erano nonne con le unghie laccate, i cappellini colorati e l’entusiasmo delle ragazzine. C’era il ricordo di amiche che non ci sono più. C’erano cagnolini vestiti di rosa. C’era la rappresentanza femminile di intere famiglie. Un esempio? mamma Laura (56 anni) e le quattro figlie, Mariaelena (28 anni), Aurora Maria (24 anni), Marianna (19 anni) e Benedetta (13 anni). E poi come non applaudire nonna Teresa, classe 1928, 96 anni compiuti, accompagnata in carrozzina dalle amiche?  

I deejay di Radio Company, Leo e Gianluca Pacini, hanno trasformato il bastione delle Mura in una grande discoteca sotto il sole di mezzogiorno. C’era la musica di Michele Patatti in Borgo Cavour, la magia delle super fotografate trampoliere della compagnia teatrale Barbamoccolo e la fantasia di BUB (BeFolky Upupa Band), una colorata street band itinerante composta da giovani musicisti accomunati dalla passione per la musica e gli strumenti a fiato. 

In prima fila, alla partenza in viale D’Alviano, l’europarlamentare Rosanna Conte, l’ex responsabile del cerimoniale della Provincia di Treviso, Giuliana Meneghetti, oggi conduttrice di corsi di galateo e buone maniere. Silvia Furlani, la 63enne podista friulana affetta da sclerosi multipla, che porta nelle corse di ogni parte d’Italia il suo messaggio di ottimismo e resistenza alla malattia, è invece partita in anticipo con il suo passo lento ma tenace, insieme all’amica trevigiana Laura. 

E poi i gruppi, tantissimi, oltre 130. Gli assessori Gloria Sernagiotto, Rosanna Vettoretti, Gloria Tessarolo e Maria Teresa De Gregorio hanno guidato le #DonneFuoriDalComune, una folta rappresentanza femminile del Comune di Treviso. Mentre il questore Manuela De Bernardin era in testa ad un folto gruppo di poliziotte, maglia rosa e cappellino d’ordinanza: “Siamo una cinquantina, non soltanto della Questura ma di tutti gli uffici della Polizia di Stato della provincia. Abbiamo partecipato per condividere, come donne e come poliziotte, una giornata che è anche un momento di riflessione sui temi della sicurezza”. 

C’erano palestre, aziende, gruppi parrocchiali, corsi di cammino, yoga, pilates e zumba. C’erano i gruppi di Ascom-Confcommercio, del Pronto Soccorso di Treviso e del reparto di Geriatria del Ca’ Foncello. E poi le scuole, dal Besta al Palladio, dalle Canossiane alle Stefanini, alla Casteller di Paese. 

E’ stata anche la grande giornata della LILT, arrivata sulle mura con il tradizionale camper, che ha messo a disposizione materiale divulgativo su corretti stili di vita, sana alimentazione ed educazione alla prevenzione. Il ricavato di Treviso in Rosa sarà destinato all’acquisto di un mezzo per il trasporto dei malati verso i luoghi di cura. 

I dati forniti dalla vicepresidente della sezione trevigiana della LILT, Nelly Mantovani, sottolineano l’impegno dell’associazione in questo senso: “Nel 2023 – spiega Mantovani – abbiamo accompagnato agli ospedali non solo di Treviso e provincia, oltre 600 pazienti, schierando 200 autisti e 30 mezzi. I chilometri percorsi per svolgere il servizio sono stati 476.218. Auto e pulmini hanno bisogno di un ricambio continuo, per questo la donazione di Treviso in Rosa ha grande importanza”.   

Tra le 10.579 iscritte all’edizione 2024 di Treviso in rosa, provenienti da 14 regioni e 28 province, il gruppo più numeroso era proprio quello della LILT, con 478 iscritte. Al secondo posto il Gruppo Sportivo Culturale San Martino di Lughignano (350), al terzo le Rose di Monigo (190). Poi Balla & Snella (150), le Rose del Deserto (142) e Anteas San Biagio (117). Premio speciale – il Trofeo Tigotà - al gruppo Adrenaline Rosa che, guidate da Gloria Tasca, ha animato, con l’energia dello zumba, il palco del Bastione San Marco per gran parte della mattinata. 

Il sindaco Mario Conte, tirato a destra e sinistra dalle cacciatrici di selfie, ha visto “una città fantastica, piena di festa, di gioia, di bambine, mamme e nonne. Piena soprattutto di solidarietà”. Tanti complimenti per gli organizzatori: “L’entusiasmo di oltre 10 mila donne è travolgente – commenta Enrico Caldato, presidente di Corritreviso, accompagnato da Filippo Bellin, “voce” e anima dell’evento in rappresentanza di Trevisatletica -.  Avremmo voluto ospitarne anche di più, ma alla fine abbiamo dovuto darci un limite perché la struttura organizzativa (oltre 150 i volontari impegnati, ndr) rischiava di andare in difficoltà. Il numero delle partecipanti è comunque cresciuto rispetto alle ultime due stagioni. E’ stata una domenica splendida: non potevano aspettarci una festa più bella per il decennale di Treviso in Rosa”. 

Curiosità: qualcuno ha partecipato a Treviso in Rosa rimanendo a migliaia di chilometri di distanza: Stefanì Dal Ponte, francese di Saint-Pol-De-Leon, si è regolarmente iscritta e oggi, indossata la maglietta rosa, mentre il fiume di 10.000 donne iniziava ad invadere il centro storico di Treviso, è andata a correre lungo le strade della cittadina bretone in cui risiede. La solidarietà non ha confini.

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