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Lug 29, 2024 Natalina Masiero 473volte

Recoaro-Valdagno, non si può mancare

Maddalena Carolo, vincitrice della 42 k Maddalena Carolo, vincitrice della 42 k Consolaro- Comitato organizzatore

27 luglio - Sono monotona, sono ripetitiva, conosco anche i sassi ma alla Maratona di Recoaro non voglio mancare.

A mezzanotte erano partiti da Piovene Rocchette gli eroi, perchè sono veramente eroi, i partecipanti alla Trans D'Havet. 83 km che tentai due volte senza riuscire ad arrivare. Mi accontento. La maratona è, ancora per poco, alla mia portata.

Le schermaglie iniziano già dal venerdì per il materiale obbligatorio. Per la prima volta non ci sarà maltempo e farà molto caldo. Giacca pesante? Maglia maniche lunghe? Aiuto!! Mister Pollini però è inflessibile. l regolamento è regolamento e va rispettato. Parto perfino con i guanti.

Sabato mattina alla consegna pettorali trovo le splendide Ultraberiche Consuelo e Elisabetta. Baci e abbracci e mi avvio verso la Piazza di Recoaro dove alle otto in punto verrà dato il via dei 42 km.

Si parte subito in salita e dopo pochi chilometri sono già *cotta*. Il primo cancello situato al Rifugio Campogrosso sarà dopo tre ore. Sono tranquilla, lo passo prima delle dieci. Ristoro. Pochi mangiano anche se ci sono tutte le varietà di frutta. Bevo come una spugna e riparto.

All'imboccatura del sentiero che mi porterà verso il Fraccaroli, mi accorgo di aver dimenticato i bastoncini al ristoro. Mi dò della rincoglionita e torno indietro. Sono vecchia. E qua inizia la parte più dura, bisogna salire sul Carega. Non c'è un filo d'aria, fa un caldo fotonico.

Finalmente arrivo a Bocchetta Fondi e sono tentata di prendere il sentiero alto. Purtroppo so per certo che se Pollini lo scoprisse mi ucciderebbe. Percorro il sentiero normale e a Bocchetta Mosca i volontari mi abbracciano e mi danno acqua fresca. A mezzogiorno in punto arrivo finalmente al Rifugio Fraccaroli, secondo cancello.

Inizia la discesa sassosa incubo delle mie notti. Piano piano scendo invidiando chi ha coraggio e si butta. È quasi l'una e finalmente arrivo al Rifugio Scalorbi. E qua ci sono gli amati Alpini che ci offrono un vero e proprio pranzo. Rifiuto tutto tranne le fette di pompelmo fresco e riparto.

Da questo punto posso chiudere gli occhi. Il percorso lo conosco come le mie tasche. Passo Tre Croci, Zevola, incrocio mulattiera per il Rifugio Bertagnoli e alla fine Malga Campodavanti. Questo rimarrà sempre uno dei punti più belli. C'è tutto il gruppo Alpini della Val Chiampo. Sono meravigliosi, mi offrono anche il caffè. Viva gli Alpini!

Ma mi devo muovere verso le Creste del Falcone. Solite maledizioni a chi segna il percorso. Cavoli, sotto le Creste c'è una mulattiera che sembra un’autostrada. “Pollo, un anno lasciami fare la mulattiera!”. Arrivo in prossimità del rifugio Gingerino, e qua Alessandro con il personale del Rifugio mi fanno la Ola.

Via, Sella del Campetto e Marana. Faccio non uno ma tre capitomboli e quando arrivo al punto dove precipitai nel 2022, mi metto a piangere come una stupida.

Anche Marana finisce e arrivo a Malga Rialto. Si vede fino ai monti della Lessinia.

Contrada Sasso e ultimo ristoro. Dopo un anno ritrovo tanti amici. Mancano otto chilometri e so già che impiegherò un’eternità. Sono le 18 e 47 minuti e applaudita da tutta Valdagno finalmente arrivo. Per la gioia della mia Presidente Stefy non sono nemmeno ultima. Vengono assegnati i titoli di campione regionale di trail corto. Vinco anche quest'anno la categoria C. Sfido, ero la più vecchia, Pollini mi regala un bellissimo volo in aria e mi avvio verso splendide docce e "cena party".

Ho impiegato un’ora in più rispetto allo scorso anno ma mi assolvo. Ho anche un anno in più.

Sono monotona, sono noiosa ma alla Recoaro Marathon non voglio mancare.

Un applauso da spellarmi le mani a tutta l'organizzazione. Vi voglio bene.

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