Palazzuolo sul Senio: mai mancare al “Cinghiale”!
Undicesima edizione del Trail del Cinghiale disputata a Palazzuolo sul Senio (FI) a partire da venerdì 1 sera con inizio della 102 km, proseguita sabato con tutte le altre distanze. 60, 45 (nuovo percorso), 33 e per finire 15 chilometri.
Tutti ricorderanno le terribili immagini dello scorso anno, quando il mattino del giorno precedente il trail, il paese venne letteralmente sommerso da acqua, fango e frane: evento annullato con enorme rammarico da parte di tutti. Il gruppo della Leopodistica, organizzatrice della manifestazione, pur non dovendo nulla, riconobbe un bonus per il 2024 a coloro che si erano già iscritti. Signori si nasce, come diceva Totò.
Bene. Venerdì sera ritiro pettorali e ricco pacco gara, tutto gestito con la massima professionalità e gentilezza. Soffia un vento freddo e io, che ho scelto la nuova distanza di 45 km, partirò al mattino successivo; penso a coloro che alle 22 partiranno per la cento. Tra questi, voglio menzionare Betta: compagna di squadra, con tanti sacrifici e tanta forza di volontà, riuscirà a portarla a termine con altri 89 su 140 partiti, in un ottimo tempo (appena sotto le 23 ore).
E veniamo a sabato 2 mattina, ore 7,30: dopo le solite battute del Gurioli, partiamo. Io protesto: Ma come? Premieranno fino agli/alle over 50 e io povera vecchia over 70 niente? Pazienza, spero che il prossimo anno provvedano.
Scherzo naturalmente, quello che viene dato in questa gara vale tanto oro. Il nuovo percorso inizia in maniera splendida. Come iniziamo a salire sulle colline, un bel sole ci riscalda. Sono quasi ultima perchè dietro di me sento le voci delle scope e del faentino Yuri Fabbri. Ne "spara" talmente tante che uno si perde se lo ascolta.
Dopo quasi due ore arrivo al primo ristoro e siamo soltanto a sette chilometri. Panorami bellissimi, i colori dell'autunno dentro al bosco lasciano a bocca spalancata. Piano piano proseguo, in discesa Yuri, che nel frattempo mi ha raggiunta, vola, anzi rotola, io in preda al solito terrore vado a piccoli passettini.
Suona mezzogiorno e arrivo al ristoro di Piedimonte, situato proprio in mezzo al bosco e sulla riva di un ruscello. Abbraccio Francesca Dal Rio che con affetto mi incita a proseguire.
Inizia la salita tanto temuta, dobbiamo arrivare al Passo della Sambuca e personalmente salgo a schiena piegata. Siamo al ventiseiesimo chilometro ma confesso, non sono stanca. Ho la fortuna di avere due scope, Irene e Mauro, che mi coccolano come una principessa.
Al ristoro di Cannova troviamo Yuri che inizia a dirci che ci sta attendendo da venti minuti. Si riparte. Boschi, boschi e ancora boschi. Tramonta il sole ed è uno spettacolo indescrivibile. I ragazzi mi incoraggiano raccontandomi tante "bugie bianche", quelle dette a fin di bene. Dai, tra poco arriveremo a Lozzole, non lo vedi in lontananza? dice Irene. Io non vedo nulla, vedo però arrivare la Betta e questo mi rende contenta. Ora sono io che la incoraggio anche se non serve perchè ha ancora tanta grinta e tanta forza.
E finalmente ecco Lozzole. Ristoro veloce e via. Inizia a fare buio ma non voglio perdere tempo per recuperare la lampada frontale. Mauro, scopa saggia, mi ferma assicurandomi che riuscirò ad arrivare dentro le undici ore e mezza concesse.
Gli ultimi otto chilometri non finiscono mai. Irene dice: tranquilla, manca un chilometro, Mauro: tranquilla, manca un chilometro e mezzo. Io so che ne mancheranno due e inizio ad accelerare. Risultato? Capitombolo. Dai Nata, tra dieci minuti ci siamo. È vero. Undici ore e ventidue minuti. 127^ e ultima, contenta e abbraccio le due fantastiche scope.
Credo di essere l'unica ad aver sempre partecipato, e questo mi riempie di soddisfazione. La Betta arriverà dopo aver corso per 102 chilometri e sarà una festa per i Limena Run di Stefy la presidente.
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1 commento
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Lunedì, 04 Novembre 2024 21:37
inviato da Francesca
Che bel racconto ❤️
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