Malo, AIM Trail con primato di acqua e fango
9 febbraio - Si è corso domenica l'AIM Trail a Malo con la formula dei quattro percorsi: Ultratrail di 56 km con 2500 mt di dislivello, Wild Trail di 36 km con 1600 mt di dislivello, 21 km con circa 1000 mt di dislivello, e la 15 km. E purtroppo anche questa volta, maledetta vecchiaia, ho dovuto scegliere il secondo percorso: dieci ore per concludere il primo non mi sarebbero bastate.
Meteo funesto, e questa volta azzeccato. Dopo il Trail delle Terre Rosse, corso due settimane fa, pensavo che l'oscar del trail fangoso spettasse a Volpago del Montello. Ebbene, ieri mi sono dovuta ricredere, Malo batte Volpago. Mia madre, saggia contadina, mi ripeteva che il tempo non si maritò mai per fare ciò che voleva. Ieri lo pensavo e dicevo tra me e me: mamma avevi ragione.
L'AIM trail ha una grande fortuna, la logistica. Tutto, ma proprio tutto, è concentrato nel Palazzetto dello Sport di Malo. Consegna pettorali, deposito borse, docce, consegna pacchi gara, premiazioni e pasta party.
Ma veniamo alla gara vera e propria. Alle 7 con il buio e la pioggia sono partiti gli eroi della 56 km. Tra di loro la nostra grande Betta che con coraggio e grinta riuscirà a finirla prima dello scadere delle dieci ore.
Alle 8,30 partiamo noi con la sorpresa che i km saranno 37 causa tratto un po’ pericoloso. E qua: posso ridere? Alla fine i chilometri saranno 39, ma va bene lo stesso. Nella stagione degli sconti, qua ci hanno regalato un paio di km in più. A onor del vero, io devo dire che il pettorale mi è stato regalato. Vecchia come sono, gli organizzatori hanno fatto un atto di signorilità.
Si parte. Piove che Dio la manda. Dopo il classico giro del paese su asfalto, anche qua iniziano i sentieri, fangosi ma larghi. Procedo con due balde ragazze e con Tiziana, grandissima maratoneta e amante delle 24 ore. E la pioggia non smette un istante; non parliamo poi del fango: essendo quasi le ultime è come procedere sull'olio.
Arrivo al primo ristoro, collocato verso il decimo km in località Torreselle. Prendo qualcosa di caldo e via. Cavoli, non voglio congelarmi. Fango, fango e ancora fango!! Discese da piantare il sedere e salite sassose. Non guarderò più l'orologio fino alla fine. Tantissimi tratti mi ricordano la “100 km e Lode”, una delle più belle cento che si svolgevano in Italia e purtroppo sparita.
Proseguo zuppa e infangata e vedo in lontananza la maglia arancione di un compagno di squadra. È Giulio che per poter affrontare la LUT di Cortina, si è convertito ai trail. Mi offro di prenderlo in braccio ma lui declina l'offerta... Lo incoraggia e lo aiuta Paolo, altro compagno di squadra che lo sosterrà fino all'arrivo.
Siamo a ventidue chilometri e mi faccio due calcoli. Entro tre ore arriverò. Previsione errata: il terreno è sempre più insidioso e se non metto il c.. a terra è un vero miracolo.
Ma anche questo trail, purtroppo, finisce. Dopo 7 ore e 27 arrivo.
Grande festa dentro al Palazzetto. Le gentili signore addette al pasta party si fanno in due per accontentarci. Maglia molto bella e medaglia in legno per tutti. Verso le 17 arriva la Betta, eroina, assieme a Giulio, di questa giornata.
PS: E come per le Terre Rosse, prima della lavatrice, lavaggio a mastello con brusca per togliere i chili di fango.