12 aprile – Una giornata “giusta” ha salutato questa undicesima edizione del Trail della Riva, che ha ripreso l’eredità di un antico “Gir d’ardond ai Sas” mettendoci dentro tutta la passione e la competenza tecnica del Team Mud&Snow di Checco Misley e famiglia (ci sono già i figlioletti che sgambettano…), che su queste zone organizza corse di gruppo guidate attraverso i “ponticini”, e ha raccolto un bel gruppo di collaboratori: tra i quali spicca Anna Cavallo da Vignola in veste di mastra-birraia dall’incomparabile appeal (verso l’una, la coda per avere la sua birra a 5 euro era superiore alla coda per lo squisito pasta-party finale).
Confermate le distanze dell’anno scorso, quando ai due percorsi tradizionali, e decisamente duri, di 24 e 20 km ne era stato aggiunto uno di 15 km (ma con gli stessi 1000 metri di dislivello dei 20 km, dunque proporzionalmente più pesante come mi ha confermato la vincitrice-habituée Isabella Morlini). Aumentati di quasi il 10% i classificati, 459 contro i 426 delle ultime due edizioni, a riprova del favore incontrato presso il popolo dei praticanti da questo perfetto mix di valori tecnici, paesaggistici e… di ospitalità. Per questo aspetto vorrei segnalare l'orario insolitamente tardo (10/10:30) delle partenze, congegnato in modo da non obbligarci a levatacce o a pernottamenti in loco.
I risultati del percorso sui 34 km, con 111 arrivati, vedono netto vincitore Robert Ferrari (primo l’anno scorso sui 20 km) in 3:23:50, che significa una media di 6:00 al km; dopo oltre tre minuti arriva Roberto Gheduzzi in 3:27:13, seguito da Luca Lombardi in 3:38:18.
Quinta assoluta, a bissare il successo femminile del 2024, Dinahlee Calzolari, il cui prodigioso 3:44:33 migliora di quasi mezz’ora il tempo dell’anno scorso; la seconda, Monica Cavara, è staccata di 50 minuti, e la terza Paola Gelli di 54.
Nei 20 km si afferma, su 264 arrivati, Enrico Bonati in 1:36:51, alla media ”impossibile” di 4:50/km, precedendo due ex Modena Runners, Saimir Xhemalaj (1:39:52) e Lotfi Gribi (1:42:23); ma fatemi citare anche il quarto, il prof. Nicola Montecalvo da Zola Predosa, che sa tutto di Ivano Fossati e qui chiude in 1:50:38.
Prima donna (12^ assoluta) Vittoria Vandelli, classe 1990, che bissa il successo del 2024 e con 2:00:29 precede Maria Nicoleta Rusu (2:08:28, terza l’anno scorso) e Laura Catti (2:11:49).
Nei 15 km, conclusi da 74 atleti, il 26enne Roberto Boni prevale con 1:32:59 sul Modena Runner Massimo Sargenti (il doppio dei suoi anni: 1:42:20) e su Marco Maggi (1:42:35); tra le donne, solito dominio di Isabella Morlini campionessa uscente, quinta assoluta in 1.57:27, con 23 minuti sulla seconda Annalisa Tironi (2:20:58), poco avanti alla terza Claudia Cenciarini (2:22 netti).
Pettorali esauriti e, a occhio, un centinaio i partecipanti ai 10 km non competitivi con 500 metri di dislivello, dunque non uno scherzo, su un tracciato quasi totalmente autonomo (salvo un paio d’incroci coi competitivi, partiti mezz'ora prima) e decisamente panoramico, consistendo nel giro completo intorno ai Sassi in senso orario, da sud verso nord col passaggio finale dalla romanica Pieve di Trebbio. Percorso in buona parte corribile e affrontato anche da gruppi di benemeriti “spingitori”, ciascuno col suo carico umano cui far gustare questi paesaggi che spaziavano fino alle cime innevate dell’Appennino tosco-emiliano.
Sentiero frecciatissimo, con la presenza supplementare di segnalatori umani, insomma (come avevo già scritto un anno fa) a prova di ipovedenti; due ristori sul giro più corto (uno in comune coi “big”) e uno superlusso al traguardo, dove Italo il fotografo ha apprezzato particolarmente le crostate casalinghe, ma ha fatto male a trascurare l’erbazzone e le enormi fragole offerte insieme a banane e arance (niente da fare, invece, per tè e cocacola: gli atleti dovevano usare i propri bicchieri).
I bicchieri c’erano invece nei ristori intermedi, salvo che poi non sapevamo dove scaricarli per via, per mancanza di cassonetti pubblici e dei cestini nei punti di sosta con panchine e tavolini per i turisti: un cartello avvertiva che erano stati tolti perché i rifiuti potevano finire in bocca agli animali; ma il taccone è peggio del buco, perché se anziché buttare un bicchiere nel cestino lo butto a terra, per gli animali è anche più comodo. Soluzione semplicissima sarebbe stato mettere dei cestini (pattumiere) con coperchio; ma poi bisognerebbe che qualcuno andasse a vuotarle, ogni tanto, e questo (a quanto pare) secca molto a certe amministrazioni…
Tornando al trail, si confermano le docce calde, dotate di due phon a spogliatoio; e alla fine il pasta party dove spesseggiano polenta e crescentine: presenti, queste ultime, pure nel nutritissimo e nutrientissimo pacco-gara (anche per i non competitivi, al prezzo di 12 euro), ricco di prodotti locali come una bottiglia del vino biologico Terraquilia, spaghetti alla fibra e proteine, e un’appetitosa confezione di “pavullini”, ovvero bastoncini di salsiccia. Checco, va là che vai bene.